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Comunali Foggia 2014

Tra Mongelli e Piemontese volano gli stracci. Frattarolo ora ci crede davvero

Mongelli: "C'è solo la volontà di usare la città di Foggia come luogo per risolvere questioni politiche nate altrove". Piemontese: "#giannistaisereno". Frattarolo: "Prevalga una idea nuova di politica e di città"

Com’era nelle previsioni, volano gli stracci tra Gianni Mongelli e Raffaele Piemontese. A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato il segretario provinciale del Partito Democratico, che nell’ufficializzare il suo appoggio all’ex assessore all’Urbanistica, Augusto Marasco, ha inevitabilmente bocciato la candidatura del primo cittadino, scatenando un confronto duro tra le parti e acuendo una spaccatura che conferma le divisioni interne al PD e al centrosinistra foggiano.

La risposta di Mongelli al presidente del Consiglio non si è fatta attendere: “A Foggia succede che il segretario provinciale del PD non appoggi il sindaco uscente, che ha contribuito ad eleggere e con il quale ha amministrato per cinque anni, preferendone un avversario che non è nemmeno di centrosinistra (non è una mia opinione, ma è ciò che Marasco non perde occasione di ribadire). Ancora una volta, qui c'è solo la volontà di usare la città di Foggia come luogo per risolvere questioni politiche nate altrove”. Basterà il #giannistaisereno a placare le polemiche?

Attriti e rivalse personali stanno caratterizzando quindi la corsa alle primarie del 9 marzo, giorno che consegnerà al centrosinistra il nome del candidato sindaco e che dovrebbe definitivamente chiudere la stagione dei congressi all’interno del Partito Democratico, dopo quelli tumultuosi che hanno visto Mariano Rauseo confermarsi alla guida del partito cittadino e Raffaele Piemontese conquistare la segreteria provinciale, peraltro tra mille polemiche.

Due segreterie a confronto, dove però l’acceso scontro tra correnti potrebbe favorire il terzo incomodo, quel Lorenzo Frattarolo determinato a rovinare i piani di chi sta vivendo la competizione elettorale come una sfida personale: “Leggo con preoccupazione e sbigottimento la violenza dello scontro che caratterizza i supporter di Gianni Mongelli da un lato e di Augusto Marasco dall'altro. Una contrapposizione che si porta dietro gli strascichi di un pessimo congresso, di divisioni in ambito imprenditoriale e di una vecchia classe dirigente che fa pagare alla cittadinanza livori personali e antichi nodi non risolti. È bene che prevalga una idea nuova di politica e di città. La città non può diventare un campo di battaglia permanente. Quando si perde la lucidità occorre farsi da parte. Lo affermeremo con forza”.

Sì, perché l’esponente renziano sta facendo breccia nei cuori della gente, sta conquistando i giovani e il popolo della rete, sta lavorando evidentemente per rottamare una classe dirigente obsoleta e per rimettere la politica al centro della cosa pubblica. Ma domenica 9 marzo conteranno i numeri, le persone che si recheranno alla palestra Taralli per scegliere a chi affidare - tra Mongelli, Marasco, Frattarolo, Saraò e Abate - l’onere e l’onore di provare a conquistare Palazzo di Città. A colpi di hashtag, commenti e ‘mi piace’, il pupillo di Scalfarotto ha dimostrato di averli, non fosse anche che il sondaggio lanciato da Foggia Today lo vede saldamente in testa.  

Il tutti contro tutti prosegue. Tre gli ambiti chiamati a scegliere il futuro di un centrosinistra che sembra avere i giorni contati: gli apparati, la città e la piazza virtuale, con quest’ultima teatro indiscusso di una competizione che potrebbe determinare una rottura insanabile tra i protagonisti, tale da dover costringere le forze politiche del centrosinistra a ricomporre i cocci o a ripartire da zero.

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