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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il Terzo Polo resiste, lista unica per le Comunali: "A Foggia ci vorrebbe il Decaro della situazione"

Italia Viva punta tutto su una rappresentanza rinnovata e competente. E per Rosa Cicolella ci vorrebbe un "Decaro"

Il partito unico è acqua passata, ma in provincia di Foggia il Terzo Polo regge, nonostante le beghe dei leader nazionali. La liaison tra Italia Viva e Azione non è naufragata da queste parti. “Anche durante il periodo più critico non ci siamo lasciati”, conferma la foggiana Rosa Cicolella, coordinatrice provinciale del partito di Renzi in tandem con il viestano Aldo Ragni. “Abbiamo buoni rapporti nella maggior parte dei territori”, osserva allargando lo sguardo al resto d’Italia.

La base, ammette, è rimasta "attonita", perché guardava al partito unico come allo “spazio per quel riformismo che non ha voce né nel populismo di sinistra né nel sovranismo di destra”. Sui territori, lo schema non cambia per quanti avevano guardato al progetto, più che alle leadership.

E sabato c’è l’assemblea nazionale di Italia Viva a Napoli. “Lì definiremo i percorsi che partiranno dai Congressi, da ottobre in poi e, contemporaneamente, ci sarà una discussione su quello che è il primo banco di prova importante, ossia le Europee”.

Per quanto i sondaggi che circolano siano inclementi, la coordinatrice provinciale conta di recuperare il consenso degli elettori. “Nonostante i numeri in questo momento non ci dicano bene, noi continuiamo ad immaginare di poter rispondere all’esigenza di una parte degli italiani che non si ritrova in due formazioni che sono sempre più massimaliste”.

Allo stato attuale, una lista unica per le Comunali appare la sola certezza: “Partiamo da noi. Ci saremo, con una formazione che noi riteniamo possa essere degna”.

A Brindisi, Italia Viva e Azione hanno sostenuto il candidato del centrodestra Pino Marchionna, eletto sindaco. Potrebbe accadere anche a Foggia?

Voglio fare una premessa: le situazioni dei territori non sono paragonabili, perché ogni territorio ha una sua storia, una sua destra e una sua sinistra, perché sui territori contano le persone, le azioni politiche, il valore della rappresentanza. Per cui, io credo che non si possa a priori fare un paragone. A Brindisi, da parte di Italia Viva e Azione, c’è stata una valutazione rispetto al bene della comunità e, probabilmente, si è valutato che un cambio di passo lo rappresentasse quel tipo di formazione. Sono le persone che devono rispondere alla comunità. Per Foggia, mi sembra prematuro parlare in questo senso​. Noi partiamo da una posizione di ascolto. Parteciperemo, quando invitati, ai tavoli e ci interessa che Foggia rigeneri sia la classe dirigente che la visione politica e la rappresentanza.

Ma per invitarvi ai tavoli, quantomeno, centrodestra e centrosinistra dovrebbero sapere da che parte state, o no?

In questo momento, io mi sto rendendo conto che non si parla di formazioni, di programmi. Sto sentendo parlare soltanto di candidati sindaci, ma non si delineano ancora delle linee programmatiche di centrodestra o di centrosinistra. Partiamo da noi. Ci stiamo muovendo per una nostra lista. L’interlocuzione con Azione è cominciata già da un bel po’.

Ecco, che rapporti ci sono con Azione, oggi capeggiata a livello locale dal commissario provinciale Matteo Iacovelli, con la regia del consigliere regionale Sergio Clemente?

Sono rapporti ottimi. Abbiamo avviato le interlocuzioni. I rapporti erano buoni con la precedente classe dirigente, e nel momento in cui sono arrivati i nuovi dirigenti, con loro abbiamo proseguito il discorso e stiamo lavorando per una nostra proposta politica che ci vede concreti. Noi abbiamo innanzitutto il tema, che per noi è centrale, di una rappresentanza rinnovata e competente. È su questo che intendiamo essere competitivi. Per quanto riguarda il programma e le idee, l'alveo in cui io intendo portare il mio contributo è fatto di uno sguardo ai diritti, all'uguaglianza, all'istruzione, alla sicurezza. Sul territorio, dovrà essere incarnato da chi vuole farlo in maniera concreta e non ideologica.

Probabilmente, il M5S, in un’eventuale alleanza con il Pd, non accetterebbe una vostra partecipazione al tavolo della coalizione.

Questo è il vulnus che sarebbe difficile da comprendere. Detto questo, mi sembra evidente che se si guarda all'orto e non alla comunità e alla città, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Non ci stracceremo le vesti, perché bisogna vedere qual è l'idea di politica del territorio. Se hanno avuto determinati diktat, se Italia Viva e Azione non sono gradite, è chiaro che si sposta la questione su un piano personale e non sul tema della comunità, nel momento in cui, eventualmente, Azione e Italia Viva dovessero avere un programma e una visione politica collimanti. Poi saranno i cittadini a giudicare. Andremo avanti tranquillamente, e chi vivrà vedrà.

