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La "crociata" delle donne Sel: "Dalla Regione, pagina oscura per democrazia"

Il consiglio di via Capruzzi ha votato l'inammissibilità degli articoli sulla parità di genere nella formazione delle liste e la doppia preferenza. "Favorita una legge che rappresenta un mostro giuridico e politico"

Una pagina oscura per la democrazia, e a scriverla è stato il Consiglio della Regione Puglia. Le donne Sel di Capitanata non risparmiano nessuno: il consiglio di via Capruzzi ha votato a maggioranza l'inammissibilità degli articoli sulla parità di genere nella formazione delle liste e la doppia preferenza. “E si è fatto ricorso ancora una volta al voto segreto, arma prediletta dagli ineffabili amanti dell'ipocrisia e della vigliaccheria, per votare una legge che rappresenta un mostro giuridico e politico”, puntualizzano.

"Il Consiglio regionale pugliese è composto al 95% da maschi che davanti alla sfida della parità di genere hanno fatto una retromarcia di arretramento culturale e politico per chiudersi in un proprio recinto di potere e di esclusione. I consiglieri hanno utilizzato argomentazioni arretrate e imbarazzanti contro la parità di genere e il coro è stato quasi unanime, a destra quanto nel centrosinistra dove alcuni esponenti si sono trovati convergenti nel rinnovare il patto maschile di una politica senza donne. Una regione che per due legislature si è posta all'avanguardia per scelte di rinnovamento e di qualità, con l'ignobile voto dell'altro giorno ha dimostrato di essere una regione che ha paura del nuovo per non perdere il consolidato dei poteri delle lobby”.

La loro posizione è chiara: alle donne non servono le contrapposizioni, ma la condivisione. Non è possibile accettare che i numeri delle donne elette siano così esigui. “La proposta di introduzione della doppia preferenza rappresenta non solo un fatto tecnico, ma introduce un principio di forte valore politico e simbolico nel riferimento “normato” di genere. La doppia preferenza femminile/maschile nell’espressione di voto, ridefinisce esplicitamente la necessità di un aggiustamento della rappresentanza, denunciando di fatto la falsa neutralità del sistema in vigore: una forzatura che sposta equilibri apparentemente paritari, sostanzialmente e storicamente strutturati a garanzia di un sistema di potere organicamente maschile, con l’avvallo a volte dignitoso e autorevole - ma il più delle volte marginale e superfluo - delle poche donne elette”.

“Avere un riferimento normativo può aiutare le donne ad avere un ruolo in una società che ha molto bisogno del punto di vista femminile. La presenza delle donne in politica e nelle istituzioni può essere una grande opportunità in questo momento di grave crisi politica, sociale ed economica del paese. Le donne possono portare un vento di forte novità attraverso un modo di interpretare il bene comune diverso, che ha una prospettiva differente da quello dei nostri rappresentanti uomini. Essere donna nelle istituzioni significa introdurre prassi e metodi nuovi, significa spostare il punto di vista nelle questioni, significa dare un altro ordine di priorità nelle politiche pubbliche, significa mettere a disposizione la concretezza e il talento delle donne per il paese. Forse – concludono le donne di Sel Capitanata - non saremmo in questa situazione se ci fossero state più donne nei ruoli chiave e nelle Istituzioni”.

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