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Cacciata dal Parco, l'ex direttrice Villani dà battaglia. E intanto il ministero corregge Pazienza: "Procedimento errato"

Secondo il direttore generale per il patrimonio naturalistico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare la risoluzione del contratto di direttore non può prescindere dalla necessità per il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di effettuare una verifica sul recesso del datore di lavoro

Sull'asse Roma-Monte Sant'Angelo prosegue il duello a distanza Pazienza-Villani. Il destino dell'ex direttrice del Parco del Gargano allontanata il 7 settembre scorso dal presidente, con il quale dal giorno in cui l'esponente di Federparchi ha messo piede nella sede di Monte Sant'Angelo, il rapporto professionale ha subito più di un contraccolpo, è appeso tanto alla decisione del Ministero dell'Ambiente, che a partire dal 14 ottobre ha 30 giorni per esercitare il potere di vigilanza ed eventualmente annullare la nuova delibera del presidente, quanto a quella del giudice del lavoro al quale la 38enne di Foggia si è rivolta con la speranza di vedersi riconosciute le ragioni del suo ricorso. 

Per il direttore generale per il patrimonio naturalistico del ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la procedura con la quale Pasquale Pazienza ha mandato via l'ex direttrice dell'Ente Parco Nazionale del Gargano - vale a dire la risoluzione del contratto di direttore a seguito del mancato superamento del periodo di prova - non può prescindere dalla necessità per il ministero competente di effettuare una verifica sul recesso del datore di lavoro.

"Lo svolgimento dell’attività dell’Ente nell’adozione dell’atto di risoluzione del rapporto di lavoro per mancato superamento del periodo di prova del direttore, viola quanto disposto dalla legge 6 dicembre 1991 n. 394 che affida al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in qualità di Autorità vigilante, l’esercizio del controllo di legittimità sulle determinazioni di competenza degli organi amministrativi del Parco dal momento che l’esercizio della funzione di indirizzo e programmazione da parte degli organi del Parco deve essere realizzata con l’adozione delle relative determinazioni da inviare all’attenzione dell’amministrazione vigilante al fine di formare oggetto di controllo"

Nelle osservazioni richiamate nella delibera del 14 ottobre si legge che, "il recesso operato dall’Ente parco, per il mancato superamento del periodo di prova, ai sensi dell’articolo 10 del contratto individuale di lavoro, necessitava che il giudizio sull’operato del direttore durante detto periodo venisse verificato dall’amministrazione che ha effettuato la nomina". 

Ovvero, "il provvedimento di risoluzione avrebbe dovuto essere adottato con una determinazione del presidente dell’Ente (in assenza del Consiglio direttivo in via di costituzione)".

"Appare necessario - sempre secondo il direttore generale per il patrimonio naturalistico del ministero - che l’Ente parco nazionale del Gargano si conformi al rigoroso rispetto delle indicazioni sopra fornite, riconducendo a legittimità l’azione amministrativa dell’Ente poiché allo stato la mera nota di risoluzione del contratto di lavoro (protocollo n. 5100 del 7 settembre) si connota elusiva dell’esercizio dell’attività di vigilanza e va quindi resa nelle forme di legge (delibera presidenziale)".

Incassata la 'ramanzina' - che nello specifico stride con alcune accuse mosse nei confronti di Villani - Pazienza ha condiviso in toto i rilievi della nota protocollo n. 0079261 del 07/10/2020 - nella parte in cui si evidenzia che “il provvedimento di risoluzione del rapporto di lavoro prot. n. 5100 del 7 settembre 2020 avrebbe dovuto essere adottato con una determinazione del presidente dell’Ente (in assenza del Consiglio direttivo in via di costituzione)”, al fine di consentire il legittimo esercizio del potere di controllo di legittimità da parte dell’Amministrazione preposta alla vigilanza dell’Ente.

E con delibera 26 del 14 ottobre, "per la legittima sottoposizione al controllo dell’Amministrazione vigilante", il presidente dell'Ente Parco ha convalidato il provvedimento di risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro prot. n. 5100 del 7.9.2020 e i provvedimenti conseguenziali, in particolare il decreto di nomina del direttore facente funzioni del 10/09/2020 già sottoposto al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per la prescritta attività di vigilanza.

Alla luce di questo, non avevano tutti i torti gli esponenti foggiani del M5S più agguerriti Marco Pellegrini, Rosa Barone e Mario Furore quantomento a lamentare le modalità che hanno portato al defenestramento di Villani, figura sulla quale i cinquestelle di Capitanata si sono stretti, anche e soprattutto in contrasto alla Lega, principale sponsor politico di Pazienza, e al PD, al quale l'europarlamentare Mario Furore ha sempre rimproverato la scelta di non commentare le vicissitudini del Parco del Gargano.

Sulle motivazioni elencate da Pazienza nella missiva con la quale Villani è stata mandata via anzitempo rispetto al termine ultimo del periodo di prova, entrambi sono stati già auditi a Roma.

Entro la metà di novembre, il ministero si esprimerà sul casus belli Villani-Pazienza sulla scorta delle motivazioni che hanno spinto il presidente a prendere la decisione di risolvere il contratto con l'ex direttrice: "dalla scarsa conoscenza di una legge ed erronea applicazione delle norme contenute, alla scarsa conoscenza delle norme che disciplinano le procedure funzionali all’adozione degli atti formali dell’Ente. Dalla scarsa propensione da parte della dott.ssa Villani a dare attuazione agli atti di indirizzo adottati ed alle direttive impartite dal presidente alla scarsa propensione ad instaurare rapporti efficienti di collaborazione e di cooperazione con il personale dell’Ente oltre che con numerosi stakeholders territoriali".

In ultimo, l'accusa più grave di peculato, quella sul "reiterato utilizzo delle autovetture e di alcune risorse umane di proprietà dell’Ente parco per finalità non istituzionali". 

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