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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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INTERVISTA | Santarella: "Basta con la politica baricentrica, è ora di rilanciare la Capitanata"

Ex sindaco di Candela ed ex consigliere provinciale, Savino Santarella è candidato consigliere regionale con il Movimento Politico Schittulli

Tra i 126 aspiranti consiglieri regionali in Capitanata, c’è anche Savino Santarella.

L’ex sindaco di Candela e assessore provinciale classe 1967, si candida nella lista del Movimento Schittulli a sostegno dell’oncologo ex presidente della Provincia di Bari. Già nel suo slogan Santarella rivendica la centralità della Capitanata, troppo spesso “marginalizzata in nome di una politica baricentrica”.  

Da sindaco di Candela a consigliere Regionale, passando per l’esperienza come assessore Provinciale e quella di Bruxelles. Un passaggio automatico?

“No, non direi. Non c’è nulla di automatico in politica, perché credo che il consenso lo si guadagni con l’impegno. Mi presento alle elezioni perché credo che in questi ultimi dieci anni i nostri rappresentanti non abbiano fatto gli interessi della Capitanata. Io mi impegno in prima persona per portare in Regione le ragioni della Provincia di Foggia, troppe volte disattese o tradite.

Dunque il bilancio che fa delle ultime amministrazioni non è positivo.

“E’ un bilancio disastroso. Abbiamo un aeroporto che non funziona, una Fiera dell’agricoltura che ha avuto un crollo incredibile. C’era e c’è bisogno di maggiore impegno, e chi ha rappresentato la nostra provincia indegnamente, deve rispondere delle proprie azioni”.

Da dove deve ripartire la Capitanata?

“Principalmente si deve lavorare per migliorare la qualità della vita, per esempio partendo dalle infrastrutture stradali. Ridurre le distanze tra i grossi centri e le aree marginali è uno dei punti di partenza. Poi si dovrebbe creare un parco Archeologico, che favorirebbe il turismo oltre a creare nuove fonti di reddito. E ovviamente rilanciare l’aeroporto. E infine ci sarebbero altri provvedimenti che non richiedono grossi sforzi economici”.

Tipo?

“Si potrebbe creare un polo che ruoti attorno all’azienda Princes che coinvolga piccole e grandi aziende agricole. Sollecitando le aziende in crisi a diversificare le produzioni, ad acquisire nuovi macchinari e formare i propri dipendenti. Non è difficile, basta cambiare il piano formativo regionale, e destinare i fondi alle imprese che più ne hanno bisogno”. 

Gino Lisa, infrastrutture, Sanità. Su cosa si deve in primis lavorare per far crescere la Capitanata? 

“Ovviamente la Legalità”

A proposito di Capitanata in crisi, spesso si è parlato di politica regionale votata al ‘Baricentrismo’, e di rigetto è stato coniato il termine ‘Foggianesimo’. Sono veri entrambi questi termini?

“Foggianesimo è un neologismo coniato da Vendola per etichettare chi si lamentava della politica attenta alle ragioni di Bari. Ma la storia dice che chi è stato tacciato di Foggianesimo aveva ragione. La politica di Vendola ha accentrato tutto marginalizzando le altre province. Vendola deve rendere conto di questo, e con lui anche Emiliano”. 

Il suo slogan recita un messaggio abbastanza eloquente “Io non sono barese”. Non le pare che ci sia un leggero controsenso, visto che lei si candida a sostegno del barese Schittulli? 

“Lo slogan è stato frutto di una scelta ponderata. Se si ragiona a fondo, si capisce che non si tratta di una contrapposizione ai baresi, contro i quali non ho nulla. Ma è una rivendicazione dei diritti per la terra in cui si è nato. Quando dico di non essere barese, intendo lanciare un messaggio ai foggiani, ai nostri consiglieri che non hanno perorato le cause della Capitanata, non opponendosi per esempio a provvedimenti come il “baffo ferroviario”, che bypasserebbe la stazione di Foggia nei treni che da Bari conducono a Roma. Una scelta che nella logica del barese è conveniente, ma non lo è per il foggiano”.

A proposito di Schittulli, la scorsa settimana si è registrata la definitiva rottura con Forza Italia. E’ stato un assist a Emiliano?

