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Elezioni Politiche 2013

Gianni Buccarella, il commercialista che a Foggia vuol “fermare il declino”

Intervista a 360° a Gianni Buccarella, commercialista foggiano candidato alla Camera nella lista "Fare per fermare il declino"

Stimato commercialista foggiano, presidente della fondazione Sacro Cuore di Gesù e candidato alla Camera nella lista di “Fare per fermare il declino”, a 62 anni Gianni Buccarella ha deciso di mettersi al servizio del territorio, scendere in campo e liberarsi dalla condizione di spettatore passivo di scelte strategiche sbagliate, che a suo dire avrebbero mal posizionato, nel mercato globale, la capacità competitiva del nostro sistema produttivo, determinando così una gravissima condizione di degrado economico, sociale e culturale.

Ad eccezione di una candidatura al Consiglio comunale di Foggia, Buccarella, che non ha un trascorso politico alle spalle, sostiene di avere capacità e volontà per potersi occupare delle questioni della Capitanata, che ritiene un condensato di eccezionali risorse e che si dice pronto a sfruttare e a valorizzare: “Sono una persona seria e onesta, la gente ha stima di me e penso che non mi abbia mai trovato in contraddizione rispetto ai miei principi”.

Il commercialista foggiano racconta e si racconta senza freni. Ne ha per tutti. Per Berlusconi, Bersani e Monti. Duro il giudizio su Mongelli, su Ciliberti e sui consiglieri comunali, che definisce “sbriga faccende al servizio esclusivo dei propri elettori”. E non ha dubbi quando sostiene che l’extracomunitario sia una risorsa, che le quote rosa non rappresentino la soluzione per liberare la donna dalla sua condizione di sottomissione rispetto all’uomo e che le imprese non vadano aiutate elargendo finanziamenti a fondo perduto, ma messe in condizioni di potersi misurare sul mercato usufruendo di una serie di vantaggi che possano migliorare la loro competitività.

Le Politiche del 24 e 25 febbraio sono soltanto l’inizio e il trampolino di lancio di “Fare per fermare il declino”, che si costituirà come partito, avvierà il tesseramento e lavorerà per non farsi trovare impreparato alle prossime competizioni amministrative e regionali. Gianni Buccarella non si nasconde, ma va oltre quando anticipa anche la volontà di presentare un progetto per la città di Foggia, confermando la sua futura partecipazione alla maratona elettorale del 2014, che nel capoluogo dauno potrebbe vederlo impiegato anche come leader del centrodestra o semplicemente di quelle formazioni politiche che vorranno sposare l’agenda di quel movimento che, sempre secondo Buccarella, “Aggrega la qualità”.

Salve, prima di cominciare spieghiamo ai nostri lettori chi è Gianni Buccarella nella vita di ogni giorno?

Sono da moltissimi anni un dottore commercialista. Ho 62 anni e ho uno studio associato con mio figlio. Abbiamo una sede a Foggia e una a San Severo. Le persone che operano all’interno della mia struttura sono una quindicina, tra dipendenti e collaboratori. Offriamo consulenza a 360 gradi, fiscale, aziendale, del lavoro e finanziaria a professionisti e imprenditori soprattutto.

Lei è candidato alla Camera con “Fare per fermare il declino”, ma il suo impegno politico in realtà quando comincia?

Considerata la mia amicizia con Enrico Santaniello, in passato mi sono anche candidato per il Consiglio comunale di Foggia, ma non ho mai ricoperto alcun incarico politico. Se sono in questo partito è anche per questo, perché la logica di “Fare per fermare il declino” vuole che i candidati non abbiano avuto un trascorso politico.

Un po’ come accade nel Movimento 5 Stelle. Non se la prenda, ma almeno questo vi accomuna.

Solo per questo, in quanto entrambe le formazioni politiche si pongono come obiettivo quello del rinnovamento, rifiutandosi di accogliere fuoriusciti della vecchia politica, perché il giudizio su di loro è talmente drastico che dal nostro punto di vista non riusciamo ad assolvere nessuno. Però è bene precisare che sul nostro territorio il M5S non ha candidati.

Cosa l’ha spinta ad aderire al movimento di Oscar Giannino e Michele Boldrin.

