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Festa Fli, Tatarella: “Sempre dalla parte di Foggia e della Capitanata”

Fabrizio Tatarella: "Il pericolo maggiore è e resta quello della saldatura fra disagio sociale e criminalità. Serve una politica che accompagni il cambio di mentalità e di passo"

“Con la gente e tra la gente” il titolo della II Festa provinciale di FLI in Capitanata svoltasi con grande successo di pubblico a Foggia nel fine settimana appena trascorso. Da qui, dal capoluogo, abbiamo deciso di ripartire per il rilancio di tutta la nostra bellissima provincia trascurata e abbandonata.

Non a caso abbiamo voluto che il palco delle nostre discussioni avesse come sfondo il Teatro Giordano, autentico simbolo della bellezza, della nobiltà, ma anche dell’incuria e del degrado di Foggia. L’appuntamento foggiano è stato l’ennesima dimostrazione che Fli è l’unica forza politica che non teme, ed anzi promuove l’incontro con i cittadini, per svegliarne le coscienze.

Eppure l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura ha permesso di conseguire importanti successi contro la criminalità organizzata, in particolare nel contrasto alla temibilissima mafia garganica. Ma fra i cittadini aumenta l’insicurezza percepita, dovuta soprattutto alla microcriminalità. Foggia e i maggiori centri della provincia subiscono uno stillicidio di rapine, scippi, furti in appartamento e furti d’auto.

Questo, insieme alla diffusione e alla totale impunità degli autori di atti vandalici, crea un allarme sociale estremo, al quale bisogna dare una risposta.

Il pericolo maggiore è e resta quello della saldatura fra disagio sociale e criminalità. La ritirata dello stato sociale, l’impoverimento del ceto medio e l’indebolimento delle reti di solidarietà, insieme alla presenza di cittadini extracomunitari o neocomunitari sprovvisti di qualsiasi radicamento, crea una miscela esplosiva, nella quale i clan rischiano di divenire strumento di organizzazione sociale.

È illusorio e sbagliato pretendere di rispondere a questi problemi con il solo strumento della pur indispensabile repressione: serve una risposta culturale, terreno sul quale è più che mai indispensabile l’alleanza fra una politica sana e l’associazionismo, fra istituzioni e volontariato.

Deve essere chiaro che l’idea di sussidiarietà su cui bisogna puntare è all’opposto di quella fin qui sostenuta. Non è il volontariato che deve entrare in campo quando lo Stato non arriva, ma lo Stato che deve intervenire quando la spinta del volontariato non è sufficiente.

Futuro e Libertà per l’Italia è naturalmente al fianco delle battaglie e delle mobilitazioni della società civile, si tratti della battaglia contro le trivellazioni a Tremiti che della difesa dell’Ospedale e del Tribunale di Lucera. Ma pensiamo che sia profondamente sbagliato usare la protesta contro lo Stato assente e lontano per far dimenticare le responsabilità della classe dirigente locale.

Così, prima di polemizzare con il ministro Clini, i nostri parlamentari, specie se appartenenti alla maggioranza che sosteneva il Governo Berlusconi, devono spiegarci come e perché hanno votato le norme che permettono alla Petroceltic di ottenere l’autorizzazione ai sondaggi.

Allo stesso modo, mentre si manifesta indignazione per tagli che appaiono illogici, bisogna anche saper appoggiare quelli che sono sacrosanti. Le Province, secondo noi, vanno abolite. Il Governo ha cominciato a ridurle, ed è ridicolo che, ad esempio, Taranto, Brindisi e Lecce decidano come spartirsi le spoglie e creare una provincia con tre capoluoghi. Noi dobbiamo dire le cose con chiarezza: certe idee appartengono ad un’epoca ormai tramontata.

Questo Governo, che sta imponendo sacrifici di ogni genere ed è chiamato a somministrare al Paese un’amarissima e indispensabile medicina, è quello che ha concretamente avviato il Piano per il Sud che Berlusconi e Fitto si sono limitati ad annunciare. Anche questo pone interrogativi urgenti alla provincia di Foggia, perché gli investimenti pubblici al Sud ripartono da qui, dal mezzo miliardo di euro che Reti Ferroviarie Italiane investirà nei prossimi cinque anni per l’alta capacità, per la Foggia-Lauria-Potenza e per il potenziamento della stazione di Foggia.

Risorse che potrebbero essere almeno in parte intercettate se le nostre imprese riuscissero a fare sistema. Perché se l’unica cosa che si vuol fare sono palazzi da mettere a rendita e magari elemosinare qualche subappalto per il movimento terra, la crescita resterà una chimera.

Serve una politica che accompagni questo cambio di mentalità e di passo, meno intenta alla contemplazione del proprio ombelico e alla conservazione dei propri privilegi e più pensosa del bene comune. Per questo l’impegno di Futuro e Libertà in provincia di Foggia sarà sempre più deciso e concreto.

 

 

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