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Comunali Foggia 2014

L’affondo di Cislaghi contro Augusto Marasco: “Il suo assessorato? Zero in tutto”

Per il segretario del circolo “CheGuevara”,l’archittetto è “refrattario a sottostare a controlli e verifiche” e nel braccio di ferro tra l’architetto e l’assessore regionale Barbanente a rimetterci è stata la comunità

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

Tra i due litiganti (l’ex assessore comunale all’urbanistica Marasco e l’assessore regionale all’urbanistica Barbanente), il terzo (la nostra comunità) ci rimette. Ne è convinto Giorgio Cislaghi, segretario del circolo “CheGuevara” e candidato nella lista “Foggia a Sinistra”. “Era scontato il parere negativo dell’assessore regionale al cosiddetto piano di “housing sociale” perché l’idea che lo ha ispirato, il riammagliamento delle zone periferiche, è strettamente pertinente al Piano Urbanistico Generale  come anche l’alto numero di piani edilizi, di volumi destinati a edilizia residenziale privata, non può derogare dallo stesso”, spiega.

“La reazione, scomposta, dell’architetto Marasco è la dimostrazione di quanto lui sia refrattario a sottostare a controlli e verifiche, preferisce indossare i panni dell’Unto dal Signore contro cui i cattivi si accaniscono. Purtroppo il bilancio del suo assessorato è uno zero tondo: zero case per affrontare l’emergenza abitativa, zero zone urbane recuperate, zero piani urbanistici avviati, zero alloggi recuperati da chi li deve ancora consegnare pur avendo avuto terreni su cui costruire case private”.

Per Cislaghi, prima di criticare Regione e IACP, l’architetto avrebbe dovuto consultare il suo Sindaco facendosi spiegare il perché non sono state costruite case IACP a Foggia mentre, in altri comuni capoluogo, ne sono appena state consegnate varie centinaia. “Se lo avesse fatto avrebbe scoperto che uno dei primi interventi varato dalla prima giunta Vendola, era ancora il segretario Regionale di Rifondazione Comunista, è stato un piano straordinario di edilizia residenziale pubblica, cioè case IACP, a cui il Comune di Foggia non ha aderito non dando risposte alle sollecitazione dell’assessore regionale”.

Avrebbe, inoltre, fatto bene a documentarsi sulla fine che hanno fatto i terreni dei piani urbanistici in 167 destinati alle case IACP, terreni venduti per ripianare i buchi di bilancio ereditati dalle precedenti amministrazioni. “Quanto siano distanti dalla vita reale, dai bisogni delle persone, i due assessori è dimostrato dalla scarsa attenzione prestata al fenomeno delle occupazioni abusive di case popolari pubbliche. Argomento totalmente ignorato dall’ex assessore comunale, argomento affrontato con l’ennesima sanatoria dall’assessore regionale e a rimetterci, come sempre, sono le famiglie che hanno partecipato ai bandi pubblici e pazientemente, ora invano, attendono di poter avere una casa ad affitto calmierato”.

“Una sanatoria che suona come una beffa perché, inserita nella riforma degli IACP, senza adeguate misure per stroncare definitivamente il furto e il commercio illegale di case pubbliche è un invito all’occupazione abusiva. Eppure sarebbe bastato poco per recuperare poche case da destinare a chi aspetta in graduatoria, a chi ha avuto una casa impropria (un insalubre container o un piano terra che sembra ricavato da un box). Sarebbe bastata un’azione più incisiva nei confronti del Consorzio Unitario Coop Casa (30 alloggi), un’azione più efficacie per ridislocare i 32 alloggi del PIRP A e cominciarne la costruzione”.

Insomma, per il segretario del circolo “CheGuevara” sarebbe bastato fissare una data certa per la consegna degli appartamenti promessi dai vari “accordi di programma”, più di cento, approvati e sottoscritti anche da Regione Puglia. “Quello che servirebbe è uno “spirito collaborativo” tra le varie amministrazioni pubbliche, un dialogo che metta al centro l’obiettivo di dare risposta ai bisogni, alle necessità, delle persone lasciando da parte, almeno per una volta, gli appetiti dei soliti palazzinari sempre pronti a incassare terreni a poco prezzo ma ostinatamente restii a consegnare le case dovute alla città”.

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