rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Comunali Foggia 2014

INTERVISTA | Saraò: “Legalità, cultura e trasparenza. Temo primarie inquinate”

Intervista a Rita Saraò, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra di Foggia: “Il potere per me è potere fare, non è potere fare i cavoli propri”

Ritiene di non avere interessi personali e di voler riportare il bene comune al centro del dibattito politico. Rita Saraò, unico candidato donna alle primarie del centrosinistra di Foggia, si propone alla città puntando sulla trasparenza e la legalità, sulla cultura, l’internazionalizzazione e l’attrazione di fondi. Spinta da un senso di responsabilità civile, al centro della sua attività programmatica ci sono anche e soprattutto quelle periferie abbandonate, dove la percezione di degrado e insicurezza è più rilevante. Perché votarla? “Il potere per me è potere fare, non è potere fare i cavoli propri. Ecco perché la gente dovrebbe votarmi”

Rita Saraò candidata alle primarie del centrosinistra. Perchè?

Perché dopo tanti anni di attivismo e di partecipazione, dopo aver avanzato tante proposte e criticato alcune scelte, ho avvertito il bisogno di metterci la faccia, di essere, spinta da un senso di responsabilità sociale, protagonista della vita di Foggia. Ci tengo a sottolineare che non ho interessi personali perché ho il mio lavoro, gratificante, e che i miei figli lavorano, ma voglio fare un dono alla città mettendo a disposizione competenze e persone perbene per ricominciare a marciare e non essere più gli ultimi delle graduatorie. Penso sia possibile.

Lei è l’unico candidato donna. Ha deciso di raggiungere le periferie in camper, andando a raccogliere il dissenso della gente. Sostiene di essere fuori dalle logiche di palazzo e di voler riportare il bene comune al centro del dibattito politico. Detto questo, che città secondo lei ci consegna il governo Mongelli?

La città in questo momento vive una situazione di profondo disagio e io sto incontrando tante persone della ‘Foggia Buona’ (e non della ‘Foggia Bene), esasperate. Troppe opportunità sono state mancate, troppe eccellenze non sono state considerate e troppi giovani sono stati costretti ad emigrare. Negli ultimi 15 anni ho assistito a un degrado continuo. Oggi dico che dobbiamo essere pronti a leggere la storia di ciascuna persona che si propone di amministrare il bene pubblico, che significa non avere conflitti di interesse. Perché, quando ci sono conflitti di interesse, come in queste primarie, ovviamente tutto diventa più difficile.

Saraò, a Foggia è emergenza sicurezza. Concetto che spesso lo si lega al centro storico o ai luoghi più frequentati. Non crede però che questa percezione di insicurezza e mancanza di legalità siano figlie e conseguenza del degrado e dell’abbandono di quelle periferie che lei sta visitando? Quali soluzioni, quindi?

Sì, ma aggiungo anche che se si vuole, per ogni questione c’è una soluzione. Se viviamo nel degrado è perché non abbiamo dato ai cittadini la possibilità di vivere in sicurezza, ad esempio non abbiamo utilizzato i fondi messi a disposizione dal PON Sicurezza, attraverso i quali è possibile installare telecamere o incrementare la presenza delle forze dell’ordine. Il comitato di sicurezza ha senso se si riunisce almeno due volte al mese, analizza e prova a risolvere le problematiche di un quartiere. Per quanto riguarda le soluzioni, credo ci siano tante strade percorribili, ma ci deve essere anche la reale volontà di farlo e soprattutto l’interesse. Se non c’è sicurezza in centro, figuriamoci al Candelaro piuttosto che al Cep, dove non ho mai visto la presenza delle forze dell’ordine, anche di notte. Se pensiamo al bene comune, piuttosto che a cose economicamente più interessanti, forse riusciamo a mettere un po’ di ordine.

Pensa anche lei che la cultura possa essere il vero motore dell’economia locale? Si sentirebbe di promettere, in tempi brevi, la riapertura del Teatro Giordano o dell’anfiteatro Mediterraneo, e garantire la piena fruizione di luoghi abbandonati e oggetto di atti vandalici?

Lavorando all’Università, è naturale che per me la cultura sia lavoro e dovrebbe essere al centro delle politiche di una città come Foggia. Per questo mi chiedo come si possa chiudere l’Oda e disinteressarsene, oppure, per quanto riguarda la vicenda del Teatro Giordano, come sia stato possibile dimenticarsi delle barriere architettoniche prima e della cabina elettrica dopo.

Ma esiste un modo per creare in tempi brevi condizioni favorevoli all’occupazione, che non sia soltanto quello legato al settore dell’edilizia. Esistono cioè delle strade percorribili. Se esistono, quali sono?

