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Sabato, 20 Aprile 2024
Regionali Puglia 2015

A tutto Campo: "Ho la cifra politica e amministrativa per rappresentare il territorio"

Intervista a Paolo Campo, candidato al Consiglio regionale con il Partito Democratico: "PD unico elemento che può garantire in prospettiva stabilità e propulsione al governo Emiliano"

E' tra i favoriti di questa competizione regionale. Paolo Campo, già sindaco di Manfredonia per due mandati e tra i fondatori del Partito Democratico della provincia di Foggia di cui è stato segretario fino al 2013, si racconta a FoggiaToday. I sogni, le speranze, il progetto del PD, il pericolo dell'astensionismo, gli scenari attuali e futuri, il bagaglio di esperienza da portare a Bari  di un uomo che "non si immaginerebbe mai fuori dal PD".  

Campo, come sta procedendo questo campagna elettorale?

Per quanto mi riguarda ho buone sensazioni. Certo, colgo un elemento diffuso una diffidenza della gente, una difficoltà a recarsi al voto. Non solo per le note vicende che hanno caratterizzato l'ultima competizione elettorale per le Politiche che ha visto soffiare forte il vento del'antipolitica;  più che altro  perché la gente è presa da tanti problemi che riguardano la famiglia, ognuno  ha in casa un disoccupato, un piccolo dramma rispetto al quale  non vede possibilità di  soluzione e si rinchiude in sé stesso. Quello che mi preoccupa è proprio questa  progressiva tendenza a deprimersi. Servirebbe più politica, possibilità di discutere delle questioni vere.  Purtroppo questa campagna elettorale si sta trasformando in un acchiappavoti.

E l'astensionismo aumenta...

L'astensionismo non serve a nulla perché vuol dire delegare ad altri  un diritto costituzionalmente garantito, perché la gente attraverso il voto ha la possibilità di scegliere. Soprattutto se si dà un voto utile e non di pancia. Il voto di protesta,  come abbiamo visto nel 2013, non produce possibilità di cambiamento. Anzi, gioca a favore della conservazione.

Probabilmente la resa è frutto anche della sensazione che i giochi siano già chiusi. Lei ritiene sia così? Nel Pd è una staffetta tra lei e Piemontese?

Non lo so se i giochi sono chiusi. Certo, in ogni lista vi è chi oggettivamente ha maggiore possibilità di ottenere consenso, perché sta in politica da maggior tempo, perché ha svolto ruoli perché è più conosciuto. Ci son tante ragioni che poi determinano l'elezione o meno di un candidato.

E' un fatto  che i programmi sono stati surclassati dalle questioni interne ai partiti ed alle coalizioni. E' recente la polemica sul rapporto tra le liste civiche di Emiliano ed il Pd.  Il segretario regionale e candidato presidente ha parlato di tre liste dem. Lei è d'accordo?

Intanto io credo il Pd vada votato perché è l'unica forza politica, tra quelle presenti, che ha un profilo nazionale e che sopravvivrà alle elezioni.  I candidati del Pd non stanno lì a titolo personale ma incarnano un progetto collettivo che riguarda l'Italia e l'Europa. In questo quadro, siamo l'unico elemento che può garantire in prospettiva stabilità e propulsione al governo che Emiliano avrà sicuramente il compito di comporre in Puglia. Siamo il motore della coalizione e dell'alleanza. La nostra lista ha una cifra politica vera che va al di là del potenziale elettorale.

E poi credo che Michele non intendesse questo. Ha ribadito che il Pd è un unicum nel panorama della coalizione. Lui ha fatto uno sforzo con le sue civiche per dare spazio ad istanze che nello scompaginamento del quadro politico hanno cercato ricovero sotto le insegne di Emiliano. E' giusto, legittimo, anche utile che il nostro candidato presidente riesca ad intercettare queste spinte. Ma non sono riconducibili al Pd. Potenzialmente, in prospettiva, potrebbero avere un dialogo maggiore col Pd.

Si parla già di gruppi unitari...

I gruppi unitari li decideranno gli organismi dirigenti.

