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L'ultimo sgarbo a Landella, il Consiglio comunale si fa quando lui non c'è. Iaccarino fa spallucce, "non è colpa mia"

La modifica del Regolamento per la 'sfiducia facile' del presidente è iscritta all'ordine del giorno, con 24 ore di ritardo rispetto alla scadenza dei termini. Primo punto le misure anti-crisi del Comune di Foggia

Il primo Consiglio comunale in presenza post lockdown si celebra a porte chiuse e in diretta streaming venerdì 29 maggio, alle 9.30. Pare fosse il giorno sbagliato. Sulla data, il sindaco Franco Landella ieri mattina aveva sollevato un'obiezione: lui è impossibilitato a partecipare. All'ordine del giorno sono stati iscritti 18 accapi, condensando così in un'unica seduta anche gli argomenti rinviati nella precedente riunione e l'emergenza Covid19, dunque, le misure anti-crisi del Comune di Foggia inserite in un documento congiunto redatto da maggioranza e opposizione.  

Assieme alle questioni urbanistiche, compresi i 30 alloggi della Coop Casa, torna in aula la transazione con la Raco per i lavori del Teatro Giordano. L'ultimo punto (difficile anche arrivarci a meno di una inversione) è la modifica del regolamento del Consiglio comunale, vale a dire la proposta di abbassare il quorum per sfiduciare il presidente del Consiglio comunale.

IL DOCUMENTO - Maggioranza e opposizione, a fatica, con un lavoro di taglio e cucito, hanno partorito il 21 maggio scorso un documento unitario. Dopo il cortocircuito nella riunione dei capigruppo e gli screzi tra il presidente del Consiglio comunale Leonardo Iaccarino e Raffaele Di Mauro, il consigliere comunale di Forza Italia aveva convocato i colleghi fuori dalla cornice istituzionale della conferenza dei capigruppo per stilare l'ordine del giorno contenente i provvedimenti da adottare per l'emergenza Covid, attesi dalla cittadinanza. Ha lavorato alacremente al documento anche Giulio Scapato, oltre agli altri consiglieri presenti - Francesco D'Emilio (in rappresentanza di Fdi), Giuseppe Fatigato e Giovanni Quarato (M5S), Danilo Maffei (per Impegno per Foggia), Concetta Soragnese (per la Lega), Paolo Citro (Foggia Vince), Antonio Capotosto (Udc), Francesco Morese (per Destinazione Comune), Massimiliano Di Fonso, Sergio Clemente (Puglia Popolare) e il vicesindaco Paolo la Torre - che si sono incontrati in 'esterna' e hanno tirato fino a tardi per unificare le proposte dei due documenti presentati il 12 maggio scorso nel Consiglio comunale monotematico. Altri consiglieri fisicamente assenti hanno fatto pervenire comunque il loro contributo. Le premesse, oggetto del contendere, non sarebbero state sfoltite granché.

IL RETROSCENA - Il sindaco è impossibilitato a partecipare al Consiglio comunale di venerdì. Ieri mattina ha scritto al presidente Leonardo Iaccarino e per conoscenza al segretario generale Gianluigi Caso, rappresentando "forte rammarico per non aver potuto concordare la data tra un ventaglio di ipotetiche date conciliabili con la personale agenda politica". Nella nota trasmessa, chiedeva pertanto di "valutare come data utile di convocazione del Consiglio il giorno 28 maggio, tenuto conto altresì che alla ridetta data scadono i giorni di convocazione obbligatoria previsti dall'articolo 4 comma 3 lettera c) del vigente regolamento del Consiglio comunale per la proposta deliberativa di modifica dello stesso".

La risposta è no, argomentata dal presidente Leonardo Iaccarino, che riferisce tutti i passaggi che hanno portato alla definizione di quella data. "Nel corso dei lavori della conferenza dei capigruppo tenutasi venerdì 22 il vicepresidente del Consiglio comunale, consigliere Fatigato, proponeva di celebrare il Consiglio comunale giovedì 28, istanza questa da me immediatamente condivisa al fine di ottemperare al termine dei 20 giorni" per l'iscrizione dell'argomento all'ordine del giorno. "A fronte della indisponibilità manifestata dal vicesindaco La Torre per la data del 28 maggio, la conferenza dei capigruppo, di comune accordo, posticipava di un giorno la riunione consiliare al fine di consentirne la partecipazione ai lavori quale assessore al ramo, questo in virtù dei numerosi accapi di natura urbanistica da trattare. Sono costretto a constatare, con sommo dispiacere, un evidente difetto di interlocuzione fra i capigruppo di maggioranza e la signoria vostra in quanto la tardività dell'odierna richiesta non mi consente di poter convocare il Consiglio ottemperando ai termini", e neanche lo poteva convocare d'urgenza, "non ravvisandosi motivazioni giuridicamente legittime per tale procedura".

Il carteggio risulta quasi surreale considerato che la modifica del regolamento è finalizzata proprio a sfiduciare Leonardo Iaccarino. Continuano a punzecchiarsi e battibeccare a debita distanza, a mezzo di comunicazioni ufficiali, in una partita a scacchi a tratti snervante.

L'iscrizione all'ordine del giorno 24 ore dopo la scadenza dei termini non dovrebbe comunque pregiudicarne la trattazione ma potrebbe costituire un ulteriore elemento di valutazione dell'operato del presidente del Consiglio comunale, sorvegliato a vista, seppure abbia già ampiamente esposto la sua tesi difensiva.

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