Primarie viziate, Mongelli: "Giudizio di "pancia", forse ho detto troppi no!"
Intenzionato a pesare, il sindaco conferma la sua candidatura alla carica di consigliere comunale: ""Mi va bene l'allargamento, purché si resti nel progetto e nel perimetro del centrosinistra"
"Domenica scorsa non è stata scritta una bella pagina di democrazia". È questa l'opinione, amara, che il sindaco di Foggia Gianni Mongelli ha lasciato alla riflessione delle forze politiche e delle città all'indomani delle primarie del 9 marzo, dalle quali è uscito sconfitto dal suo ex assessore Augusto Marasco.
Parole che stridono con le dichiarazioni di entusiasmo rilasciate invece da parlamentari Pd e dal segretario provinciale, Raffaele Piemontese. Pur tuttavia, non nutre voglia di rivalsa. In conferenza stampa, oggi, mette subito le cose in chiaro: "il dato numerico è netto. Marasco ha vinto". Meno quello politico, che sarebbe stato viziato dalla modalità delle urne, troppo "aperta".
PRIMARIE VIZIATE. "Ho visto personalmente esponenti di giunte precedenti di centrodestra, rappresentanti sindacali e personaggi facilmente riconducibili allo schieramento avversario accorrere per supportare la proposta di Marasco. Legittimo, per carità. Nella fisiologia delle cose. Non però se altera la serenità di giudizio della competizione stessa. Non so se sia questo il caso. Al centrosinistra però dico: lo strumento va ripensato, disciplinato o può diventare deflagrante per il centrosinistra stesso". Anche perché, "se avessi saputo che lo strumento era questo, non avrei accettato di farle. Il mio è stato un atto di generosità che non è stato ripagato con la stessa generosità".
INTENZIONATO A PESARE. Ieri un lungo incontro con le nove forze politiche (dal Pd cittadino a Sel, da Realtà Italia a Centro Democratico, a Idv) che lo hanno sostenuto per valutare il da farsi, a partire dai prossimi giorni e nell'ottica del secondo step elettorale di maggio. Mongelli sarà leale (nessuna dimissione da sindaco e/o candidatura autonoma), si candiderà con la coalizione ma – avverte - è intenzionato a pesare. "Ieri mi è giunto un grido di dolore, mi è stato chiesto: il centrosinistra dove sta? "affonda, con un interrogativo che smonta alla radice l'intera competizione.
Quindi la decisione: "I miei 2397 voti non possono rimanere senza padre. Io sono un uomo di centrosinistra e mi candido a sentinella di quei valori e di quel programma". Come si tradurrà questo da un punto di vista politico ed amministrativo per Mongelli è ancora presto per dirlo. "Apriremo da subito un confronto con Marasco" dichiara, anche se ai cronisti che rilanciano un ticket tra lui e l'architetto risponde secco: "Assolutamente".
CONFINI DELLA COALIZIONE. Ironia pungente ("mi sembra strano che dopo le primarie del centrosinistra qualcuno debba dire che vanno difesi i valori del centrosinistra") ed avvertimenti velati, con tanto di condizioni sui confini della coalizione. Secondo rumors, trattative sarebbero in corso da tempo tra Marasco e l'area di centro del consigliere regionale Pino Lonigro e dell'assessore al bilancio Leonardo Di Gioia. Mongelli traccia le linee di demarcazione. "Mi va bene l'allargamento, purché si resti nel progetto e nel perimetro del centrosinistra" mette in chiaro, lasciando intendere che il banco comune è legato a doppio filo proprio a questo: "dall'identità di centrosinistra del progetto e da alcune opzioni strategiche, come l'ingresso societario in Amiu, non si può derogare". Pena, insomma, un "libera tutti".
“PAGO TROPPI NO”. Come si candiderà, non lo ha ancora deciso. Con lui i consiglieri Pontone e D'Urso (PD), Sisbarra (Sel), gli assessori Arcuri e Pietrocola, suoi fedelissimi. Fa capolino anche Frattulino (che ancora non avrebbe sciolto la riserva sul Nuovo Centrodestra, dove è confluita l'intera Udcap, suo partito di appartenenza). Sulla sconfitta fa mea culpa: "Forse potevamo e dovevamo lavorare di più", ma certo non si aspettava un giudizio così "di pancia" dalle forze politiche che lo hanno scaricato e dalla città. "Ero convinto percepissero meglio e di più il mio impegno. Forse ho detto troppi no".
AVVISO ALLA MAGGIORANZA. Quindi l'azione amministrativa, che comunque deve andare avanti. La maggioranza non pensi di vivacchiare, avverte: "da qui al 25 maggio dovranno essere mesi proficui". Teatro, piano del salice, piano sociale di zona, opere pubbliche, Mongelli intende nettizzare il maggior numero possibile di risultati. Per un incarico politico futuro oltre provincia? "Non so cosa farò da grande, ora ho bisogno di un periodo di decantazione". Intanto oggi, tanto per cambiare, ennesimo consiglio comunale rinviato.