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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cislaghi: “Se il PD piange, la destra gioisce ma governa senza maggioranza”

L’esponente del PRC, Giorgio Cislaghi, commenta l’esito del turno di ballottaggio e la sconfitta del centrosinistra con Augusto Marasco

Il risultato delle elezioni amministrative sigilla una sconfitta elettorale cercata, e trovata, da chi ha portato a votare alle primarie del centrosinistra persone che con il centrosinistra non hanno nulla a che fare. Quanto siano state falsate quelle primarie è dimostrato dalla squallida vicenda dei patti sottoscritti tra una lista civica e l’architetto Marasco, patti che hanno portato a votare alle primarie del centrosinistra persone che nulla avevano a che spartire con la coalizione organizzatrice, patti tenuti nascosti alle forze politiche “alleate”, patti poi disconosciuti per puro calcolo d’interesse e non per motivi politici.

Una sconfitta cercata perché, per sconfiggere la speranza di chiudere definitivamente con gli errori del cilibertismo, i supporter dell’architetto hanno permesso a persone riconducibili allo schieramento di destra di scegliersi il competitor elettorale, ossia l’architetto. Una sconfitta trovata perché hanno voluto opporre a un candidato sindaco espressione di una destra coerente, un ex assessore della giunta Agostinacchio, riciclato dal sindaco uscente, che con l’apertura della coalizione all’UDC di Cera voleva dare l’immagine di una coalizione di centrosinistra che guarda verso destra. Una sconfitta trovata perché gli elettori hanno scelto la destra originale e non quella posticcia messa in piedi con il solo scopo di vincere il turno elettorale.

E’ stato un confronto elettorale tutto centrato sugli errori del passato, quelli fatti da Ciliberti come quelli fatti da Agostinacchio, evitando da parte dei tre principali contendenti la poltrona di sindaco di mettere in risalto che buona parte dei problemi economici della nostra città sono la diretta conseguenza delle sciagurate politiche nazionali di pareggio di bilancio che, tanto per fare un esempio, se da un lato ci hanno permesso di ottenere 37 milioni con l’adesione al salva enti dall’altro ci hanno sottratto 47 milioni di entrate in cinque anni. Per essere chiari, senza i tagli governativi non ci sarebbe stato bisogno di aderire al “salva enti” con tutte le nefaste conseguenze che pagheremo nei prossimi anni. Un confronto elettorale finito in farsa con lo scontro televisivo sull’uso dell’italiano corretto, invece delle storpiature semi dialettali, che ha fatto dimenticare la pochezza dei programmi elettorali proposti.

Il turno di ballottaggio, con solo il 45% di votanti, ha suggellato il disinteresse della città nello scegliere tra due candidati entrambi espressione della destra, due facce della stessa medaglia, dato confermato anche dall’elevato numero di schede bianche e nulle, pari al 2,86% dei voti espressi, ossia di elettori che pur recandosi a votare non hanno espresso un voto valido. Se il PD piange per una sconfitta non prevista la destra gioisce ma ora si trova a governare la nostra città senza essere maggioranza tra le persone, senza trovare un clima a lei favorevole ma, anzi, trova una città scettica sul futuro prospettato  e più propensa alla protesta se la situazione non cambierà in tempi brevi.

In questa situazione la strada obbligata per le forze della Sinistra, quelle che hanno dato vita alle liste Foggia a Sinistra e L’Altra Europa con Tsipras, è proseguire il percorso di riaggregazione iniziato senza dare per scontato un rapporto di alleanza con il PD ma, anzi, come per il parlamento europeo, costruendo una forza d’opposizione autonoma che dia voce al disagio sociale e che sappia cambiare le politiche di pareggio di bilancio per metterle al servizio della promozione sociale e del rilancio economico della nostra comunità.

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