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Venerdì, 19 Aprile 2024
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INTERVISTA | Primarie, Mongelli: “Ho dato garanzie, legalità e prospettive di sviluppo”

Intervista a Gianni Mongelli, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra di Foggia. E il 9 marzo? "Saranno i cittadini a la partecipazione libera e incondizionata a decidere il gioco delle primarie"

“Per un impegno forte, limpido, sereno e incondizionato” Gianni Mongelli si sottopone nuovamente al giudizio degli elettori del centrosinistra e tenta la scalata bis a Palazzo di Città. Prima però dovrà superare lo scoglio primarie e vincere la concorrenza agguerrita dei suoi avversari politici. Il primo cittadino non teme alcuna bocciatura e come un giocatore di poker rilancia: “Sono stato capace di dare garanzie, legalità e prospettive di sviluppo”. Ammette di avere delle responsabilità sulla vicenda del Teatro Giordano, ma rivendica il lavoro svolto in questi cinque anni, ritenendolo “indispensabile e necessario”. E il 9 marzo? “Saranno i cittadini a la partecipazione libera e incondizionata a decidere il gioco delle primarie”

Sindaco, lei ha sostenuto di essersi candidato per sottoporsi al giudizio dei cittadini, chiaramente del centrosinistra, gli stessi che cinque anni fa le hanno dato fiducia. Dovesse vincere le primarie non teme di subire una forte bocciatura dal popolo, intendo soprattutto da quello dei delusi?

No assolutamente. Penso che la città saprà valutare quello che è stato fatto o che avremmo voluto far meglio, ma in ogni caso il giudizio degli elettori va sempre rispettato. Però non temo una bocciatura, ma credo di essere nelle condizioni di sottopormi con serenità al loro giudizio, spiegando bene quello che abbiamo fatto, vale a dire un lavoro orientato a una prospettiva futura. Un lavoro indispensabile e necessario.

Ha considerato quello di Marasco un tradimento. La delega all’Urbanistica gliel’ha tolta per questo motivo o perché, come sostiene il suo competitor principale, l’urbanistica è un forte strumento di merce elettorale?

Non è così perché non faccio dell’urbanistica la merce di scambio. Con l’approssimarsi della candidatura quel lavoro fatto in sintonia sarebbe venuto meno e per questo l’ho portata a me, ma non per avere spazi di manovra.

Ha chiarito con Piemontese oppure c’è qualcosa che ancora non la convince?

Il rapporto umano e personale con Raffaele è sempre stato bello e positivo. Dal punto di vista politico in questa fase abbiamo una visione diversa e quindi le sue sono scelte che devo rispettare dal punto di vista politico, come sono certo che lui rispetta le mie. C’è una diversità di approccio e di vedute, ma le primarie servono anche a ritrovare coesione per la prospettiva del centrosinistra. Però, non è positivo vedere persone che non sono del centrosinistra coinvolte in questa fase. Arriverà il momento di confrontarsi anche con le altre forze politiche, ma adesso gli uomini del centrosinistra devono scegliere il loro candidato e farlo in piena libertà, senza condizionamenti e senza chiedere supporti esterni

Si riferisce alla famosa foto che ritrae Santaniello in compagnia di Marasco?

La fotografia è un fatto simbolico. Il fatto è che sicuramente ci sono state e ci sono delle aperture verso altre parti che non sono del centrosinistra, in particolar modo da parte di Marasco

Mongelli, come lei ben saprà c’è emergenza sicurezza a Foggia. Concetto che spesso lo si lega al centro storico o ai luoghi più frequentati. Non crede però che questa percezione di insicurezza e mancanza di legalità siano frutto del degrado e dell’abbandono di quelle periferie che lei sta visitando? Secondo lei ci sono delle soluzioni?