Premetto che sono presidente della fondazione Sacro Cuore di Gesù che gestisce la casa di riposo a Sant’Agata di Puglia, quindi ritengo che ognuno di noi nella propria vita debba ritagliarsi uno spazio e dedicarlo al sociale. Nello specifico però c’è una ragione di più, quella che ci ha visti cittadini spettatori di una condizione di degrado che si è sviluppata negli ultimi decenni, soprattutto da quando è cominciata la Seconda Repubblica. Il problema di scelte strategiche sbagliate che hanno mal posizionato la nostra capacità competitiva rispetto al mercato globale, va però ricercato anche negli anni che hanno preceduto la fine della Prima Repubblica. E’ casuale che la crisi del sistema Italia coincida con l’inizio della globalizzazione del mercato, che ha esasperato il confronto tra i diversi sistemi produttivi, perché il nostro ha dimostrato di avere alle spalle una sequenza di errori strategici molto gravi. Ho dato quindi la mia disponibilità peccando un po’ di presunzione: penso di avere le competenze per potermi occupare degli interessi generali, perché sono una persona onesta e perché penso di avere anche gli strumenti della conoscenza. Fortuna che non ho aderito a Italia Futura, dove alla convention barese di Luca Cordero di Montezemolo, alla quale ho preso parte, ho intravisto certi personaggi che con il passare del tempo mi hanno dato prova che stessi seguendo il percorso giusto.

Conosceva già Oscar Giannino?

Lo conoscevo come ascoltatore di Radio 24 e ho sempre apprezzato i suoi interventi. Tra l’altro provengo da una formazione culturale che mi ha fatto fare un doppio percorso universitario. Mi sono laureato prima in scienze dell’amministrazione a Torino e poi in Economia e Commercio alla Luiss. Sono passato da una posizione politica che era quella del ’68 e post a quella di riconoscere che in un sistema economico globalmente governato dal mercato, non si potessero praticare altri modelli, se non appunto quello che noi sosteniamo: una presenza ridotta dello stato.

Ci faccia qualche esempio.

Non c’è mai stata ad esempio una politica energetica. Non pensare a una posizione di equilibrio tra l’energia consumata e quella prodotta è un gravissimo errore. Oggi abbiamo il caso della Alcoa che è eclatante. Però adesso se tocchiamo temi particolari potremmo parlare all’infinito e onestamente non la voglio trattenere così tanto. Guardi, le situazioni di disastro sono talmente sistematiche, talmente profonde e inspiegabili, che uno potrebbe benissimo pensare: “Ma noi cosa stavamo a fare?”. Altro problema riguarda il sistema dei trasporti. Possibile che quando abbiamo cominciato a infrastrutturare questo territorio abbiamo accettato di favorire e opzionare un sistema di trasporto, quello su gomma, meno economico e meno vantaggioso?

Il vostro è un movimento di ispirazione liberale. Da cosa è rappresentato il declino a Foggia?

La linea portante e ideologica del nostro partito è meno Stato, meno poteri alla politica, che deve uscire fuori dalle attività economiche, altrimenti si rischia il ripetersi di vicende come quella del Monte dei Paschi di Siena; tanto per fare un esempio. Se Foggia fosse il deserto del Sahara potremmo anche comprendere le ragioni del mancato sviluppo, ma siccome è una città che è un condensato di risorse eccezionali sotto ogni profilo, noi avremmo dovuto evitare le varie Enichem (un disastro, una ferita che non sarà rimarginabile), Fildaunia e un contratto d’area come quello di Manfredonia fuori dalla logica di sistema. Anche nella nostra provincia il declino viene da lontano, da scelte politiche totalmente sbagliate. Se il nostro territorio fosse stato sfruttato per le sue potenzialità agricole qualitativamente elevate con una filiera corta, invece che rendere i nostri produttori agricoli schiavi e sottomessi alle industrie napoletane per quanto riguarda il grano e il pomodoro, parleremmo di tutt’altro. Noi siamo nelle condizioni di declinare un’offerta turistica vasta sotto l’aspetto religioso, archeologico e naturalistico, così vasta che avrebbe messo in moto l’economia sfruttando anche le condizioni climatiche di un territorio favoloso. Ma non siamo stati capaci di fare questo. Basti pensare allo scempio delle 105 licenze rilasciate a San Giovanni Rotondo, città rovinata nella qualità degli interventi e sotto il profilo che lo vede in eccedenza di offerta rispetto alla domanda.

Buccarella mi perdoni, siete favorevoli agli aiuti alle imprese?

No, siamo contrari perché riteniamo che le imprese debbano misurarsi sul mercato usufruendo di una serie di vantaggi che possano migliorare la competitività sui mercati, ad esempio, attraverso la infrastrutturazione del territorio. Invece noi cosa facciamo? Diamo gli aiuti a fondo perduto alle imprese favorendo così l’arrivo dei malfattori.

Come si fa quindi a fermare questo declino?

