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Chiesta condanna a un anno di reclusione per Emiliano

Le contestazioni della Procura di Torino in merito al presunto finanziamento illecito della primarie del PD nel 2017

La pubblica accusa ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione e 90mila euro di multa per il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, sotto processo a Torino per un presunto finanziamento illecito durante le primarie del Partito Democratico nel 2017, contro Matteo Renzi e Andrea Orlando. Il pm Caspani ha proposto la stessa pena per il parlamentare del Pd, Claudio Stefanazzi e otto mesi per gli imprenditori Vito Ladisa e Giacomo Mesca. Lo riporta l'Ansa.

L'agenzia di stampa ha aggiunto che il presidente della Puglia ha reso una dichiarazione spontanea: "In passato, quando la sentivo pronunciare da altri, commettevo l'errore di considerarla una frase fatta: ora dico che confido nella giustizia. Ho 63 anni e ho sempre cercato di comportarmi bene, sia nelle cose importanti che in quelle meno importanti".

Due le somme al vaglio del tribunale che i due imprenditori avrebbero versato una società del Torinese che si era occupata della campagna elettorale di Emiliano. Per l'accusa si trattò di un finanziamento occulto.

"Mi sono candidato molte volte e ho sempre seguito una regola: a occuparsi della raccolta dei finanziamenti doveva essere l'associazione Piazze d'Italia, che era molto attenta a scegliere gli interlocutori. Per questo non ho mai incontrato nessuno e negoziato alcunché. C'era anche un limite nell'ammontare del finanziamento, una specie di codice etico sovrapposto alle previsioni della legge. La separazione fra l'indirizzo politico della campagna e i profili amministrativi fu netta anche in occasione delle primarie" (Ansa).

Così il presidente del gruppo consiliare e il segretario regionale del Pd, Filippo Caracciolo e Domenico De Santis sulla richiesta di condanna della procura di Torino per il presidente Emiliano. “Siamo certi che il presidente Emiliano saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati. Abbiamo massima fiducia nella giustizia e, in attesa che faccia il suo corso restituendo la verità dei fatti, siamo vicini al presidente consapevoli delle difficoltà e delle sofferenze che comporta il dover affrontare un giudizio sapendo di non avere alcuna responsabilità”.

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