Primi grattacapi per Rotice, tegola sui Fratelli d'Italia di Manfredonia: neo consigliere tra gli indagati di 'Omnia Nostra'
Primo e unico degli eletti nella lista dei Fratelli d'Italia, il nome del commercialista è finito tra gli indagati nell'ambito dell'operazione antimafia 'Omnia Nostra' che ha portato all'arresto sul Gargano di 32 persone
Ci sarebbe anche Adriano Vincenzo Carbone, coordinatore cittadino dei Fratelli d’Italia di Manfredonia, tra i 44 indagati dell’operazione antimafia ‘Omnia Nostra’ che alle prime luci dell’alba di questa mattina ha portato all'esecuzione di misure cautelari nei confronti di 32 persone indagate per associazione mafiosa operante nel comprensorio garganico di Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo (frazione Macchia) e Vieste.
Primo nella lista dei FdI con 258 preferenze ottenute al primo turno delle Amministrative di novembre, in attesa che l'ufficio elettorale proclami ufficialmente gli eletti (l'unico della lista del partito di Giorgia Meloni) - il 50enne commercialista entrerà in Consiglio comunale grazie al premio di maggioranza ottenuto in virtù dell'esito del turno di ballottaggio.
Adriano Vincenzo Carbone sarebbe indagato in concorso con altre persone, presumibilmente per il reato di riciclaggio. Una tegola, l'ennesima, che si abbatte sul partito provinciale del commissario Bignami, già colpito dalla dichiarazione di impresentabilità di un altro candidato della lista dei FdI, arrivata come una doccia fredda a soli due giorni dal voto (leggi qui).
Primi grattacapi da risolvere, quindi, per il nuovo sindaco di Manfredonia, l'imprenditore Gianni Rotice. Le ore successive alla conferenza stampa del blitz di oggi, sono state concitate a Palazzo San Domenico. Nelle more di eventuali risvolti, la vicenda Carbone potrebbe cambiare la geografia della maggioranza in Consiglio comunale, se è vero che all'interno della coalizione vincente, più di una persona gradirebbe che il consigliere comunale finito nelle carte dell'inchiesta odierna, facesse un passo indietro.
D’altronde, nella città commissariata per due anni dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, la parola d'ordine di Gianni Rotice è una sola: vietato sbagliare e abbassare la guardia. "Il nostro territorio va liberato da queste catene che lo imprigionano. Chiederò subito un incontro al Prefetto di Foggia Carmine Esposito. Da parte dell'Amministrazione comunale, in tutte le sedi, ci sarà sempre la massima disponibilità alla collaborazione con la magistratura, le forze dell'ordine e la società civile per porre attivamente argine al malaffare e fare luce su qualsiasi situazione d'ombra" il commento del sindaco.