E' questo il Pd, quello che vuole Matteo Renzi? Il Partito della Nazione "allargato"?

Il Pd non ha un capolinea, è un elemento della storia in evoluzione, deve essere in grado di cogliere novità partendo da una matrice comune che sono i nostri valori costituzionali. Che ci sia gente che guarda con interesse al Pd cammin facendo era nel dna stesso di questo partito. Sul Partito della Nazione non lo so, ha contorni così incerti. Se ne può anche discutere ma c'è voluto tanto impegno per mettere in pista il Pd, non è che ora lo liquidiamo frettolosamente.

Anche perché si rischia di perdere la parte più a sinistra...

Questo mi preoccupa relativamente perché fa parte del dna stesso della sinistra. Sin dalla fondazione del Pci, ogni volta che la sinistra ha fatto un passo avanti ha perso dei pezzi. E' nella sua natura una sorta di autolesionismo che poi ci spinge al frazionismo. E' accaduto ed accade coi movimenti studenteschi, dopo la svolta Berlinguer, dopo la svolta di Occhetto, dopo quella di D'Alema. Hanno abbandonato anche dirigenti di primo piano come Fabio Mussi al quale ero legato.  Ma credo che il popolo di sinistra abbia compreso.

Cosa?

Che gli esprimenti di rifondare la sinistra sulla leadership di qualche dirigente non hanno mai prodotto frutti. E' doloroso dirlo ma basta guardare all'esperienza di Sel, che in queste elezioni non ha neanche presentato il simbolo. Vendola ha fatto un tentativo che credo si potesse benissimo fare nel Pd. D'altronde il Pd è nato per questo. Gli Stati Uniti sono stati la culla di grande battaglie, eppure stanno insieme, al netto di qualche esperienza marginale.

Emiliano si presenta come la discontinuità nella continuità. Cosa boccia Paolo Campo del governo Vendola?

Il governo Vendola ha segnato stagione straordinaria di cambiamento soprattutto sotto il profilo culturale e dell'investimento umano, che però  non  fa pil.  Ed il Pd ha avuto ruolo fondamentale in questa esperienza Certo, su alcune cose si poteva fare meglio ma non dimentichiamo la drammaticità della crisi economica europea e l'atteggiamento odioso del governo nazionale sulla sanità che ci ha sanzionati per aver sforato un patto di stabilità servito a liberare 7miliardi di euro di fondi strutturali per il territorio, orfano peraltro di fondi nazionali. Loro hanno fatto il danno ai cittadini, non la Regione Puglia.

Cosa porta Paolo Campo a Bari?

Me stesso, la mia storia, la mia passione, una esperienza politica ed amministrativa significativa. Ho fatto una lunga gavetta, densa di risultati che sono sotto gli occhi di tutti, esperienze che mi hanno molto maturato. Credo di avere una cifra politica ed amministrativa utile nell'interesse del territorio. Sarebbe bene che chiunque si appresti a ruoli di tale complessità faccia prima la sua gavetta. Stare nelle amministrazioni, anche piccole, ti tempra. Oggi, invece, basta avere un po' di consenso che già si ambisce a Bari o al Parlamento. 

Gioca per arrivare primo?

Gioco perché Emiliano vinca le elezioni ed il Pd si affermi. In questo quadro cerco di raccogliere consensi. Tengo alla mia elezione ma tengo prima di tutto al progetto Pd. Non potrei mai vedermi da un'altra parte come invece fa chi viaggia per scorciatoie.

Stante la divisione nel centrodestra e l'appeal di Renzi ed Emiliano, si dovrà vincere con una importante percentuale...

La frammentazione del centrodestra e la nascita di  movimenti che cavalcano la protesta, anche in maniera becera, congiurano contro un risultato importante. Sicuramente si vincerà ma la maggioranza ce la dovremo conquistare giorno dopo giorno tra i banchi di via Capruzzi per aumentare il consenso. Un po' come è capitato a me che sono partito da giovanissimo sindaco con una vittoria al ballottaggio e poi ho vinto col 76 per cento dei consensi. Non capita per caso.

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