Rifacendoci al nostro programma, alla nostra agenda, che è composta di 10 punti e che peraltro ci stanno scopiazzando in parecchi. Guardi gli errori di Monti, gravissimi, per certi versi anche più di Berlusconi e di tutti i governi di destra e di sinistra. Ma ciò che preoccupa è la contrapposizione politica che diventa uno spettacolo teatrale dove i protagonisti fanno finta di litigare tra loro, ma in realtà è evidente che ci sono delle intese perché altrimenti non riesco a spiegarmi perché, ad esempio, il conflitto di interessi non sia stato risolto a suo tempo, come anche la riforma elettorale. Ci hanno portato troppo in basso e mi creda, io la vedo nerissima. Questo che vediamo oggi è nulla rispetto a quello che sarà, perché c’è una situazione drammatica nel ceto medio delle famiglie che stanno imparando a conoscere la povertà e che vivranno questo stato con enorme disagio almeno fino a quando non si abitueranno. Quando i risparmi saranno finiti, e manca poco, queste famiglie finiranno sul lastrico. I figli non hanno prospettive e campano sulle spalle dei genitori. E quando finiranno i fondi della cassa integrazione, chi si occuperà di quei disoccupati? Glielo dico io: nessuno. Un altro punto importante e che non va sottovalutato è l’attenzione al merito, ai giovani e alla cultura. Il merito è l’ascensore sociale.

E quindi la ricetta qual è?

Guardi, noi affrontiamo qualunque problema con la competenza dell’imprenditore che quando ha un problema in azienda lo gestisce per risolverlo. I nostri lo gestiscono con incoscienza.

A proposito di gestioni, giuste o sbagliate, come è stato gestito secondo Lei il problema dei rifiuti a Foggia?

Noi abbiamo avuto un sindaco, mio caro e fraterno amico Gianni, con il quale ho condiviso tanti bei momenti, capodanni,settimane bianche, pranzi e serate trascorse insieme. Questo però non mi esime dall’esprimere un giudizio negativo. L’Amica era in condizioni drammatiche e lui ha lasciato che tutto continuasse così com’era fino al fallimento. E’ questa è una cosa inaccettabile perché lui avrebbe dovuto subito esaminare una via d’uscita e invece oggi ci ritroviamo con i mezzi che girano con l’adesivo Amiu. E’ una vergogna.

E sul fatto che siamo al 2,9% di raccolta differenziata?

E’ una vergogna anche questa. Io faccio la differenziata da sempre e mio padre per giunta si prendeva la briga di togliere la carta dalla bottiglia di plastica dell’acqua, per differenziarla. Io oggi sono costretto a gestire la differenziata in casa e a buttare tutto nello stesso contenitore. In sintesi, noi vediamo e gestiamo i problemi come problemi e non come risorse. Noi non siamo capaci di cogliere le opportunità che abbiamo. Ad esempio voglio fare una considerazione anche sugli extracomunitari, che sono una risorsa, ma che noi gestiamo come un problema.

In che senso gli extracomunitari secondo lei rappresenterebbero una risorsa?

Senta, mi ascolti, io all’extracomunitario non offro l’euro e il sussidio di sopravvivenza, ma gli offro una possibilità di inserimento nel tessuto produttivo. Questo significa accoglienza. Non bisogna farli transitare attraverso un centro d’accoglienza che è una specie di lager, con tutta la buona volontà di chi vi opera dentro. Quando arrivano qui, noi dobbiamo semplicemente accoglierli nella misura in cui possiamo gestirli, trattarli come risorse e integrarli nel sistema produttivo. La sinistra invece pensa che dobbiamo farli venire e lasciarli vivacchiare alla peggio nella nostra città. Noi non siamo per la logica dell’assistenzialismo, come lo è la sinistra.

Per quanto riguarda invece i diritti delle donne?

Non pensiamo assolutamente che il diritto della donna debba essere affermato attraverso le quote rosa, ma attraverso una serie di iniziative che liberano la donna dalla sua condizione di sottomissione rispetto all’uomo, perché possano maturare il desiderio di lavorare e di fare carriera ed essere supportate in questo percorso dallo Stato, che lo ripeto, deve svolgere una funzione sociale.

Spostiamo un attimino l’attenzione sull’aspetto politico. Giannino sappiamo essere stato corteggiato sia dal Pdl e che dal Pd, ma Gianni Buccarella a Foggia a quale dei due partiti si sente più vicino?

Noi possiamo costruire intese sul programma con chiunque. I nostri punti sono molto chiari e non credo esistano altre ricette. I primi nostri tre punti, rappresentati dalla riduzione del debito pubblico, diminuzione della spesa pubblica e riduzione della pressione fiscale, sono passaggi inevitabili che andavano compiuti quando si è insediato Monti. Qui apro e chiudo una parentesi. Alla Bocconi la maggior parte sono con Giannino, non con il loro ex Rettore.

