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La bomba di Longo su Palazzo di Città: contesta "gravi fatti" sulla gestione dei tributi post 'Adriatica Servizi'

Il consigliere di Fratelli d'Italia ha presentato un'interrogazione trasmessa anche alla Procura e alla Corte dei Conti. Gravi i fatti contestati che, se accertati, avrebbero conseguenze anche sul piano penale

L'affaire tributi al Comune di Foggia assume contorni inquietanti a leggere i contenuti dell'interrogazione urgente presentata dal consigliere comunale di Fratelli d'Italia Bruno Longo e trasmessa anche alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. Lancia una granata: i fatti ipotizzati, se dovessero essere accertati, configurerebbero persino conseguenze sul piano penale.

Il consigliere di maggioranza, tornato alacremente a studiare le carte, contesta anzitutto la scelta di rifiutare la possibilità offerta dal prefetto già a settembre di un commissario giudiziale che avrebbe permesso la prosecuzione del servizio di riscossione dei tributi comunali, nonostante Adriatica Servizi fosse stata raggiunta da un'interdittiva antimafia e successivamente (a marzo) sottoposta al controllo giudiziario di azienda (così come la Ctm per i servizi cimiteriali).

La tecnostruttura è la principale indiziata, ma è a caccia dei responsabili della rescissione del contratto con la società di Marco Trisciuoglio e Gianni Insalata. L'internalizzazione e l'affidamento temporaneo nei mesi successivi per la riscossione volontaria (per quella coattiva è stata incaricata l'Agenzia delle Entrate) avrebbero prodotto, secondo i calcoli di Bruno Longo - tutti da verificare - un aggravio delle spese per le casse comunali di oltre 2 milioni di euro, conteggiando anche il costo del personale esterno della società Andreani, affidataria del servizio di supporto tecnico amministrativo e di affiancamento agli uffici comunali a partire dal 21 gennaio.

Qualora confermato, sarebbe particolarmente grave il dato relativo alla mancata notifica di avvisi di accertamento Imu e Tari per circa 3700 contribuenti, caduti in prescrizione. Adriatica Servizi, collaborativa anche una volta rescisso il contratto, a settembre avrebbe trasmesso al Comune di Foggia liste di avvisi di accertamento e ruoli per circa 4 milioni di euro, in scadenza al 31 dicembre dell'anno scorso, ma ne sarebbero stati notificati solo 300 che avrebbero riguardato l'imposta municipale, mentre per la tassa sui rifiuti non ne sarebbe partito neanche uno. Stando ai dati in possesso di Bruno Longo, ad oggi l'Agenzia delle Entrate, dal canto suo, non avrebbe riscosso nulla. Non convince nemmeno il passaggio di mani dei dati informatici relativi alle riscossioni, circostanza che fonda però su "insistenti voci". Per finire, Longo contesta anche l'acquisto e la gestione del materiale informatico successivo alla rescissione del contratto con Adriatica Servizi, perché non sarebbero state rispettate le norme sull'obbligo di rotazione degli appalti e degli affidamenti a ditte esterne.

Calendario alla mano, fa notare pure come sia "scaduto ampiamente il termine fissato dal consiglio comunale per la definitiva discussione" sulle future scelte per la gestione dei tributi locali e non abbia ancora visto gli atti preventivi. Il consigliere Bruno Longo getta ombre pesanti e pone una serie di interrogativi a cui sindaco e dirigenti sono chiamati a rispondere in aula, con una postilla, viste le "deludenti esperienze pregresse (come le evasive risposte rese in aula circa la cancellazione arbitraria di quasi 40 milioni di euro di residui attivi ad una sola società)": si raccomanda ai dirigenti comunali interessati, di "essere precisi e puntuali nelle risposte, vista la gravità dei fatti contestati che, se veri, avrebbero conseguenze anche penali, oltre che amministrative e patrimoniali".

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