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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Lonigro show: "L'apparentamento c'è, ecco le carte". Marasco lo smonta

Il consigliere regionale: "L'apparentamento con Marasco c'è dal 2 marzo. Ecco le carte". Il candidato sindaco: "In quella data neanche esisteva la lista Lavoro e Libertà"

Il colpo di scena dell’ultim’ora arriva da Socialismo Dauno, o meglio, dalla lista "Lavoro e Libertà” che ha concorso al primo turno con la coalizione di Leonardo Di Gioia e che è in animo ora di apparentarsi col candidato del centrosinistra Augusto Marasco. Marasco che, tuttavia, di apparentamenti tecnici proprio non ne vorrebbe sentir parlare.

Ed ecco che, quando mancano poche ore al gong (il termine ultimo è fissato per domani, alle 12.30),  Pino Lonigro convoca la stampa ed esibisce un documento che inchioda il candidato sindaco alle sue responsabilità. Si tratta di una scrittura privata recante la data del 2 marzo 2014 (antecedente dunque alle stesse primarie del centrosinistra, tenutesi il 9 marzo) in cui Augusto Marasco si impegna ufficialmente ad apparentare la lista di Socialismo Dauno in vista del turno di ballottaggio. Una scrittura privata, fa sapere Lonigro, firmata alla presenza del segretario provinciale del PD, Raffaele Piemontese. Che dunque sapeva.

Ma allora, perché non dirlo prima? Perché continuare a sostenere di non essere intenzionati agli apparentamenti tecnici, piuttosto agli accordi politici? “Per quanto ci riguarda, l’apparentamento esiste. Ed esiste già da 3 mesi. E noi domani questa scrittura la depositeremo presso l’ufficio elettorale. Se Marasco vuole sconfessarla, ce lo dica pubblicamente e noi adiremo alle sedi competenti”. La battaglia, dunque, rischia di sfociare in tribunale.

E, stante la risposta di Marasco, così sarà: “Tre mesi fa, il 2 marzo, neanche si erano svolte le primarie e neanche esisteva una lista denominata “Lavoro e Libertà” che pretende, adesso, di apparentarsi per godere degli effetti del premio di maggioranza che scatterebbe con la mia affermazione al ballottaggio di domenica 8 giugno. Abbiamo il dovere di essere onesti, coerenti e responsabili con la città nel momento in cui ci proponiamo di governare introducendo il cambiamento. Io ho in corso un dialogo fecondo sui reciproci elementi programmatici con Leonardo Di Gioia, sostenuto fino a domenica scorsa da “Lavoro e Libertà” con toni trionfalistici e con aperti inviti a praticare il voto disgiunto ai miei danni nella convinzione che il ballottaggio si sarebbe svolto tra Di Gioia stesso e la destra di Franco Landella Lamentarsi vedendo svanire i calcoli opportunistici non mi pare un atteggiamento in linea con la cultura e la tradizione rappresentata da quella lista, ai cui dirigenti ed elettori continuo a rivolgere l’appello per rafforzare il progetto politico di “Foggia 2019”.

Un vero e proprio colpo di scena, insomma, che piomba come un siluro sulla campagna elettorale in corso in casa centrosinistra e che fa rivoltare le rispettive basi,  spiazzate da un accordo che stravolge quanto detto e sostenuto sino ad ora dai due leader:: Marasco, che ha sempre sostenuto di voler andare avanti da solo, di non ritenere “utili” gli apparentamenti, ne aveva già sottoscritto uno. Stessa storia per Lonigro che, dopo aver condotto una campagna elettorale all’insegna del civismo e del cambiamento, tira fuori dal cilindro un accordo con la  coalizione uscente. Tutti gli ingredienti giusti, insomma, per una soap dagli effetti certamente imprevedibili.

Dal suo canto Leonardo Di Gioia, che sarebbe stato all’oscuro di tutto, avrebbe ottenuto delega dalle altre 4 civiche della sua coalizione a stringere accordi politici col candidato interessato a convergere sui punti inderogabili annunciati qualche giorno fa. Il che, par dire, non esclude nulla. Neanche la convergenza (al momento improbabile) su Franco Landella.

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