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Politica

Tra 'Benvenuto presidente' e i 'Mille x l’Italia', Ciccarelli duro con Mongelli e il M5S

Tra i titoli di coda del film di Milani, Ciccarelli invita Mongelli a dimettersi e sul M5S: "Fenomeno di destra reazionaria e pericolosa che a livello locale può andare bene per fare qualche pagliacciata"

Chissà quale effetto avrà fatto al nostro collega Enrico Ciccarelli leggere il suo nome tra i titoli di coda del film "Benvenuto presidente", la commedia che sta spopolando al botteghino con uno splendido Claudio Bisio che indossa gli insoliti panni di un presidente della Repubblica italiana che solo una (s)fortunata casualità porta alla carica più alta e prestigiosa dello Stato. E si, perché il nome del brillante giornalista foggiano compare tra i ringraziamenti finali della casa produttrice del movie. Ma la curiosità è donna. Ed in questo caso raddoppia: donna e giornalista. Fate un po' voi....Lo abbiamo chiesto al diretto interessato. 

Enrico, dunque,  anzitutto complimenti. Lo sapevi? Ne eri a conoscenza? 

Per la verità è stata un sorpresa anche per me. Certamente graditissima. Sia chiaro: non ho cambiato mestiere, non mi sono lanciato in improbabili avventure cinematografiche. Il mio contributo si è sostanziato nella intercessione presso l'ufficio di presidenza della Camera dei Deputati, dove allora sedeva Gianfranco Fini, per far ottenere alla casa produttrice le autorizzazioni necessarie a girare parte delle scene all'interno di Montecitorio. Per la verità, non credo si sia trattato di un contributo decisivo, il mio. Credo che già in altre occasioni Fini avesse concesso aperture di questo genere. Ma hanno inteso ringraziarmi e ciò non può che onorarmi.

Dunque, tutto si collega al rapporto tuo personale con l'ex presidente della Camera...

Si. Conosco Fini da oltre 30 anni, da quando entrambi portavamo i calzoni corti. Poi, col tempo, ci siamo persi di vista. Lui è diventato il politico importante che conosciamo, io il giornalista che conoscete. Ci siamo rincontrati l'anno scorso, in occasione dell'assemblea di Arezzo che lanciò Futuro e Libertà per l'Italia, momento che ho avuto l'onore di introdurre personalmente, coordinandone i lavori. Da lì abbiamo ripreso i rapporti.

Anche sotto l'aspetto professionale, come dimostra il tuo nome sul quotidiano on line "I mille per l'Italia"...

Si, un prodotto sperimentale che è ancora in piedi, seppur frastornato dal risultato elettorale. Perché nasce con un respiro più ampio, che non si esaurisce nel FLI ma mira ad abbracciare quell'area moderata che oggi prende il nome del prof. Mario Monti e che domani non sappiamo come si definirà, ma che a mio avviso risulta a tutt'oggi la prospettiva più seria che c'è in politica per dare una specificità italiana al Partito Popolare Europeo.

È un dato di fatto che viviamo un momento di forte cambiamento: il rifiuto dei partiti tradizionalmente intesi e lo tsunami a 5 stelle. Da attento osservatore politico, qual è la lettura che dai alla “svolta pentastellata”? A Foggia il M5S si attesta al primo posto. E l’anno prossimo si vota …

Ho serie perplessità sul Movimento Cinque Stelle in generale, non è una novità che trovo positiva. Lo considero un fenomeno di destra reazionaria e pericolosa, mentre a livello locale può andare bene per fare qualche pagliacciata, fermo restando l’apprezzamento per alcune persone stimate e stimabili che conosco personalmente. Ma è indubbio che sia un calderone con all’interno un campionario di Facebook da far accapponare la pelle: individui raccapriccianti, personaggi buoni per tutte le stagioni, giudici autonominatisi, “maestre”, vaiasse, persone che parlano di tutto senza avere cognizione di niente, dove sale alla ribalta chi ha più voce per urlare. Persone chiassose e miserande che finiscono per far passare in secondo piano chi invece ha genuine richieste di cambiamento. E’ questo è un handicap decisivo. Il lavoro fatto sul depuratore, ad esempio è stato egregio, la tipica iniziativa in cui si declina un movimento di partecipazione civica. Altro sino ad ora non ho sentito.

Nessuna svolta a 5 stelle, dunque…

Abbiamo già avuto modo di osservare ed analizzare il gap tra il risultato grillino alle elezioni politiche e quello registrato alle regionali: dalla Lombardia al Lazio, il m5s prende meno punti percentuali delle politiche. Mi sembra, dunque,  un po' temerario pensare che un'eventuale lista alle prossime amministrative non seguirà la stessa tendenza. Anche perché le due elezioni non sono assimilabili, nei territori entrano in gioco molti fattori.

Qualcosa, tuttavia, sta cambiando.

Ragionare con le vecchie appartenenze è ormai fuori tempo. Guardiamo a Renzi: "voglio bene al Pd ma voglio soprattutto bene all’Italia", non è difficile immaginarlo tra poco con un partito proprio. O la svolta Vendola, che ha rimescolato le carte in giunta con molta meno attenzione alle esigenze dei partiti. O ancora, la campagna elettorale atipica di Michele Emiliano, che è un po' difficile inquadrare negli schemi ortodossi di partito. Credo che anche a Foggia le prossime elezioni avranno questo segno. 

La consiliatura Mongelli rischia di concludersi in maniera turbolenta atteso lo scontro coi socialisti esploso di recente

Io mi meraviglio di chi si meraviglia. Con tutto il rispetto per Mongelli e per la maggioranza che legittimamente governa, io ho sempre pensato che quella vittoria, nel 2009, fosse il frutto di un equivoco. Era impensabile immaginare che le stesse persone protagoniste della stagione Ciliberti, da tutti ritenuta disastrosa, potessero aprire una pagina nuova solo perché da assessori fossero passati a sedere tra i banchi del consiglio. Adesso scopriamo che Benvenuto è corresponsabile di un disastro finanziario ma vorrei ricordare a Mongelli che nel banco accanto siede Italo Pontone, anch’egli assessore con Ciliberti, piuttosto che Claudio Sottile o Raffaele Capocchiano. Questo per dire che non è questione di uomini ma di scelte politiche, che Mongelli non ha invertito. Certo, lui ha l’alibi delle casse vuote ma prendiamo il Pug, ad esempio: il piano urbanistico generale non costa, perché non si fa? O la riqualificazione del rione ferrovia, contenuto nel programma dei primi 100 giorni di Mongelli: non solo non si è mai fatto alcunché ma dopo 4 anni non è neanche stato affidato l’incarico per la progettazione! Dunque, nessuna meraviglia. E’ la stessa radice d’albero che ha dato gli stessi frutti. La scoperta di Mongelli è tardiva ed ipocrita.

Beh, parole molto forti.

Lo dico senza alcuna animosità personale verso alcuno. E dico anche di più: il sindaco dovrebbe dimettersi e la giunta sgomberare il campo. Nell’ultimo anno non può cambiare niente. Ogni tanto bisogna arrendersi all’evidenza.

Preferenze sul prossimo candidato sindaco?

Mi auguro possa essere una donna. Ho letto che si ricandida Lucia Lambresa, ma anche altre. Ritengo sia il loro momento. E poi, sinceramente, peggio degli uomini che abbiamo avuto sarà davvero difficile fare.

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