Le dico subito che da sindaco di Foggia, come prima cosa, recluterei una decina di ragazzi/e giovani per costituire un gruppo per l’internalizzazione della città, dando loro uno stipendio minimo e poi degli incentivi su tutti i fondi che farebbero arrivare, come succede ovunque. Se non partecipiamo ai bandi non creiamo alcuna possibilità di lavoro, quello che potrebbe sicuramente derivare dalla cultura, dall’internalizzazione ma anche attraverso i laboratori di arti e mestieri. Guardi, le dico che ci sono artigiani in pensione e professionisti pronti ad offrire le loro competenze ai giovani. Ma quando si parla di occupazione penso anche alla ristrutturazione e al recupero di immobili. Oppure ai tanti beni immateriali che abbiamo e che sono molto attrattivi.

Come avrà potuto notare, tra i temi più dibattuti c’è quello del PUG. Secondo lei, può incidere sul futuro di Foggia? In che modo?

Inciderà in maniera determinante, anche perché non approvarlo significherebbe andare avanti con varianti continue che fin qui hanno mangiato il territorio. Tre anni fa organizzai un incontro durante il quale il sindaco ci disse che vi sarebbe stato un nuovo assessore che si sarebbe occupato del PUG e ci promise che entro una certa data sarebbe stato approvato. Il PUG, invece, è rimasto lettera morta nonostante siano stati cambiati sei assessori. Quindi, credo, che il conflitto di interesse continui ad incidere, mentre la città sprofonda.

Una battuta al volo sulla vicenda Amica e sui parcheggi

Il pagamento dei parcheggi lo condivido solo in alcune zone della città. Non si possono obbligare sempre i cittadini a pagare soltanto perché il Comune non sa dove prendere i soldi. Come non si può far pagare la stessa cifra che si paga a Milano, dove il PIL è diverso da Foggia. L’Amica è un simbolo che però ci ha portato un sacco di problemi, che però ha dato un sacco di lavoro fatto male o non fatto, che però ci ha portato un sacco di personaggi che hanno goduto, che hanno rubato.

Non pensa che la partita delle primarie e del futuro di Foggia si giochi sul decoro urbano, pulizia, ordine pubblico, manutenzione degli spazi verdi e delle strade. E non crede che bisognerà ripartire da queste piccole cose per rifare una città allo sbando?

C’è incuria e sciatteria. Qualcosa sicuramente non funziona nel momento in cui, per fare un esempio, troviamo manifesti funebri affissi sulle cabine telefoniche. Ricordo però che abbiamo l’Accademia delle Arti che ha grandi competenze per fare un piano dei colori, per far sì che in qualche modo i palazzi diroccati vengano messi a posto, per ristrutturare i quartieri settecenteschi. Insomma, avrà capito che le soluzioni ci sono, ma basta volerlo.

Chi tra queste tipologie di elettori saranno più decisivi il 9 marzo: gli apparati, il popolo o la piazza virtuale?

Io uso i social network, ma non saranno determinanti. Con il cuore le dico che nonostante le truppe cammellate, alla fine vincerà il popolo perché intorno sento tanta speranza, che sto vedendo durante i miei incontri. Io posso dire di non avere gli apparati e questo mi spinge a convincere direttamente le persone a votarmi. Foggia vincerà. E aggiungo anche che queste primarie, se saranno inquinate, come purtroppo temo, saremo veramente rovinati.

Saraò, perché il centrosinistra dovrebbe votarla e quali sono le priorità che in caso di vittoria proporrà alla coalizione e alla città di Foggia?

Al primo posto ci sono legalità e trasparenza. Tutte le cose che non si potevano fare ma che sono state fatte, con me non si dovranno più fare. Il sindaco ha facoltà di agire e se non agisce c’è un motivo. E ricordo anche che il Comune è la casa dei cittadini. Poi c’è il lavoro, quindi la cultura, l’internazionalizzazione e l’attrazione di fondi. Ma anche il decoro urbano e il PUG. Perché dovrebbero votarmi? Perchè non ho alcun conflitto di interesse, perché la mia storia ha dimostrato quello che sono, ovvero la persona giusta. Io faccio tutto per amore di questa città, perché non posso continuare a vederla nella condizione in cui si trova. Tra le mie priorità ovviamente c’è anche il viale della Stazione, una volta il salotto della città. Concludo dicendo che il potere per me è potere fare, non è potere fare i cavoli propri. Ecco perché la gente dovrebbe votarmi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

INTERVISTA | Saraò: “Legalità, cultura e trasparenza. Temo primarie inquinate”

FoggiaToday è in caricamento