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L'ultimo giorno di Porreca, il presidente saluta la Camera di Commercio: "Fiero di quanto fatto"

Ultimo consiglio camerale oggi a Foggia per il presidente dimissionario. Dopo 6 anni Porreca lascia per "motivi personali". Ecco il suo bilancio

Non c’è null’altro che la volontà di dedicarsi a tempo pieno alla propria attività imprenditoriale dietro le dimissioni anticipate di Fabio Porreca dalla Camera di Commercio. E’ questa la spiegazione che il presidente dell’ente ha dato oggi  dinanzi al consiglio camerale, decretando l’immediata esecutività della sua uscita di scena ad un anno dalla sua riconferma. Le redini passano ora al vice. Il consiglio ha 45 giorni di tempo per tornare a riunirsi per nominare il suo successore (che, con tutta probabilità, essendo quella di Porreca una nomina in quota Confcommercio, dovrebbe essere il presidente stesso, Damiano Gelsomino).

Dopo sei anni ed una ricandidatura fortemente voluta, Porreca va via. E non lo fa né per le difficoltà di bilancio (che, comunque, dichiara “chiude i conti in pareggio”), né per la problematicità delle aziende speciali Cesan e Lachimer (che dovranno effettuare una ‘cura dimagrante’ da 250mila euro, oggi costano 1 milione 80mila euro, dovranno arrivare a 830mila: le trattative con i sindacati son già partite), né eventuali candidature alle regionali (di cui pure si vocifera, in quota centrodestra).

Lo stato della Camera di Commercio. Il bilancio di previsione è stato solo illustrato, mentre l’approvazione rinviata all’esito del confronto coi sindacati sulle aziende speciali. Quindi, per le prime settimane di gennaio, si sarà in gestione provvisoria. Secondo Porreca, si è fatto in questi anni tutto ciò che era possibile per contenere i costi, partendo dalle difficoltà che il mutuo per la nuova sede ha provocato (“pesano gli interessi bancari”), unitamente alle riforme che hanno investito gli enti camerali. Ma il bilancio chiude in equilibrio, passibile di ulteriori migliorie ove l’aumento del 20% del contributo camerale, alla firma del Ministero dello Sviluppo economico, dovesse essere formalizzata. Questo, unitamente alla riduzione alla voce “aziende speciali” e “ai sacrifici fatti in questi anni dal personale”, ha consentito un avanzo di gestione corrente di 191mila euro. 

“Abbiamo deciso e già deliberato di intervenire su una riduzione del costo delle aziende speciali da 1milione 80mila euro  a 830mila euro. E’ una decisione deliberata e definitiva. Qualcuno paventa chiusure o licenziamenti: non è lo scenario a cui sta lavorando camera di Commercio – ha detto Porreca.-. Si tratta di due aziende che hanno loro dimensione, gestibile senza misure radicali. Sono partiti gli incontri sindacali. E’ un’azione di sacrificio che va a buon fine se prevale buonsenso e interesse generale. Se così non fosse, si rischiano azioni di carattere unilaterale, che però non sono nelle nostre intenzioni. Spero nella soluzione più intelligente. Non posso accettare che qualcuno possa attribuire le mie decisioni degli ultimi giorni a questa fase, che è serena e già deliberata”. 

Porreca se ne va perché, a partire dall’estate scorsa, complice il mutamento del mercato, ha dovuto prendere coscienza che quell’impegno istituzionale era un “lusso”, un “privilegio”. E che non poteva proseguire oltre: l’azienda chiamava. “Mi rendo conto che sia difficile crederlo. Giustifico anche chi cerca di vedere in questo mio gesto qualcosa di diverso, perché non è usuale”. Quindi il più grande ‘lascito’ che ha prodotto per l’ente camerale la sua gestione: “Il mio più grande risultato è aver condotto questa Camera senza mai derogare al principio di perseguire l’interesse generale e collettivo, non c’è nessun atto in sei che possa essere ascrivibile ad interesse diverso. E in questo territorio è qualcosa di molto significativo.

Credo che sia questo il vero contributo di esempio dato in questi anni. E’ la cosa di cui vado più orgoglioso e spero si prosegua nella continuità”.

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