“Un assist di Berlusconi e della Poli Bortone, colei che lo scorso 8 marzo quando si ufficializzò la candidatura di Schittulli, sostenne in lacrime che il professore fosse la persona più adatta a rappresentare il centrodestra. Non può essere coerente una persona che ha fondato un movimento denominato ‘Io Sud’ in contrapposizione alla Lega, e che ora si allea con Salvini”.

Ma con la scissione in seno al centrodestra, non crede che la dispersione di voti faciliterebbe una vittoria di Emiliano?

“Io credo che se si mette in risalto l’operato della Sinistra in questi ultimi dieci anni, il risultato non è così scontato. Gli elettori devono concentrarsi sui risultati, sullo stato attuale della nostra regione, non sulla ideologia. Emiliano non vincerà perché responsabile anche lui, essendo segretario regionale del Partito che ha guidato la Puglia negli ultimi dieci anni”. 

Politica locale. Lei ha criticato il sindaco di Foggia per come ha gestito la vicenda legata alla Biblioteca Provinciale. Cosa pensa che avrebbe dovuto fare Landella?

“L’Amministrazione deve porsi il problema di tutelare una delle poche ricchezze che ci sono rimaste. Landella avrebbe dovuto profondere ogni sforzo, anche sostituendosi nella gestione, in attesa che si faccia una legge regionale. La Biblioteca è uno scrigno di idee, un sollecitatore di eventi. Attirare altri meccanismi per assicurare risorse che la finanzino è possibile. La Politica è ricerca di soluzioni. Non so, fossi stato io il Sindaco di Foggia avrei dato priorità assoluta alle sorti della Biblioteca".

Un’altra ricchezza su cui dibatte spesso è la Fiera, e il suo inarrestabile declino.

“Se avessimo avuto un sistema fieristico meno baricentrico, avremmo forse pensato a come risollevare uno dei nostri tesori. Se esiste una fiera internazionale dell’agricoltura che si tiene a maggio, e contestualmente si organizzano a Bari il salone dell’olio a Marzo, e il salone Agrilevante a settembre, è normale che poi ci sia poca partecipazione e interesse da parte delle aziende nei confronti della fiera foggiana. E anche in questo, la responsabilità è di chi avrebbe dovuto tutelarci e non lo ha fatto”.

Nel suo programma lei pone attenzione anche sui piccoli centri della provincia. Come è possibile investire per favorire la loro crescita?

“Sono un profondo sostenitore del diritto alla mobilità. Investendo nei piccoli comuni si tutela il territorio. Nei piccoli centri risiede una qualità della vita migliore, e salubrità dei paesaggi. Curarne la manutenzione, è una garanzia per la loro sopravvivenza. I piccoli centri (penso ai Monti Dauni) sono una risorsa incredibile per il nostro territorio. Da sempre sostengo che la costituzione di un albergo diffuso possa produrre nuove ricchezze, far crescere una nuova forma di turismo che non intacchi per niente quello del Gargano”.

Restando in tema, la Capitanata è la terra più eterogenea della Puglia, eppure molte sue ricchezze non vengono valorizzate. Non crede che la colpa sia anche un po’ dei politici locali?

“No assolutamente. Nei piccoli centri c’è una classe politica che lavora con grande passione per il territorio. Se in molti comuni c’è un presidio umano che resiste, è grazie a loro. La responsabilità è della Regione che ha investito poco, prediligendo i grandi centri. Uno che viene da fuori non capirebbe le ragioni di questa fetta di territorio”. 

Gli ultimi due turni elettorali hanno evidenziato la forte incisività dell’astensionismo. Crede che sarà così anche il 31 maggio? 

“L’astensionismo incide e inciderà, ed è normale. Una politica che non dà il buon esempio giustifica l’atteggiamento remissivo dell’elettorato”.

Cosa direbbe a chi a oggi pensa di non recarsi alle urne? 

“Non siamo tutti uguali. L’astensionismo premierebbe il malaffare, danneggiando chi invece ha idee, progetti ed esperienze pregresse, ma non grandi risorse economiche. Gli elettori guardino la mia storia, che non si riduce a un semplice slogan. E’ importante carpire il voto di opinione, non il voto mediato. Il politico è quello che deve creare risorse, non promettere posti di lavoro”.   

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