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Cera ritrova il 'figliol prodigo' e lo benedice: "Iaccarino vincerà le primarie". Al Pd? "Un bel mazzo di rose"

Conferenza stampa questa mattina dell'Udc per presentare i candidati alle elezioni provinciali e il candidato alle primarie del centrodestra. Cera vuole la vicepresidenza di Palazzo Dogana. Smarcamenti dal centrosinistra

“Noi saremo la novità di questa campagna elettorale. Scrivetelo. Ne ho la certezza e, come sapete, è difficile che mi sbagli sui numeri”. Angelo Cera verga così alla vigilia delle primarie del centrodestra. E non si può non riconoscergli il coraggio: quello di ripresentarsi accanto a Leonardo Iaccarino, colui che aveva scomunicato solo qualche mese fa. Cinque anni fa si candidò contro Landella col centrosinistra. Quest’anno contro Landella col centrodestra. E con Cera. “L’amore non è bello se non è litigarello” si affretta a dichiarare il consigliere regionale Napoleone Cera, anticipando le domande sulla inversione ad ‘u’ in quel di Foggia.

Ed è così che, nella conferenza stampa convocata questa mattina in via Gramsci per presentare i candidati alle elezioni provinciali, va in scena la ritrovata unione dei due. E i saluti al centrosinistra: “Piemontese dice che vuole convocarci al tavolo? Gli manderemo un bel mazzo di rose” ironizza di rimando Cera senior, che però in Regione governa con Emiliano. “Ma non parteciperemo alle primarie regionali” fa sapere il commissario provinciale dello scudocrociato, “al momento non siamo neanche stati convocati al tavolo. E se il centrosinistra lo farà, diremo che loro non vogliamo parlare. Apprezziamo solo Emiliano. Il problema si porrebbe se ci chiamasse lui: saremmo, infatti, in forte difficoltà perché riteniamo la sua una esperienza positiva”. Che poi il governo Emiliano collimi col governo del centrosinistra Cera lo sa benissimo, ma come spiegare altrimenti la partita su due tavoli diversi? Centrosinistra no, Emiliano sì. A Piemontese “un bel mazzo di rose”: “sono vecchi” continua l’ex parlamentare. Così come sono "travestiti di nuovismo" i cinquestelle: "Un guazzabuglio. Dieci parlamentari che sanno di fuffa. Che fanno? " tuona. Mentre Iaccarino “è il nuovo”: “Non sarà un candidato di passaggio, lascerà traccia e avrà tutto il mio apporto e quello dei partito. Romperà gli schemi in questa città. Scrivetelo”.

E sulle formula delle primarie, inizialmente rifiutata per dare appoggio incondizionato a Landella, come la mettiamo? “Avevo detto di essere favorevole a Landella perché mi sembrava giusto che la cittadinanza desse il suo giudizio dopo cinque anni di governo. Ma il problema lo ha creato Forza Italia. Quando ci siamo accorti che anche Forza Italia a livello regionale stava andando in quella direzione, abbiamo deciso di scendere anche noi nell’agone elettorale” spiega Cera. “E lo facciamo con un candidato riconoscibile. Iaccarino non è Miranda (il riferimento è al recente “salto” del presidente del consiglio comunale nella Lega, ndr), Iaccarino è Udc e morirà Udc. E’ una questione di serietà. Fra me e lui nessuna difficoltà. Faremo una grande partita”. Dalle parti dello scudocrociato, insomma, sono convinti di “vincere la battaglia tra quattro”.

“Io non sono stato né sindaco, né assessore, né presidente del consiglio comunale. Ho solo dato per breve tempo una mano alla città a scongiurare il commissariamento, convinto che si potesse migliorare in qualcosa. Le premesse sono state buone, meno i risultati” esordisce il candidato sindaco Iaccarino, prendendo così le distanze dall’amministrazione che negli ultimi mesi ha sostenuto e dai candidati in campo: “Non sono né Landella Miranda, che pure da presidente del consiglio ha avuto responsabilità in questa consiliatura; né Mainiero, che per un periodo con l’assessore Moffa ha gestito e votato gli atti in consiglio”. Della serie, solo noi siamo il nuovo, la discontinuità. Almeno diecimila voti, partito a doppia cifra, lista forte, assicurano. Iaccarino è definito il “candidato nazionalpopolare”.

Provincia, l'UDC punta alla vicepresidenza

Prima, però, le elezioni provinciali. Appurato che Iaccarino è candidato “solo per dare una mano”, alla conferenza erano presenti tutti i candidati alle elezioni del 3 febbraio: Giuseppe Mangiacotti, consigliere provinciale uscente, Rita Selvaggio, assessora al Comune di Vico del Gargano, Michele Roberto Terlizzi, consigliere comunale a Orsara di Puglia, Porzia Pinto, consigliera comunale a Vico del Gargano, Antonio Zuccaro, consigliere comunale a San Nicandro Garganico, Lucia Antonietta Dardes, consigliera comunale a Chiueti. E anche qui, non mancano i messaggi in codice al presidente Nicola Gatta: “Sia chiaro che siamo stati noi gli autori della scelta del presidente lo scorso ottobre” fa sapere Cera, rivendicando la paternità della vittoria. “Se non era per noi, a quel tavolo non sapevano neanche come funzionasse il voto ponderato”. Parole che, unite a quelle di Napoleone Cera (che ha evidenziato i risultati portati a casa da Mangiacotti a favore del territorio), fanno materializzare una sola, inequivocabile richiesta all’indirizzo del presidente Gatta: la vicepresidenza. L’Udc vuole il vicepresidente. Lo avrà? Si vedrà.  

Nel frattempo Cera dichiara che non ci sono candidati favoriti ma “vincerà chi muoverà più voti col suo lavoro” ed è convinto che sulla sua lista convergeranno anche i voti degli amministratori rimasti orfani di “Iniziativa Democratica”, ricusata. La cui uscita di scena non solo libera voti, ma abbassa il quorum di elezione facendo tirare un sospiro di sollievo ad almeno due uddiccini: Mangiacotti e Zuccaro, che sono poi i nomi in pole.

La conclusione della conferenza è affidata a queste parole: “Invito i foggiani a tenere presenti due date: il 24 febbraio e il 26 maggio – dice Cera senior-, perché saranno i giorni che daranno vita al vero cambiamento per la città di Foggia, così come il 3 febbraio sarà il giorno del rinascimento per la Provincia”. Gatta è avvisato .

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