Quella "vicinanza al PD" costata cara a Tarquinio, che però non molla: "Voglio costruire una classe politica a Foggia"
Ad un mese circa dal voto di ballottaggio, è tempo di riflessioni in casa Azzurro Popolare. Tarquinio: "Abbiamo pagato la vicinanza col Pd". "Mollare? Non ci penso proprio, la politica va ricostruita". "Mi dispiace per Verile"
“Probabilmente avremmo dovuto costruire un altro progetto. Una coalizione di centrodestra alternativa al centrodestra di Landella. Lo scotto pagato per la vicinanza al Partito Democratico è stato alto”. All’indomani delle urne a Foggia è tempo di riflessioni in casa ‘Azzurro popolare’, la formazione politica messa su da Lucio Tarquinio dopo la rottura con Raffaele Fitto. La sconfitta brucia. L’ex senatore lo dice amaramente. “Evidentemente la città voleva questo, noi abbiamo provato a spendere un candidato credibile, con una storia. Ma stare accanto al centrosinistra ci ha penalizzato. Dovevamo immaginare un altro progetto, marcatamente di centrodestra, con un candidato altrettanto riconoscibile per origine e pedigree”.
A chi pensa?
Penso a Giuseppe Mainiero, anch’egli uscito con le ossa rotta da questa competizione. Se avessimo costruito un’area nostra, con lui o personalità a lui simili, alla guida, oggi staremmo raccontando un’altra storia.
Né è sicuro?
Sono convinto che ce la saremmo giocata. Saremmo arrivati al ballottaggio. E lì avremmo vinto.
Lo diceva anche il centrosinistra. L’urna ha parlato diversamente.
L’errore è stato stare col centrosinistra. Pippo Cavaliere era un ottimo candidato, una persona competente e di spessore, non esprimo valutazioni su di lui, si badi. Ma sul progetto. La gente ci ha percepiti forse incoerenti. Un errore di valutazione che mi assumo personalmente. E che ho compreso quasi subito. Dica, mi ha visto in giro per caso in campagna elettorale?
Direi di no.
Appunto. L’aria che tirava l’ho capita subito. Farci votare, con accanto il PD, è stato un martirio. Una cosa mi addolora.
Cosa?
Non esser riuscito a far eleggere Mimmo Verile.
Non solo lui. Tanti “leoni” della politica foggiana sono rimasti fuori. Penso, ad esempio, a Raimondo Ursitti.
E’ stato un voto strano. Sarebbe interessante capire come tanti mister preferenze abbiano preso voti, leggere i flussi.
E’ una risposta sibillina.
E’ la mia risposta.
Ad ogni modo, Tarquinio, con i “se” e con i “ma” la storia non si fa.
E’ esattamente così. Ma comprendere l’errore di oggi aiuta a costruire il prossimo futuro.
Si continua?
Ma certamente. Sentirà molto parlare di Azzurro Popolare. A partire dalle prossime regionali. In Regione abbiamo un riferimento, Aldo Aloisi. Tanti amici della Forza Italia che fu si stanno riavvicinando. Vogliono tornare. E Forza Italia, così com’è oggi, non ha futuro. Se cambia rotta, forse si salva. Io ho detto la mia ai vertici. Non mi stanno ascoltando.
Molti ex forzisti stanno con Emiliano.
Emiliano deve guardarsi dalle lotte intestine in casa centrosinistra. La guerra a lui è appena cominciata. Ed è tutta in quell’area.
Appoggerete un candidato del centrodestra? Chi sarà?
Vedremo. Fitto resta il più accreditato al momento. A meno che non vengano fuori altre personalità di maggior prestigio.
Ed appoggerebbe Fitto, nonostante tutto? Nonostante quella fatidica vigilia del 4 marzo 2018 quando non lo ricandidò al Parlamento nonostante l’amicizia, la lealtà e, soprattutto, nonostante fosse un uscente?
Le mie questioni restano mie. Personali. Sono abituato a non mischiare queste con le valutazioni di ordine politico. Anche al Comune di Foggia: ho ritenuto e ritengo che Landella non sia un buon sindaco. Valutazione politica. Che confermo.
Si ricandida?
Non credo proprio, a meno che cause di forza maggiore non me lo impongano. La mia attività politica però continuerà, si mettano l’anima in pace coloro che pensavano che finisse qui. E sono pronto a ruoli pararegionali. E però…
Dica.
Sono altrettanto convinto di una cosa: basta con la denigrazione costante del “vecchio”. I giovani servono e devono emergere ma senza i “vecchi” non vanno da nessuna parte.
Tarquinio non molla, insomma.
Assolutamente. Penso di avere ancora molto da dare. Soprattutto nella costruzione di una classe politica, che manca. Foggia è all’anno zero su questo fronte. Siamo alla serie D, come nel calcio. Ecco, la vicenda del Foggia Calcio è sovrapponibile a quella politica qui: due fallimenti. Due settori da ricostruire dalle fondamenta.