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Giovedì, 25 Aprile 2024
Comunali Foggia 2014

INTERVISTA | Primarie, Frattarolo: “Sport, cultura e rinnovamento. Il 9 voltiamo pagina”

Intervista a Lorenzo Frattarolo, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra di Foggia: "La mobilitazione del sistema del piacere ci sarà, ma il 9 vincerà quella spontanea dei foggiani"

Liste all’insegna del merito e del rinnovamento. Lorenzo Frattarolo, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra di Foggia, in caso di vittoria punterà anche su questa formula per conquistare Palazzo di Città. Al centro della sua azione politica una maggiore attenzione e sensibilità al patrimonio culturale e sportivo, strumento per riprendere il dialogo (interrotto) con i cittadini. L’esponente renziano del PD – che si considera spregiudicato “per aver messo la faccia in una città dove esporsi non è la cosa più semplice” – chiede agli elettori di voltare pagina e di rompere un giocattolo “con il quale gli altri stanno facendo il buono e il cattivo tempo”.


Frattarolo, ha rotto gli indugi ma anche gli schemi. Basterà questo a convincere gli elettori del centrosinistra a puntare su di lei?

Indubbiamente è un fattore che mi ha caratterizzato sin dall’inizio, ma non è sufficiente. La proposta deve essere supportata dal programma e dalla credibilità delle persone che sono con me e che, sottolineo, non hanno mai avuto a che fare con la politica.

Lei il candidato più giovane, non un rottamatore, ma certamente una figura che gradirebbe che i più anzianotti lasciassero fare ad altri e che vorrebbe porre fine a quel sistema di piaceri che vanno avanti da anni. A tal proposito, ci dice cosa intende per “sistema di piaceri”?

Qualcun altro mi ha definito rottamatore, ma non lo sono e detesto essere definito tale. Per sistema di piaceri mi riferisco a quella sudditanza psicologica per la quale un elettore, per aver ricevuto un piacere tanti anni fa da un politico, si sente ancora in dovere di ringraziarlo e di votarlo. Così la vecchia generazione è più avvantaggiata della nostra. Questo modo di intendere la politica e di coltivare il proprio orticello per scopi elettorali ha ucciso la nostra città. Basti pensare che chi fa politica da quarant’anni è ancora lì. Ricambio generazionale non vuol dire giovanilismo ma che i protagonisti del passato devono capire che è cominciata una nuova stagione, lasciandoci la possibilità di programmare il nostro futuro.

Abbiamo sondato un po’ il terreno. Non la spaventa questa trasversalità di consensi, che sia da destra che da sinistra, le arrivano? Si sente anche molto renziano in questo senso?

Mi sento vicino a Renzi dall’inizio perché quando si parlava di rottamazione io pensavo al nostro Consiglio comunale. Noi dobbiamo riprenderci una prospettiva che interessa a noi. Mi preoccupa quando si fanno accordi con i dirigenti di destra, e non quando si convincono gli elettori di destra. In questo caso vorrebbe dire che la proposta è valida e credibile.

A Foggia si fa un gran parlare di emergenza sicurezza e spesso la si lega al centro storico o ai luoghi più frequentati. Non crede però che questa percezione di insicurezza e mancanza di legalità sia figlia e conseguenza del degrado e dell’abbandono di quelle periferie che lei sta visitando? Quali soluzioni, quindi?

Assolutamente sì. Il problema è duplice: dobbiamo rispondere a una microcriminalità incattivita da una mancanza di occupazione, peraltro rappresentata anche da minorenni, ma ci troviamo ugualmente di fronte ad una popolazione altrettanto incattivita e stressata. E’ necessario un coordinamento permanente tra il Comune, la Prefettura e le forze dell’ordine. Come da studi americani, quindi, a qualcuno può succedere di non riconoscersi nella propria città e di fare azioni contro la città. Per quanto riguarda le soluzioni possibili, è possibile pensare alle cosiddette reti anti-criminalità, fare cioè un’anagrafe di queste persone, individuarle e andarle incontro, ma non collocandoli sul mercato del lavoro rimanendo quindi con questo ricatto permanente, ma cercando di recuperarle in maniera diversa, ascoltandole e aiutandole ad integrarsi.

