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Chiude 'Baobab', Foggia è più povera: "Non si comprendono le necessità della comunità"

La lettera di Michele Del Carmine, cittadino foggiano ed ex assessore all'Immigrazione: "E' possibile che in un anno e mezzo non ci siano stati provvedimenti, iniziative comunali che riguardassero il tema dell'immigrazione?"

La chiusura del Centro Interculturale 'Baobab-sotto la stessa ombra' di Foggia ha scosso molti foggiani, sollevando inevitabilmente dubbi e interrogativi. Tra i foggiani che sono rimasti colpiti da questa notizia negativa, ovvero un ulteriore impoverimento della città in materia di interculturalità e mediazione culturale, vi è Michele Del Carmine, ex assessore all’Immigrazione, ma soprattutto cittadino foggiano, che ha provato a mettere insieme tante domande (e qualche risposta) in una lettera inviata alla redazione di FoggiaToday.

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"Cara redazione, sono tante le domande che mi pongo soprattutto quando la nostra città deve fare i conti con le difficoltà e le sfide quotidiane. Dopo aver letto il comunicato stampa relativo alla chiusura del Centro Interculturale “Baobab-sotto la stessa ombra”, ho dato una risposta ad alcune di queste domande. La risposta principale, forse, riguarda proprio l’attuale amministrazione comunale, incapace a mio parere, di avere uno sguardo attento, sensibile verso le politiche sociali (e non solo).

Penso che oltre alle iniziative ed alle inaugurazioni che generano facile visibilità e consenso, questa amministrazione non sappia leggere, comprendere le vere necessità di una intera comunità. Io ero lì lo scorso 1° settembre, giorno in cui il Centro Interculturale ha festeggiato i dieci anni, ed ero lì dieci anni fa, quando come assessore all’immigrazione risposi all’esigenza di fare un passo in avanti e cambiare rotta in tema di immigrazione. Sono deluso e fortemente amareggiato per la chiusura del centro di viale Candelaro che ha fornito in questi anni assistenza ed orientamento a 7.000 persone ed ha ricevuto un riconoscimento dal Parlamento Europeo quale buona prassi nazionale per l'integrazione.

I numeri, appunto, ci hanno dimostrato che non si è trattato di un semplice progetto ma di un servizio vivo, continuo che ha dato forma e significato al processo di integrazione dei migranti. La struttura, inoltre, è stata fortemente voluta in una zona periferica della città (quartiere Candelaro) in cui è stato possibile fare davvero integrazione tra cittadini foggiani e migranti. A tal proposito, infatti, sono stati organizzati corsi di cucina, di lingue, musica, attività di supporto didattico e dopo scuola per minori stranieri (e non). Nell’intervento dell’1° settembre, sempre in occasione del decennale, l’Assessore alle Politiche Sociali Erminia Roberto aveva espresso disponibilità nel continuare a far vivere il Centro, dimostrando però di non avere alcuna conoscenza dell’argomento e del luogo in cui si trovava in quel momento.

I piani sociali sono uno strumento di programmazione e dovrebbero garantire anche continuità di alcuni servizi. E’ possibile che in un anno e mezzo non ci siano stati provvedimenti, iniziative comunali che riguardassero il tema dell’immigrazione? Come è possibile non far fronte a richieste, emergenze, necessità che riguardano non solo la comunità foggiana ma, appunto, la Puglia e l’Italia intera? Spero che a quest’ultima domanda possa rispondere anche la Regione Puglia che è sempre stata sensibile, almeno con la Giunta Vendola, ai problemi riguardanti l’immigrazione.

Siamo la Puglia, quella che i giornali e le tv chiamano terra di accoglienza. Confido nella sensibilità e operosità della Regione Puglia, nella persona di Michele Emiliano, affinché torni ad occuparsi del tema immigrazione e contribuisca a risolvere i problemi dei cittadini pugliesi. E faccio appello al Sindaco di Foggia, Franco Landella, affinché possa rivedere la scelta e possa ripristinare un servizio indispensabile per il benessere della nostra comunità. Concludo, rivolgendo un plauso alla forza, all’energia e alla tenacia del presidente del 'Centro Interculturale Baobab - sotto la stessa ombra', Domenico La Marca. Un grazie a lui ed ai suoi collaboratori e alle sue collaboratrici. Siamo tutti sotto la stessa ombra, non siete e non sarete soli in questa battaglia!"

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