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Emiliano strizza l'occhio a Salvini: "Apprezzo i tuoi sforzi". E sui Cinquestelle: "Stanno prendendo le malattie degli altri partiti"

Il presidente della Regione Puglia ha salutato con un caloroso incoraggiamento il leader della Lega nel corso di una kermesse politica a Ceglie Messapica. Poi, durante il dibattito, ha chiarito meglio i suoi propositi

"Stai cercando di trovare una lettura di questo Paese che sia vicina alle persone e, per quello che io posso fare, nel mio piccolo, da presidente di questa bellissima Regione ma anche da vice presidente della Conferenza delle Regioni accanto a Massimiiano Fedriga, è uno sforzo che, personalmente apprezzo moltissimo". A sorpresa, sono parole rivolte al leader della Lega Matteo Salvini dal governatore Michele Emiliano, che riesce a spiazzare 'La Piazza' in quel di Ceglie Messapica dimostrano uno strano feeling. 

Domenica sera, ospite della kermesse politica di Affaritaliani.it, dalla platea, ha salutato anche a nome di tutti i pugliesi "con grande affetto e anche grande rispetto" l'ex ministro intervenuto in videoconferenza. "Vedo nelle tue parole un grande sforzo che io nel mio piccolo, in questo momento, dalla Puglia, voglio incoraggiare", ha detto Emiliano, anche se poi ha ammesso che magari "c'è qualche piccolo ritocchino da fare su alcune questioni sulle quali forse abbiamo ancora idee diverse".

Sa bene come quello sforzo non sia "privo di costo politico, però io, che di costi politici ne ho dovuti patire tantissimi per essere ancora qui dopo quasi 20 anni, so che questa è la strada giusta. Quindi, al di là di quello che ti potevi forse aspettare da un esponente del Partito Democratico, ti dico che sullo schema di questo Governo, sull'idea del Paese che stai cercando di mettere a fuoco, io penso che la collaborazione generale anche della regione Puglia sia una cosa che tu ti puoi legittimamente aspettare". Dal canto suo, si aspetta consigli e incoraggiamenti dal leader leghista.

Salvini ricambia, neanche troppo meravigliato e senza ricamarci, e con lui ringrazia "tutti gli 8mila sindaci italiani e tutti i governatori italiani, al di là dei colori politici, perché hanno fatto il possibile e l'impossibile" durante la pandemia.  

Una volta salito sul palco, nel salotto all'aperto del direttore di Affaritaliani Angelo Maria Perrino, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano chiarirà meglio le sue intenzioni, chiamato in causa sulla permanenza di Draghi e sul presidente della Repubblica che le Regioni contribuiscono ad eleggere. "La Puglia vuole svolgere un ruolo, le Regioni vogliono svolgere un ruolo - ha detto il governatore - Non a caso ho fatto quel saluto a Matteo Salvini. Io non faccio nulla per caso. Ho apprezzato lo sforzo che è cominciato col Governo Draghi di costruire un'idea diversa anche della qualità della politica nel nostro Paese. Draghi ci ha imposto di salire di livello, anche col silenzio che alle volte utilizza come arma politica molto efficace. Siamo usciti dall'epoca di quelli che si sono inventati in una stagione e sono morti nella successiva e siamo entrati nell'ambito di quelle persone grate alla Repubblica che sono in grado di presentare una storia. È evidente che il presidente della Repubblica deve avere una storia e non può essere una storia da niente, deve essere autorevole. Noi abbiamo vissuto negli ultimi anni questioni legate alla mafia, alla legalità, all'equilibrio dei poteri nelle relazioni internazionali: potete mai pensare che il presidente della Repubblica possa non essere un soggetto all'altezza del presidente del Consiglio, di un nuovo ruolo dell'Italia nel G20 e che ridicolizziamo tutto per l'ennesima volta con figure piccole o piccolissime? Ecco perché io penso che la Lega ha capito questo cosa e ha capito che non si può più scherzare". Fin qui, il retropensiero.

Quando gli domandano come va con i Cinquestelle rasenta, invece, l'incidente diplomatico. Va "abbastanza bene", anche se "stanno prendendo un po' le malattie di tutti gli altri partiti, e hanno, forse, anche meno difese immunitarie degli altri partiti". Affermazione che riconduce direttamente alla riesumazione del trattamento di fine mandato. Racconta come nel giorno del Consiglio regionale incriminato avesse accusato un colpo di calore e avesse provato a partecipare in collegamento, ma gli era stato impedito perché il capogruppo di Fratelli d'Italia aveva osservato come la norma precauzione scattasse solo in caso di Covid. "Mi sono meravigliato, e poi alla fine ho capito perché: si sono votati all'unanimità, tutti i partiti, una norma che ripristinava, sia pure in modo misero, il trattamento di fine mandato". Anche i segretari dei partiti, dice, "erano all'oscuro" di tutto.

Corre l'obbligo ricordare, considerato il riferimento iniziale ai Cinquestelle e che lui si era appena definito "un esponente del Partito Democratico", che l'emendamento che ha ripristinato il Tfm - peraltro con formula retroattiva - è stato firmato e votato anche dal PD e dal gruppo Con Emiliano, nato dalla lista del presidente.

Incalzato sul rapporto con i Cinquestelle, comunque, correggerà il tiro in calcio d'angolo. "In Puglia tutto ha caratteri pugliesi: è chiaro che qui i Cinquestelle non sono come nel resto dell'Italia e il Pd non è come nel resto d'Italia e in più ci sono movimenti civici, importantissimi, che sono più della metà del mio elettorato che evidentemente svolgono un ruolo che è fondato sull'unità".

Pd e M5S "vanno d'accordo, anche perché non hanno altra possibilità". Ma non ne fa mistero, "è un laboratorio complicato perché il Pd non dimentica i momenti brutali che ci sono stati". Li ha coinvolti, ci tiene a rimarcarlo, con "un assessorato non da poco", quello al Welfare della foggiana Rosa Barone. "Anche a me facevano il segno delle manette e all'inizio non capivo bene se erano persone che avevo arrestato o se mi stavano sfottendo sperando che finissi in galera - scherza -  quindi è chiaro che ci sono stati momenti difficili, però, in politica conservare il rancore e soffermarsi su ciò che divide è un errore".

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