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Matteo Orfini: "Votiamo sì, diamo forza alla speranza e al cambiamento"

Matteo Orfini prima a San Marco in Lamis, poi a San Severo per le ragioni del sì al referendum costituzionale del 4 dicembre

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

"Il confronto sulla riforma Costituzionale ha un valore più alto del destino politico dei singoli. La vittoria del sì darebbe slancio alla modernizzazione del Paese e alla buona politica. Superamento del bicameralismo perfetto; riduzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica; semplificazione: sono questi i cardini della Riforma che, se approvata, darà nuova forza alle istituzioni democratiche italiane".

Così Elvira Sparacia, componente della segreteria del Pd di San Severo ha aperto i lavori del convegno "Le ragioni del sì', moderato da Luigi Presutto, con la partecipazione dell'onorevole Michele Bordo, e del presidente nazionale PD, Matteo Orfini (che un'ora prima era stato ospite dei democratici di San Marco in Lamis)

"L'appuntamento del 4 dicembre è molto importante, anche alla luce di quanto successo in America qualche giorno fa. Un attimo dopo la chiusura delle urne, non sarà in discussione il futuro del governo Renzi. Ciò che davvero conta sono la nostra credibilità e la nostra forza internazionale. Una vittoria del "no" ci indebolirebbe. Siamo ad un bivio: con il "no" il Paese fa un passo indietro, si bloccano le riforme. Con il "Sì" facciamo un passo avanti fondamentale", ha affermato Bordo.

Queste invece le parole del presidente nazionale del Partito Democratico, Matteo Orfini: "Non tocchiamo la parte dei "principi" della nostra costituzione ma quella che riguarda il funzionamento delle istituzioni. È una riforma importante che serve al Paese e provvede a risolvere alcuni dei problemi che ci trasciniamo da decenni. Sono oltre 30 anni che si parla di superamento del bicameralismo perfetto: noi ci siamo impegnati ad ereditare un patrimonio che è quello "storico" del centrosinistra traducendolo e attualizzandolo. Questa riforma, nel rispetto delle prerogative del parlamento, renderà più rapidi i tempi di analisi e approvazione delle leggi. D'Alema e Berlusconi, oggi, dal fronte del "No" dicono che questa riforma da troppi poteri all'esecutivo. È giusto ricordare che, vent'anni fa, Berlusconi voleva il presidenzialismo, D'Alema, il semipresidenzialismo: due modelli differenti ma caratterizzati da un forte accentramento di poteri nell'esecutivo. Non dobbiamo trasformare questa riforma in altro, evitiamo le strumentalizzazioni. Discutiamo nel merito. La nostra carta costituzionale è figlia di un'Italia che usciva da guerra e dittature. Ma, se nella parte dei principi resta di straordinaria attualità, nel suo sistema istituzionale "barocco" di pesi e contrappesi non ha più ragion d'essere. Siamo di fronte ad una scelta cruciale: la vittoria dei "no" significa far trionfare il Paese dei bronci e del pessimismo. La vittoria del "Si" significa continuare ad avere una voce autorevole, in Italia e all'estero, per continuare a mettere in discussione un'Europa che, così com'è non ci piace. Votiamo "Si", diamo forza alla speranza e al cambiamento"

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