Pensa anche Lei che la cultura possa essere il vero motore dell’economia locale? E poi ancora, si sentirebbe di promettere, in tempi brevi, la riapertura del Teatro Giordano o dell’anfiteatro Mediterraneo, e garantire la piena fruizione di luoghi abbandonati e oggetto di atti vandalici?

Il Teatro Giordano è solo la punta dell’iceberg perché ci sono appunto l’anfiteatro Mediterraneo, parco San Felice, Pantanella e tante altre strutture nella stessa condizione. Io mi impegno, per ogni struttura sportiva e culturale, con un monitoraggio attento e puntuale, a capire il perché non è al servizio della comunità. La strategia successiva sarà l’affidamento ai privati con avvisi pubblici ai quali potranno partecipare solo i soggetti accreditati. Sport e attività culturali devono essere alla portata di tutti. Se ci manca il senso d’appartenenza è proprio perché non abbiamo più momenti e luoghi di incontro.

Secondo Lei, c’è un modo concreto per creare le condizioni favorevoli all’occupazione in tempi brevi, che però non sia soltanto quello legato al settore dell’edilizia. Quali sono le strade percorribili?

Non ho la bacchetta magica. Sicuramente i luoghi culturali. Altri settori trainanti sono l’agricoltura e il commercio, e devo dire che purtroppo l’assenza di un piano di commercio ha costretto in tanti a chiudere. Esistono dei luoghi che hanno trainato l’economia foggiana fino a qualche hanno fa, tipo i locali della Piazzetta, che hanno creato occupazione e che dovremmo fare in modo che tornino ad essere attrattivi, non necessariamente solo per i foggiani. Dobbiamo venderci meglio.

Quanto, secondo Lei, il PUG può incidere sul futuro di Foggia e in che modo?

Tanto, il PUG mette un punto, fissa un paletto e quindi si lavora dentro quel perimetro, altrimenti ci sarà sempre una sorta di braccio di ferro permanente tra politica e interessi privati.

Una battuta al volo sulla vicenda Amica

Due anni e mezzo fa quando nel centrosinistra era vietato parlare dei problemi di Amica, ho organizzato una biciclettata per segnalare l’assurdo, e cioè che i costi di Amica superavano quelli del contratto di convenzione con il Comune. Quelle persone che oggi ci chiedono dov’eravamo devono rendere conto di aver distrutto una società che per nessuna ragione al mondo sarebbe potuta fallire, perché le entrate c’erano. Amica è uno scandalo morale e finanziario e chi ha ne ha preso parte deve vergognarsi. Ma quelle stesse persone che ieri mettevano la testa sotto la sabbia, oggi si fingono rinnovatori. La città lo sa e saprà distinguerci.

E sul tema del decoro urbano?

E’ vero che ci vorrebbe un piano del decoro urbano, ma tante volte basterebbe avere buon gusto e un po’ di buon senso. Io faccio sempre l’esempio del gioiellino di via Altamura dove è stata fatta una riqualificazione carina e non molto costosa.

Chi secondo Lei, tra queste tipologie di elettori, saranno più decisivi il 9 marzo: gli apparati, il popolo o la piazza virtuale?

La mobilitazione del sistema del piacere ci sarà, ma vincerà quella spontanea dei foggiani.

Questa partita è più come un Monopoli, Trivial o Scarabeo?

In realtà sarebbe più come un Tabù

Perché il centrosinistra dovrebbe votarla e quali sono le priorità che in caso di vittoria proporrebbe alla coalizione e alla città di Foggia?

Dovrebbero votarmi per voltare pagina e rompere lo schema della vecchia politica. Non sono il migliore della mia generazione ma in questa fase storica mi considero il più spregiudicato perché ci metto la faccia in una città dove esporsi non è la cosa più semplice. Lo faccio perché un giocattolo con il quale gli altri stanno facendo il buono e il cattivo tempo va rotto definitivamente. La mia prima proposta riguarderà la composizione delle liste con nuovi parametri, tra cui merito e rinnovamento. Poi il monitoraggio del patrimonio culturale da restituire ai cittadini, attraverso il quale riprendere un dialogo con loro, che purtroppo in questo momento si è interrotto.

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