Ma vi siedereste al tavolo del centrodestra?

In questo momento, per me è una domanda acerba. Nel senso che io non conosco il centrodestra di Foggia. A Brindisi, la situazione era molto diversa. La mia storia mi vedrebbe un po’ in difficoltà a comprendere un posizionamento diverso. Vediamo che cosa c'è di sinistra in questo centrosinistra, così come vedremo quale destra a Foggia si paleserà. Se è quella da cui usciamo con le ossa rotte, mi sembra retorica anche la domanda. Noi non abbiamo preclusioni, né da una parte né dall'altra dal punto di vista ideologico, però abbiamo bisogno di capire per il territorio chi c'è, cosa si vuole fare e come. Sui territori, spesso ci troviamo con formazioni anche di centrosinistra ambigue. Quindi, il mio non è un 'no' preconcetto. La mia storia parla da sola, poi vedremo cosa ci sarà in campo. Ma, indipendentemente dalle due forze, io penso che si debba partire da noi. Chiaro che il tema dell’alleanza sia fondamentale, e ci vede pronti ad accogliere la struttura politica, personale e di rappresentanza più affine a noi.

Siete consapevoli che andando da soli potreste non superare la soglia di sbarramento?

Questo discorso non lo farei solo per Azione e Italia Viva, per quanto riconosco che siamo ai minimi storici rispetto al nostro percorso. Però, non mi sembra che se PD o M5S decidessero di andare da soli, andrebbero in Paradiso. Probabilmente, anche loro dovranno attraversare il Purgatorio. Quindi, è un discorso che vale per tutti. Bisogna vedere se la città la vuoi salvare, se alla città vuoi dare un'opportunità di rigenerazione, se ti vuoi sedere a parlare di nuova classe dirigente, di rappresentanza, se si supera il ‘me’, il banco di prova per le Europee, dipende se la priorità la diamo a Foggia o ad altro.

Il terzo polo non rischia di rappresentare un trampolino per il cosiddetto salto della quaglia?

È quello che dobbiamo evitare. Ed è il rischio che corre il centro. Però più si massimalizza soprattutto il centrosinistra, più il nostro riformismo diventa chiaro. Vedo che si acutizza l'estremismo di Schlein con dei Cinquestelle che, nonostante la forte debolezza, continuano a fare il braccio di ferro con il PD. Quindi penso che, man mano, la nostra determinazione, la nostra identità si andrà chiarendo. Tra i nostri dirigenti, abbiamo delle storie che identificano il nostro percorso. Quindi non credo a nessun salto della quaglia, credo ci voglia soltanto un po' più di tempo perché questo spazio venga riconosciuto dal consenso. 

Tra le realtà che si sono già affacciate sulla scena, c'è anche la coalizione civica di Nunzio Angiola, candidato con voi alle Politiche. Come guardate alla sua proposta?

Io guardo con rispetto a tutti coloro che si rimboccano le maniche. Nunzio ha creduto in questo suo progetto e si è lanciato. Al momento, con lui non abbiamo avuto interlocuzioni.

E con le altre civiche?

Credo che il civismo sia la casa di tutti quelli che hanno incassato delusioni importanti. In quelle formazioni c’è il volontariato, c'è l'impegno del terzo settore. Guardo con molta attenzione a queste formazioni. Ci siamo appena avviati, abbiamo assolutamente intenzione di partecipare, se siamo invitati, o di invitarli se partirà da noi qualche tavolo. Non pensavo neanche di avere chiamate e contatti importanti che ci guardano con interesse. Questo mi anima di grande speranza, perché credo sempre che, sui territori, al di là di tutto, valga la credibilità della proposta, poi il tema delle alleanze arriverà.

Nel caso, avreste un nome per il candidato sindaco?

Quando ci siamo riuniti, sostanzialmente, non avevamo escluso neanche questi ipotesi, perché non pendiamo dalla buona volontà degli altri, ai quali, tra l'altro, suggerisco anche un po’ di umiltà, considerato come sono messi. Però, ci siamo anche resi conto che non può essere il primo pensiero. Noi dobbiamo vedere cosa mettere su, dopodiché vedremo, se sarà necessario, anche questo passaggio, ma è proprio l'ultimo dei pensieri.

Qual è il suo identikit del futuro candidato sindaco?

Anzitutto, deve avere il coraggio di assumersi una grande responsabilità, e poi una visione politica e una buona competenza amministrativa. Io sono dell'idea che il sindaco di Foggia debba essere un politico. Dal mio punto di vista, ci vorrebbe il "Decaro della situazione". E io credo che i partiti non si siano attrezzati a produrre classe dirigente, per l’amor del cielo, ce ne sono alcuni, ma non abbiamo un vivaio. Per me, una donna rimane sempre l’ideale, perché puoi avere una spiccata sensibilità, però quando si muove una donna, ha una praticità, un senso dell’equilibrio, anche una modalità di approccio alla politica più adatta a guidare una comunità. Secondo me, Foggia ha bisogno di essere accompagnata, oltre che amministrativamente, anche umanamente.

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