Qual è il vostro elettore medio?

Non c’è un target specifico, ma mi preme sottolineare che i nostri elettori non sono tantissimi ma sono tutti buoni. Mi creda, noi aggreghiamo la qualità.

Quali sono i suoi rapporti con il Pdl e con il centrodestra foggiano, che dovrà inevitabilmente trovare un leader riconosciuto. Buccarella potrebbe guidarlo?

Guardi, io non ho rapporti con nessuno e le ribadisco che politicamente il nostro territorio è gestito in maniera vergognosa. Personalmente avevo anche tentato una candidatura con la Puglia Prima di Tutto e la nostra posizione è evidente che è quella del pensiero liberale e quindi non ci sono dubbi sul fatto che, volendo collocarci, siamo in un’area di centrodestra. Ma io vorrei che fosse chiara una cosa e cioè che la sensibilità sociale non ha un colore politico, ma risiede nella sensibilità delle persone, che io ritengo di avere

Terminata questa tornata elettorale, Buccarella e Fare per fermare il declino, cosa faranno?

Proseguiremo la nostra attività anche dopo e anche a livello locale. Lo ha detto e confermato Giannino a Roma nel corso di un seminario. La nostra storia non finisce qua, ci costituiremo come partito, avvieremo il tesseramento e parteciperemo a tutte le competizioni elettorali. Il percorso è lungo e non abbiamo alcuna intenzione di correre, considerando anche che il prossimo governo durerà pochissimo.

A prescindere da quello che sarà l’esito delle urne, per il futuro possiamo strapparLe un impegno per la comunità di Foggia e per quella di Capitanata?

Per quanto riguarda la Capitanata ho già gettato le basi con Promodaunia, perché ritenevo fosse necessario l’esistenza di un consorzio che si occupasse di marketing territoriale. Poi si è scoperto che spendeva 65mila euro al mese per finanziare la compagnia aerea che ci faceva il voletto di turno. Io sono assolutamente deciso e determinato. Noi abbiamo bisogno di qualcuno in cui credere che abbia le capacità, la volontà e la competenza per occuparsi della nostra Provincia. Non sarò come quei consiglieri comunali che si mettono esclusivamente al servizio dei loro elettori per sbrigare faccende.

E’ fiducioso, pensa di potercela fare?

Io sono il primo candidato della Puglia e terzo nella lista. Prima di me c’è Oscar Giannino e poi c’è un avvocato e coordinatore regionale barese, ma che è a Milano. Entrambi mi hanno assicurato che il capolista sono io, per cui ove mai scappasse un seggio toccherebbe a me. Se vogliamo giocarci una scommessa, giochiamocela su una persona del territorio. Dunque, mettiamola così: gli altri hanno dimostrato di essere incapaci mentre io non ho ancora avuto il modo di dimostrare qualcosa. La gente ha stima di me e penso che non mi abbia mai trovato in contraddizione rispetto ai miei principi. Questo è l’appello che rivolgo agli elettori.

Ma il voto dato a voi è utile?

Non esiste il voto utile o non utile, altrimenti saremmo condannati a Bersani, Monti o Berlusconi. Il voto non è mai uno spreco, ma il punto di arrivo di una decisione presa con coscienza. Come me che sono candidato, anche l’elettore si colloca dov’è la sua idea, dove si riconosce, ma di certo non nel voto utile o non utile. Non ho la percezione di quanti voti potremmo prendere in termini numerici, però le dico che se ad esempio mi capita di incontrare 30 persone, al termine del convegno e seminario, quelle persone decidono di votare me e “Fare per fermare il declino”. Il problema è che non riesco a incontrare 670mila abitanti in quanto non abbiamo una macchina organizzativa solida, ma che stiamo costituendo anche in vista delle prossime elezioni regionali.

Si candiderà alle comunali di Foggia del 2014?

Si, assolutamente si. Noi faremo un progetto per la città. Finora purtroppo non abbiamo mai saputo le intenzioni degli eletti, ma abbiamo votato solo le facce. Si è mai informato su cosa volesse fare Mongelli per Foggia o chi l’ha preceduta? Ciliberti si è permesso persino di cancellare la memoria storica di alcune piazze, senza chiedere ai cittadini, o almeno un consiglio. La politica è ascolto. C’è poca capacità d’ascolto, ma non c’è nulla di cui meravigliarsi perché purtroppo abbiamo anche degli analfabeti al Comune.

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