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Mongelli tira fuori gli artigli: “Resto e da oggi non metto più la giacca”

Rifiuti, dirigenti e Teatro Giordano. Nuovo corso del sindaco riparte anche dallo stile, da oggi più casual con camicia e maglioncino

Sarà stato quel recente ultimo posto riservatogli nella classifica sul gradimento dei sindaci italiani a provocare lo scatto d'orgoglio. Lo stesso che probabilmente serviva (ed è mancato) qualche giorno fa al cospetto del sindaco di Bari, quando questi, accanto ad un Mongelli rimasto silenzioso, definiva Foggia una città "dove la mafia si sente nell'aria".

Saranno stati i titoli d'attacco dei giornali o piuttosto l'avvicinarsi del colpo di coda (il più difficile) della vertenza Amica; o ancora quel pasticciaccio del premio ai dirigenti 700mila euro in un ente sulla soglia del dissesto e con numerosi servizi che rasentano il livello minimo. O semplicemente di tutto un po’.

Mongelli decide: nel giro di pochi minuti convoca la stampa, alla quale si presenta con maglioncino e camicia. Inusuale, ma non causale. E' il dettaglio che dà inizio al nuovo corso per la città, a partire proprio dal suo abbigliamento. Non metterà più la giacca, annuncia. Uno stile più fresco, nuovo, metafora - nelle intenzioni - del rinnovamento che preannuncia per la città, alla guida della quale - comunica accompagnato da esponenti del consiglio e di giunta - resterà fino a scadenza di mandato.

Fino al giugno 2014. "Non sono l'ultimo sindaco di Italia e Foggia non è l'ultima città di Italia" si difende. "Pago il prezzo di scelte impopolari affidatemi da chi mi ha scelto alla guida di questa città" ricorda alle forze politiche, che sui problemi lasciati in eredità oggi, colpevolmente, tacciono. "Ma non mi sento l'ultimo. Sono orgoglioso di rappresentarvi e ad Emiliano dico che Foggia non è la città della mafia".

E a chi obietta che la replica è tardiva, risponde che sì, forse sì, ha ragione, ma la conferenza barese non era il luogo ideale per difendere una città che si presentava col cappello in mano dopo aver demolito un'azienda di nettezza urbana, fallita per mala gestio della politica ed accusata di infiltrazioni criminali.

Quindi il punto sul nuovo corso del servizio di igiene ambientale: Amiu verosimilmente non sarà pronta a subentrare a pieno regime già dal 15 gennaio ma necessiterà di altro tempo. Vanno trovate le carte per il collaudo dell'impianto di Passo Breccioso e completate le assunzioni dell'ex personale di Amica e Dauniambiente, che si chiuderanno probabilmente lunedì.

Tuttavia Amiu verrà sollecitata a dare la precedenza in tempi strettissimi al personale più urgente (addetti a Passo Breccioso ed operatori ecologici). Il nodo assunzioni resta il più difficile: "non sarò io a mettere veti, ma bisogna che rispettino i termini di legge". E le legge parlerebbe chiaro: fuori chi si è macchiato di reati contro l'azienda e la pubblica amministrazione o è indagato per associazione mafiosa. Cifre al momento non se ne fanno.

Quindi l'affondo, forte, contro i suoi predecessori e chi ha gestito sino ad oggi l'azienda, sindacati compresi: "il problema non è  la mancata assunzione oggi ma chi ha permesso che queste assunzioni avvenissero ieri" tuona Mongelli, consapevole del cattivo gioco politico che si è consumato ai danni di quelle famiglie che oggi rischiano di restare in mezzo ad una strada.

Mongelli, infine, rompe il silenzio sullo scandalo del premio ai dirigenti da 700mila euro: "Nessuno scandalo, nessun premio. Si tratta di un semplice impegno di spesa sulla base di valutazioni fatte dall'OIVP. Ora toccherà a me e al direttore generale valutarle e confrontarle con gli effettivi obiettivi raggiunti da ciascun ufficio, ricalcolando quelle somme sulla base dell'effettiva disponibilità del fondo" garantisce.

Il che, in un ente prossimo al dissesto, dovrebbe essere esiguo, riteniamo, se non proprio pari a zero. Ma il nuovo corso riguarderà anche la tecnostruttura, che dovrebbe esser finalmente chiamata a rispondere sulle inadempienze. A partire dal Teatro Giordano, ancora chiuso. Mongelli preannuncia un'azione di responsabilità  nei confronti di ditte e tecnici e il nuovo piano di riorganizzazione in arrivo. L'eldorado in Corso Garibaldi dovrebbe esser finito.

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