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Comunali Foggia 2019

Fughe in avanti, prescelti, accordi ed equilibri di partito: così parte il toto-assessori del Landella bis

Archiviata la campagna elettorale, si entra nella fase clou al Comune di Foggia. Partiti e consiglieri hanno già cominciato a sfogliare il manuale Cencelli. Landella non ha fretta

Archiviata la campagna elettorale, celebrata la proclamazione del sindaco e avvenuto l’insediamento, con tanto di taglio della torta, si entra nella fase clou politicamente parlando. Partiti e consiglieri hanno già cominciato a sfogliare il manuale Cencelli per ciò che concerne la nuova giunta. Per la verità qualcuno aveva già iniziato in fase di ballottaggio, trapela. Un modo per blindarsi con largo anticipo. Come per ogni ‘spartizione’ che si rispetti, si tratta di un momento delicato, più facile a dirsi che a farsi: ogni pedina deve andare al suo posto, rispettando il combinato disposto del peso elettorale espresso dalle forze politiche e dai singoli candidati e degli impegni sicuramente assunti dal primo cittadino nelle settimane di vigilia delle urne. Pena la compromissione dei ritrovati equilibri.

"Un mix di conferme e novità"

Landella ha a disposizione dieci caselle che, in linea di massima, sulla scorta delle percentuali ottenute dalle forze politiche nelle urne e del numero di consiglieri eletti, dovrebbero così essere suddivise: due a Forza Italia, compresa la presidenza del consiglio (in pole Leonardo Iaccarino), due alla Lega con probabile vicesindaco, uno a Fratelli d’Italia, uno a Destinazione Comune e uno a Foggia Vince (“i voti delle due civiche valgono quanto la Lega, che prende due assessori” si sostiene dalle parti del centrodestra), uno all’Udc. Questa la ‘fetta’ che dovrebbe andare ai partiti, proporzionalmente al contributo dato nell’urna. Le restanti due postazioni dovrebbe lasciarsele Franco Landella, per persone di sue fiducia.

Sarà un mix tra ritorni e novità” trapela dall’entourage del sindaco, dove sono altissime le quotazioni per le riconferme degli assessori uscenti, fedelissimi del sindaco, Antonio Bove, Sergio Cangelli e Francesco Morese. In pole per il rientro anche Claudio Amorese, assessore all’Annona uscente, genero del consigliere di Forza Italia rieletto Bruno Longo, spin doctor  di Franco Landella in questa campagna elettorale, molto ascoltato peraltro dal primo cittadino.

Fuori Roberto, il caso Giuliani 

Molto basse, invece, quelle per Erminia Roberto: l’uscente ai Servizi Sociali vicina a Franco Di Giuseppe non dovrebbe essere riconfermata, a maggior ragione dopo il caso delle Associazioni di Promozione Sociale esploso in campagna elettorale (oltre ad una insoddisfazione diffusa relativa al suo operato). Non si conoscono ancora invece le sorti dell’assessore alla Cultura uscente, Anna Paola Giuliani, entrata grazie alla vittoria di Landella al ballottaggio e anch’essa inserita nel gioco politico e democratico degli incastri, “perché non esistono persone di serie A e persone di serie B” trapela sempre dall’entourage dal sindaco, che da quei 5 milioni di euro spesi nel settore pare si aspettasse molto di più nell’urna. A sfavore della Giuliani starebbe giocando molto la campagna social fatta montare in queste ore, giudicata una fuga in avanti “irrispettosa” nei confronti del sindaco e della coalizione. “Nulla è ancora deciso, le interlocuzioni per la formazione della giunta partiranno la prossima settimana, bisogna avere pazienza e rispetto” si fa sapere; di certo, par di capire, l’assessorato alla Cultura potrebbe subire uno stravolgimento a livello di gestione, questa volta Landella vorrà monitorare in prima persona: “Non è possibile che, con tutto ciò che è stato fatto in questo settore, la coalizione -e probabilmente anche il sindaco- non ne abbiano beneficiato in termini di consenso ma che questo sia andato solo a vantaggio della Giuliani e paradossalmente del centrosinistra visto che nell’urna, collegato al nome di Giuliani, c’era molto voto disgiunto” si fa notare. E, secondo i bene informati, la “mobilitazione” in queste ore del “mondo della cultura di centrosinistra” sarebbe lì a dimostrarlo ulteriormente. “Questa volta la priorità dovrà averla il mondo della cultura di centrodestra, il sindaco si spenderà in prima persona su questo fronte”. Insomma, se non sarà un commissariamento di certo potrà parlarsi di gestione duale o di ‘sorveglianza speciale’.

