La sottoscrizione del patto etico proposto da Luigi Miranda rappresenta la base minima di civiltà da cui, in questo momento storico, la città deve ripartire. La corruzione, il clientelismo, il voto di scambio, il malaffare, sono pratiche che hanno messo in ginocchio la nostra città negli ultimi venti anni, avvitandola in una spirale che ha prodotto illegalità su illegalità e povertà su povertà a scapito dei cittadini per bene, delle piccole e medie imprese, dei tanti lavoratori onesti, avvantaggiando solo poche e ristrette cerchie di persone.

Il gran carrozzone della campagna elettorale non può e non deve distrarre da questo aspetto fondamentale, che è innanzitutto un impegno di civiltà prima che politico, e che deve rappresentare la pietra miliare su cui ricostruire una città sana. Le amministrative 2014 sono un'opportunità, l'ultima opportunità per azzerare totalmente la vecchia classe politica e dirigente e per consentire alla città di cominciare la sua risalita, con persone nuove, giovani di qualità, lontani dai giochi di potere ma soprattutto refrattari ad ogni tipo di commistione tra affari e politica.

Foggia ha bisogno di amministratori che sappiano tenere testa alle infiltrazioni della malavita nella politica cittadina, che sappiano dire di no ai compromessi a scapito della città e che, sin da oggi, lo sottoscrivano e lo affermino a gran voce, senza paura di perdere i loro consensi. Senza questa chiara presa di posizione contro tali forme di malcostume la competizione elettorale sarà destinata a produrre fotocopie sempre peggiori della precedenti amministrazioni che non potranno che portare Foggia alla morte civile ed economica (quest'ultima già molto vicina).

Luigi Miranda è il primo e l'unico che ha avuto il coraggio di lanciare il grido d'allarme e mettere sul tavolo questa tematica scottante, senza se e senza ma, e soprattutto senza paura di scalfire il suo elettorato. Gli altri competitor non potranno sottrarsi da un'adesione chiara e ferma al patto etico proposto da Miranda e se lo faranno dovranno renderne conto ai cittadini, che chiedono alla politica cittadina, prima ancora che competenza e capacità amministrativa, onestà e serietà.