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Comunali Foggia 2014

Giunta nel segno del rinnovamento. Landella: “Ho preferito foggiani ad amici e partiti”

Il sindaco di Foggia motiva le sue scelte. Assenti il senatore Lucio Tarquinio, il capogruppo Raimondo Ursitti. Mancano le 'Destre Unite' e 'La Puglia Prima di Tutto'

"Per partorire questa giunta ho dovuto superare molte resistenze, non solo politiche ma interiori. Da un lato la spinta dei partiti e dei tanti amici  che hanno sostenuto la mia candidatura. Dall'altro una spinta più forte, quella dei foggiani che chiedevano il rinnovamento. Fra le due spinte ho scelto la seconda". Esordisce così il sindaco di Foggia Franco Landella nel suo primo discorso alla città tenuto oggi pomeriggio nell'aula consiliare in occasione della presentazione della giunta. 5 uomini e 4 donne: un esecutivo giovane (età media 45 anni) frutto di un parto travagliato, sofferto, che ha stretto il sindaco per lunghe settimane nelle morsa di due forze centripete.

Tra le due, il sindaco sceglie la città. Lo manda a dire ai partiti, anzitutto al suo, Forza Italia, i cui rapporti escono fortemente compromessi da questa partita. I vertici non ci sono, disertano la cerimonia: non c'è il commissario provinciale Lucio Tarquinio, manca il capogruppo Raimondo Ursitti che non ha riconosciuto la presenza di Forza Italia nell'esecutivo ("un fatto politico sul quale bisognerà riflettere" le dichiarazioni rilasciate questa mattina a Foggiatoday).

Si scorgono tuttavia i volti di alcuni consiglieri eletti, l'assessore mancato Gianni De Rosa accanto ad un soddisfatto Franco Di Giuseppe (il deux ex machina Ncd), Consalvo Di Pasqua, Paolo La Torre, il vicecapogruppo Pasquale Rignanese. A conferma che il partito azzurro è profondamente spaccato. C'è Luigi Miranda, presidente del consiglio in pectore, accanto al primo dei non eletti, un "deluso" Valerio Vinelli. Ci sono i Fratelli d'Italia con Giuseppe Mainiero. Mancano Le Destre Unite, la Puglia Prima di Tutto. Seppur parzialmente, Landella sperimenta sin da subito la famigerata "solitudine" dei sindaci.

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E non risparmia eleganti bordate alla politica. "Ho partorito questo esecutivo analizzando un dato in particolare della campagna elettorale: l'astensionismo, la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. Dati che si dimenticano un minuto dopo la vittoria, evidentemente. Ma io non dimentico. E questa poltrona è qui proprio per ricordarcelo, per non dimenticare" affonda Landella guardando alla poltrona che ha fatto da sfondo alla sua campagna elettorale posizionata in bella vista davanti agli scranni della giunta con tanto di slogan che ha accompagnato la sua corsa.

"Il primo cittadino sei tu". Applausi per il sindaco, che implicitamente si rivolge proprio a Tarquinio: "Ho fatto anche il segretario provinciale e mai mi sono permesso di decidere l'assessore di questo o quel sindaco. Perché i sindaci decidono e spesso sono lasciati al loro destino. Il contributo del partito deve essere di collaborazione, non deve scegliere gli assessori ".

Quindi l'appello alla responsabilità di tutti, anche della minoranza: "Questa amministrazione ha voglia e dovere di fare. Anche l'opposizione sarà coinvolta in ogni azione del programma. Dobbiamo ritrovare l'orgoglio di essere foggiani".  Ed il riferimento alla "consulte" tanto care al primo cittadino, "perché è la città che deve indirizzarci". Rinnovamento e rinascita, dunque: questi i due concetti che hanno guidato il discorso di Landella, che ha tutte la carte in regola ora per iniziare a lavorare a pieno regime. 

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