Sel, Tancredi boccia il gruppo dirigente in Capitanata: “Lavoriamo per il cambiamento”
Il segretario di San Nicandro Garganico lancia la sfida per la ricostruzione di Sinistra Ecologia e Libertà in Capitanata: “Resistenza al cambiamento e incapacità di ascolto sono frutto dell’attaccamento al potere”
Noi oggi dobbiamo discutere in maniera vera e trasparente per affrontare serenamente e consapevolmente il congresso verso cui ci stiamo incamminando. Per far ciò è necessario aprirci, prima del Congresso, per contribuire a costruire un Partito più grande di noi, inclusivo che guardi alla società civile in tutte le sue sfumature.
Per far ciò dobbiamo liberare la nostra discussione e vincere una cultura che “militarizza” il confronto politico all'interno del nostro partito. Non è più possibile ragionare in termini di autoconservazione ma abbiamo bisogno di una nuova esperienza capace di aggregare risorse e produrre un cambiamento vero, non rinchiudendoci in un partitino.
La nostra sfida è quella di “ricostruire” un SEL in Capitanata capace di promuovere nuove forme di mobilitazione tra i cittadini e che sappia interloquire con la società e trasformi le sue domande in proposte politiche. Un SEL che affronti e dia risposte concrete su tematiche importanti per la nostra Capitanata. Oggi bisogna cambiare la politica, a cominciare da noi.
In questo momento storico sommata alle ambiguità del PD, assistiamo ad un inadeguatezza del SEL, anche in Capitanata, a sviluppare un’iniziativa per un profilo innovativo che avrebbe richiesto cura, progettualità, investimento, e radicamento nei territori ma anche l’impegno tematico, superando modelli organizzativi gerarchici.
Per troppo tempo il gruppo dirigente non si è assunto la responsabilità di costruire SEL come corpo vivo, democratico e partecipato, e questa ambiguità produce come osserva il nostro leader Vendola, il malcostume di un “politicismo coniugato alla poesia”.
E qui in questo SEL di Capitanata ci troviamo ad assistere ad un fastidio per la critica e si vuole liquidare le posizioni critiche, che troppo spesso sono emerse, e questo è un indice della debolezza culturale di gruppi dirigenti incapaci di misurarsi con una pluralità di punti di vista. Questo vuoto di cultura politica genera la degenerazione del conflitto in ostilità e inimicizia reciproca.
Questa resistenza al cambiamento, e l’incapacità di ascolto sono frutto dell’attaccamento al potere, di una spinta all’autoconservazione che avvelena il nostro partito in Capitanata. Ora liberiamoci da tutto ciò e dalle velleità personalistiche di alcuni emerse in più occasioni e lavoriamo per un SEL di Capitanata del cambiamento, innovativo ed inclusivo.