L'esperienza Grilli-Verile-De Rosa e i timori degli eletti

Fatta eccezione per i fedelissimi di Landella, la giunta nascerà dalle interlocuzioni con i partiti a livello regionale e provinciale, e di questi con i rispettivi gruppi consiliari, “perché loro devono dire chi vogliono e garantire, al contempo, l’armonia del consiglio e la coesione dei gruppi”. Cruccio primario del sindaco, infatti,  sono l’assise consiliare e la tenuta della sua maggioranza: l’esperienza pregressa ha fatto scuola e questa volta si starà molto attenti a chi si farà entrare in consiglio per non trovarsi da un giorno all’altro, come già accaduto, con i numeri risicati. Una cosa è certa: le liste scorreranno difficilmente, il caso Grilli-De Rosa-Verile ha creato timori e riserve negli attuali consiglieri, nessuno dei quali ad oggi sembra orientato a voler ‘fare la stessa fine’ e dunque a trasferirsi dal consiglio alla giunta (col rischio di essere defenestrato dopo pochi mesi). Neanche Ciccio D’Emilio, pare, assessore all’urbanistica uscente rieletto con i Fratelli d’Italia, che ha dovuto penare non poco la scorsa consiliatura tra estromissioni e rientri.

Lega in fermento 

Un aspetto questo che crea non pochi problemi a chi è rimasto alla porta: nomi come quelli di Paolo La Torre e Raimondo Ursitti, primo e secondo dei non eletti in quota Lega, attendono un segnale. Anche Antonio Vigiano, capogruppo uscente del partito di Salvini, terzo dei non eletti. “Non c’è preclusione nei confronti di alcuno, il partito regionale dirà cosa vuole e dovrà garantire per nomine e tenuta dei gruppi” è il messaggio che si fa trapelare ed è soprattutto ad Ursitti, che nel corso della consiliatura, dopo l’affaire Grilli, si è allontanato dal primo cittadino, passando all’opposizione, fino al tentativo, fallito, di far cadere l’amministrazione nell’ottobre scorso. La sera della vittoria si è rivisto dalle parti del comitato elettorale di Landella, assieme al segretario provinciale della Lega Daniele Cusmai. Alle decisioni del commissario regionale D’Eramo sarebbero legate le sorti anche di Luigi Miranda, attuale commissario cittadino e pronto ad entrare nell’esecutivo nel ruolo di vicesindaco (eventualità che però cozza con lo scorrimento, come dicevamo, della lista: ovvio che se si vogliono i non eletti in consiglio, assessori dovranno essere nominati gli eletti della prima ora. Riformulando: per chi opterà la Lega regionale, per Ursitti in consiglio o per Miranda, non eletto, vicesindaco?). In tutto questo bisognerà poi tener conto di mister preferenze Massimiliano Di Fonso. Nulla è deciso quindi, tanto più che la Lega di D’Eramo pare stia riorganizzando i suoi organismi di vertice sui territori. Le prossime ore potrebbero consegnare qualche novità. Nel frattempo gli eletti avrebbero già tentato propri blitz nei confronti del sindaco per ottenere ‘proprie’ nomine (il duo leghista Fiore-Iadarola premerebbe per un assessorato all’ex segretario cittadino Gianfranco Fariello).

Landella aspetta che i processi si consumino, non ha fretta. “Un mix di conferme e novità” è la certezza. E la tenuta della maggioranza, rispetto alla quale devono garantire anzitutto i partiti.

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