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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Marasco non si scompone ma a sinistra è pronta una “lista di resistenza”

Sel si prepara a scendere in campo a sinistra del PD. Per il candidato sindaco si fanno i nomi di Gianfranco Piemontese, Rita Saraò e Katia Ricci. Rizzi: “Ci rivolgiamo soprattutto alla società civile”

Rischia di deflagrare in tutta la Capitanata la frattura SEL–PD consumatasi nel capoluogo dauno. La minaccia è contenuta nella dura replica al comunicato con cui i vendoliani ieri hanno sancito la rottura, abbandonando la coalizione di centrosinistra guidata dal candidato Augusto Marasco. Un’idea di governo della città “troppo moderata e centrista, che non permette alla sinistra di “riconoscersi” e, pertanto, “non condivisibile”, la ragione vergata nero su bianco dagli ex ed attuale commissario della federazione provinciale di SEL, Gano Cataldo e Lello Crivelli, che vanno giù ancora più duro tacciando la coalizione di “prospettiva cieca”. Sotto accusa, fuori dal politichese, l’accordo sopraggiunto con l’Udc di Angelo Cera.

Una motivazione difficile da mandare giù dal Partito Democratico che la derubrica a mero pretesto, minacciando di rompere a livello provinciale  e di portare la frattura fino a Bari, da Nichi Vendola in persona. Il segretario provinciale Raffaele Piemontese definisce l’atteggiamento di SEL “insensato ed infantile” e la motivazione (l’Udc) “risibile”. “E’ incomprensibile come Nichi Vendola e Gano Cataldo, in solido con la delegittimata dirigenza cittadina e provinciale di Sel, abbiano unilateralmente interrotto ogni relazione con il candidato e con i partiti insieme a cui hanno governato 5 anni Foggia” tuona Piemontese che ricorda a Vendola il suo ruolo, in tempi non lontani, di primo sostenitore delle primarie.

Quindi avverte: “Il rispetto che da Vendola non abbiamo avuto fino ad ora lo rivendicheremo con maggiore forza dopo aver vinto le elezioni nel capoluogo con il contributo degli elettori di sinistra estranei a queste tattiche da Prima Repubblica”. Lo scontro politico, insomma, rischia di diventare istituzionale e di allargarsi a più ampio raggio ed a più alti livelli, tanto da far intervenire anche la dirigenza regionale del PD che ha invitato Sel a tornare sui suoi passi.

Che il risultato della competizione primaria del 9 marzo sia risultato subito “indigesto” per i vendoliani – e la sinistra “pura” in generale - che puntavano sul sindaco uscente Gianni Mongelli è notorio. Così come è notorio il tentativo, esperito sin dal giorno dopo, di provare a scendere in campo da soli. Ora la proposta torna sul tavolo.

L’ex segretario provinciale Domenico Rizzi la ribattezza “lista di resistenza”: un contenitore unico in cui far confluire quel che resta della sinistra foggiana (che sta vivendo uno dei suoi periodi più bui evidentemente a Foggia, abbandonata anche dai dirigenti cittadini che hanno preferito i lidi emiliani” di Realtà Italia), provando ad intessere un dialogo con i referenti della proposta europea “Tsipras” ed altre briciole che ancora sopravvivono qua e là.

“Ci rivolgiamo soprattutto alla società civile” si appella Rizzi, che difende il governatore: “Vendola non c’entra, alla federazione provinciale ha lasciato ampia facoltà di scelta”. Questa sera dovrebbe esserci un primo incontro di “sinistra” per capire anzitutto se c’è la forza politica e la possibilità numerica di scendere in campo da soli. A guidare la nuova lista che Rizzi ribattezza di “resistenza” potrebbe esserci, si vocifera, l’architetto Gianfranco Piemontese, il più suffragato a sinistra alle amministrative 2009, anche se l’offerta sarebbe giunta anche a donne di sinistra come Rita Saraò (autoespulsasi dal Pd) e Katia Ricci.

Non si scompone, intanto, il candidato sindaco “abbandonato” Augusto Marasco che, a questo punto, “definito il perimetro della coalizione” può far partire la sua campagna elettorale. Certo di "aver dato la massima disponibilità al confronto", liquida la questione con un tweet: “Le discussioni sono belle quando sono sincere e si concludono. Quella con Rifondazione e Sel è stata bella a metà". 

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