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Game over a Palazzo di Città

Le dimissioni di Franco Landella non sono revocabili. Il sindaco dimissionario, che sarebbe indagato per corruzione, ieri ha conferito presso la procura dauna

Game over a Palazzo di Città. Terminerà dopo due anni, con tre di anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato, l’esperienza amministrativa del Landella bis, nata sotto i colpi del ‘Chi non salta un barese è”, il ritornello che nella primavera 2019 trascinò il sindaco di Foggia, oggi dimissionario, alla riconquista di Palazzo di Città dopo la sorprendente affermazione del 2014 sul centrosinistra di Augusto Marasco. 

Quel che resta del governo cittadino si arrende alle inchieste della Magistratura, nonostante i tentativi di pezzi del nuovo esecutivo di convincere sindaco e consiglieri comunali ad andare avanti almeno fino alla fine dell'anno.

E si arrende il primo cittadino, che proprio ieri – dopo aver rimesso il mandato il 4 maggio scorso – accompagnato dall’avvocato Michele Curtotti, ha chiesto e ottenuto di conferire con la Procura dauna che negli ultimi mesi sta passando ai ‘raggi x’ l’operato dell’amministrazione comunale.

Secondo l'Ansa il sindaco di Foggia sarebbe indagato per corruzione. Il primo maggio scorso nella sua abitazione, nel corso di un controllo effettuato dagli agenti della squadra mobile, gli furono sequestrati i telefoni cellulari suo e della moglie.

Durante la perquisizione sarebbero stati ritrovati anche 7mila euro, “il salvadanaio di mio figlio”, avrebbe dichiarato l’esponente della Lega agli organi di stampa all’uscita del tribunale dauno.

L'oggetto dell'incontro non sarebbe quindi collegato agli arresti di Nuvola d’oro (in una intercettazione Apicella aveva tirato in ballo il sindaco estraneo ai fatti), men che meno a quelli di Leonardo Iaccarino e Antonio Capotosto.

Le dichiarazioni rese ieri da Landella ai pm nelle due ore di confronto, "in un clima sereno", sono confluite in un verbale di dichiarazione spontanea ora sul tavolo della Procura. "Il mio assistito ha sentito l'esigenza di conferire con la magistratura, come ogni singolo cittadino dovrebbe fare; ancora di più per la responsabilità che il suo ruolo impone. Come egli stesso ha confermato all'uscita del Tribunale, le dimissioni dalla carica di sindaco non si intendono revocabili" le dichiarazioni del legale.

A sei giorni dall’ultima possibilità per il sindaco di ritirare le dimissioni, su Palazzo di Città cala il sipario. L'immagine di Foggia e di chi la Governa, è ormai compromessa, ed è tutto fin troppo evidente e drammatico per immaginare un rintocco a festa delle campane della casa dei foggiani

Consiglieri comunali arrestati, amministratori sospesi dai partiti, indagati, nomine dell’ultima ora, atti ritirati in autotutela, dimissioni da cariche e incarichi, perquisizioni e anche un atto intimidatorio completano un quadro inquietante. 

Nel marasma generale i tre commissari della commissione d’accesso continuano a scartabellare fascicoli e a frugare tra le carte alla ricerca di incrostazioni ed elementi utili ad accertare se ricorrano pericoli di infiltrazione o condizionamenti da parte della criminalità organizzata nell'ambito dell'amministrazione comunale.

Il 9 maggio terminerà la prima parte del lavoro in corso del viceprefetto Ernesto Liguori, il vicecapo della squadra mobile Maurizio Miscioscia e il tenente dei carabinieri Francesco Colucci. E’ probabile che vi sarà una proroga di altri tre mesi fino al 9 settembre.

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