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Sita: fermate soppresse sulla Statale 89, ma i problemi per i viaggiatori restano

Giorgio Cislaghi: “E’ stato valutato il rischio che corrono le persone per raggiungere le città in macchina o, peggio ancora, per raggiungere a piedi l’unica fermata disponibile”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

Giorgio Cislaghi | “Da gennaio l’azienda di trasporto pubblico SITA ha deciso di sopprimere quasi tutte le fermate lungo la statale 89 nel tratto compreso tra il bivio per San Marco in Lamis e l’aeroporto di Amendola. E’ rimasta solo la fermata, a circa metà percorso, situata all’altezza del distributore di carburante.

Questa decisione è stata motivata dalla non conformità delle fermate stesse con il codice della strada oltre che costituire “un evidente pericolo per i viaggiatori che, per raggiungere tali fermate, attraversano la statale in questione e sostano sul ciglio stradale”.

Queste poche righe hanno cambiato la vita a decine di famiglie rendendo loro quasi impossibile usufruire del trasporto pubblico per raggiungere la città (Foggia e/o Manfredonia), poche righe che hanno stravolto abitudini decennali che scandivano le giornate di studenti e lavoratori. Viene da chiedersi se chi ha preso questo provvedimento ha valutato il rischio che corrono le persone per raggiungere le città in macchina o, peggio ancora, per raggiungere a piedi l’unica fermata disponibile.

Hanno provato i dirigenti di SITA a percorrere a piedi quei “pochi chilometri” camminando sul ciglio della statale, magari sotto la pioggia, mentre le macchine passano veloci, ben oltre i 90 Km/ora previsti dal codice della strada? Hanno provato cosa vuol dire per delle studentesse percorrere a piedi quel tratto di strada frequentato da “avventori del sesso a pagamento?”.

Questa vicenda fa venire allo scoperto anni di “disattenzioni”, di colpevoli distrazioni, se corrispondono al vero le problematiche sollevate da SITA. Perché non si sono adottate prima le misure di sicurezza necessarie? Perché solo ora, in piena crisi economica e con poche risorse, è sollevato questo problema? Sono queste le emergenze che giustificano la diminuzione dei fondi per la cultura (chiusura del Teatro del Fuoco e riduzione dei finanziamenti alla Biblioteca Provinciale) e il loro utilizzo per “migliorare la viabilità stradale”?

Eppure la soluzione, a costo zero, è proposta da ANAS: spostare le fermate dall’asse principale alla viabilità di servizio (le complanari) “facilmente raggiungibile dall’asta principale attraverso numerose aree di svincolo esistenti in entrambe le direzioni” e, aggiungono i residenti, se vengono spostate nelle vicinanze dei cavalcavia per l’inversione di marcia si risolve anche il problema dell’attraversamento della statale.

Per potere tornare a usare in sicurezza il mezzo di trasporto pubblico le persone residenti nelle vicinanze della statale hanno inviato una petizione (oltre 260 firme raccolte) a Prefetto, Amministrazione Provinciale e assessore regionale ai Trasporti, senza avere alcuna risposta da loro e senza essere invitati alle riunioni convocate per affrontare il problema.

A queste persone, che ora si sono costituite in comitato (studenti, lavoratori, imprenditori agricoli che vivono in campagna) va la nostra solidarietà, all’assessore Ferrandino del Comune di Foggia va il nostro apprezzamento per l’attivo interesse dimostrato mentre confidiamo che SITA e amministrazione provinciale si adoperino per un rapido ripristino delle fermate soppresse”.

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