C’è sicuramente un problema di sicurezza, percepito e voluto. E’ chiaro che ci sono situazioni che acuiscono questa emergenza: da un lato il disagio sociale e l’abbandono delle periferie, dall’altro gesti che spesso nel centro storico vanno oltre il consentito. Io non sono per la militarizzazione della città ma per un aumento di controlli e per un ruolo più attivo del corpo della Polizia Municipale, con la costituzione del nucleo operativo specifico per la lotta alla contraffazione e all’abusivismo. E aggiungo però che ci vuole anche educazione civica e senso di cittadinanza.

Considerando come sono andate le cose, e mi riferisco alla questione del Teatro Giordano, se la sente di promettere la sua riapertura in tempi brevi?

Sicuramente si perché il teatro è finito. Manca davvero poco. Mancano le ultime certificazioni dei vigili del fuoco con qualche lavoro finale. Abbiamo dovuto recuperare errori di progettazione ed esecuzione, momenti di criticità  come quello del Tribunale che sta allungando i tempi, ma il Teatro è davvero pronto.

E quindi si autoassolve?

No, non mi assolvo perché le responsabilità ci sono.

Esiste secondo lei un modo concreto per creare le condizioni favorevoli all’occupazione, ma in tempi brevi? Ci sono delle strade percorribili che non siano però quelle legate esclusivamente all’edilizia?

Bisogna lavorare per riportare a Foggia flussi economici, di tipo industriale, commerciale e artigianale. E lo stiamo facendo, ma con la sicurezza e le infrastrutture come pre-condizione. Il lavoro è un obiettivo da perseguire e da raggiungere, ma non dimentichiamoci della crisi che stiamo attraversando a tutti i livelli.

E quanto, secondo Mongelli, il PUG può incidere sul futuro di Foggia, e in che modo?

Sono stati compiuti passi importanti e siamo quasi alla fine, quindi in dirittura d’arrivo. Il PUG incide ma non in maniera determinante. Una buona programmazione aiuta a migliorare lo sviluppo della città, ma accanto al PUG devono entrare in gioco tanti altri fattori.

Lei rivendica la vicenda Amica sostenendo di aver fatto la cosa migliore e le cose giuste. A chi invece l’accusa di essersi venduto ai baresi, cosa risponde?

E’ una cavolata, perché non solo non ci siamo venduti ma acquisiremo le nostre partecipazioni, compreremo quote dell’azienda che diventerà anche nostra, quindi non c’è stata nessuna svendita, ma solo una fase di partecipazione

Decoro urbano, pulizia, ordine pubblico, manutenzione degli spazi verdi e delle strade. Non pensa che la partita vera si giochi su questi temi e bisognerà ripartire da queste piccole cose per rifare una città allo sbando?

Sono importanti ma non sono essenziali e sufficienti. La partita si gioca su questi punti ma anche lavorando sul senso d’appartenenza e di cittadinanza, spingendo e sostenendo le forze economiche e sociali, sullo sviluppo dei fattori culturali, e sul rapporto con università. Questi sono alcuni elementi determinanti.

In queste settimane è molto presente sui social e sta spingendo moltissimo sulla comunicazione, cosa che prima le capitava pochissimo. Perché in questi cinque anni non ha fatto la stessa cosa?

Ero impegnato a fare le cose importanti ma posso convenire con lei sul fatto che ci sia stato un problema di comunicazione

Chi tra queste tipologie di elettori saranno più decisivi il 9 marzo: gli apparati, il popolo o la piazza virtuale?

Saranno i cittadini a la partecipazione libera e incondizionata a decidere il gioco delle primarie

Siamo in chiusura, ci dica perché il centrosinistra dovrebbe darle nuovamente fiducia e quali sono le priorità che in caso di vittoria proporrebbe alla coalizione e alla città di Foggia?

Per un impegno forte, limpido, sereno e incondizionato in questi cinque anni. Perché sono stato capace di dare garanzie e legalità, delle prospettive di sviluppo. Tra le priorità ci metto il lavoro, i diritti di cittadinanza e lo sviluppo ambientale e sociale della nostra città, quindi una qualità migliore della vita.

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