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"Qui come prossimo sindaco che sarà arrestato". Così Metta ironizza al fianco di Potenza: "Schema preoccupante"

Il 'caso Potenza' offre al sindaco di Cerignola l’opportunità per una riflessione più ampia su un presunto 'sistema' contro i sindaci e le amministrazioni comunali: "Guarda caso sempre sindaci non schierati a sinistra. E' gravissimo"

“Siamo nel mirino. Al primo errore, anzi alla prima incertezza, rischiamo di essere arrestati e di essere additati come criminali”. Il sindaco di Cerignola, Franco Metta, si mostra solidale con il collega Antonio Potenza, coinvolto nell’inchiesta ‘Madre Pietra’, arrestato a fine luglio e recentemente rimesso in libertà, non avendo i giudici riscontrato i gravi indizi di colpevolezza evidenziati dal Tribunale dauno.

Lo fa pubblicamente, affiancando il sindaco di Apricena in conferenza stampa: “Sono qui come amico di Antonio Potenza, come collega-sindaco e perchè ho dato una mano al collegio di difesa (composto dagli avvocati Paola Tortorella e Francesco Sisto), portando la mia esperienza di sindaco per impostare i discorsi difensivi che il Tribunale della Libertà ha accolto in pieno. Ma sono qui anche come prossimo sindaco che sarà arrestato”, ironizza Metta, invidiando la serenità con la quale il collega leghista ha affrontato (e continuerà ad affrontare) la vicenda giudiziaria.

Il 'caso Potenza' offre al sindaco di Cerignola l’opportunità per una riflessione più ampia su un presunto 'sistema' contro i sindaci e le amministrazioni comunali. “Non si può chiamare ‘criminale’ un sindaco 22 minuti dopo averlo arrestato, senza un controllo del Tribunale della Libertà, senza la verifica ipotetica in Cassazione, senza un primo grado di giudizio. Mi sono molto meravigliato quando ho letto, cito testualmente, che ‘l’arresto interrompeva una attività criminale’”. “C’è uno schema ricorrente, ed è molto preoccupante. Lo schema è il seguente: si iscrive un sindaco nel registro degli indagati per il reato di concussione (che è il reato più semplice da inventare)", spiega.

"Così si autorizzano intercettazioni, controllo dei cellulari, attività di pedinamento, microspie in auto, case ed edifici. Poi si tira questa rete larghissima e si prova a prendere un pesce. Ma non è così che funziona in uno stato di diritto, dove si parte (si dovrebbe partire) da una notizia di reato per poi sviluppare l’inchiesta. Non si fa una indagine su una persona a 360° (guarda caso sempre sindaci non schierati a sinistra) e poi si vede cosa ne esce. Questo è gravissimo. E mi dispiace che sia passato sotto silenzio”, conclude.

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