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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Tra new entry e ritorni, ecco il nuovo consiglio provinciale: 12 nomi, Pd e Lega sul podio

Forza Italia stacca di un soffio la lista di Salvini, che entra per la prima volta a Palazzo Dogana (ma con nomi già noti). Ursitti in corsa per la vicepresidenza. Cusmai più suffragato. L'analisi

Solo tre consiglieri uscenti rieletti su 12: Rosario Cusmai (Capitanata Civica), Raimondo Ursitti (Lega)e Giuseppe Mangiacotti (Udc). Gli altri si dividono tra new entry e ritorni. E’ il caso ad esempio di Paolo La Torre (Lega), che ha già seduto in consiglio provinciale, così come Generoso Rignanese (PD). Mentre è la prima volta per: Augusto Marasco e Antonio Stornelli (PD), Mattia Azzone e Consalvo di Pasqua (Forza Italia), Anna Maria Torelli (Lega), Angela Lombardi (Capitanata Civica), Luigi Fusco (Direzione Italia).

Nelle more del comunicato ufficiale che dovrebbe arrivare solo nel pomeriggio, sarebbe questa la nuova composizione del consiglio provinciale uscita ieri dalle urne. Che hanno riservato sorprese. Alcune frizzanti, altre decisamente amare.

A primeggiare è sicuramente il Partito Democratico, che prende 22.211 voti ponderati ma si ferma a tre consiglieri, nonostante alla vigilia si ipotizzasse una vittoria quadrupla: resta fuori Maria Grazia Campo, Manfredonia, sorella del consigliere regionale Paolo Campo, nonostante il partito l’avesse “blindata”. Non ce la fa. Seconda classificata (a sorpresa e per una manciata di voti rispetto a Forza Italia) la Lega, lista Impegno per la Capitanata, che prende 18.348 voti ponderati, una cifra di gran lunga superiore al numero di amministratori che ha sul territorio, frutto del lavoro “personale” che consiglieri come Ursitti e il sindaco di Apricena Antonio Potenza hanno fatto pancia terra. La Lega per la prima volta in consiglio provinciale.

Stacca di pochissimo (praticamente una scheda di un Comune medio – grande, fascia verde) Forza Italia: alla lista del segretario provinciale Raffaele Di Mauro vanno 18.016 voti. Sconta parecchie defezioni Di Mauro, soprattutto quelle consumatesi su Tiziana Casavecchia, vicina a Giandiego Gatta, che non prende riesce ad intercettare neanche tutti i voti attesi sui due comuni di riferimento, Vico del Gargano e Manfredonia (sarebbe bastato un voto in più nel Golfo). E fortuna che gli azzurri hanno ricevuto una gran mano proprio dal presidente Nicola Gatta, che ha  puntato tutte le sue carte su Mattia Azzone, vicesindaco di Castelluccio dei Sauri, che ha fatto il pieno sui Monti Dauni (ricevendo, tuttavia, di contro, ben tre voti pesantissimi da Foggia). Ad aiutare Azzone anche Lucera che, rimasta fuori dalla competizione dopo la ricusazione della lista di Giuseppe Pitta, Iniziativa Democratica, ha patteggiato uno spacchettamento di voti tra Azzone, appunto, e Generoso Rignanese (Pd).

Escono ridimensionati i civici di Leonardo Di Gioia, Capitanata Civica, che prende 14.340 voti e 2 consiglieri (avevano 4 uscenti), ma riesce a confermare il primato del consigliere più suffragato: Rosario Cusmai, con 7833 voti. La seconda eletta qui è Angela Lombardi, che scalza Michele Sementino, uscente, sindaco di Vico e uomo di Pino Lonigro, che deve cedere il posto alla sorella della dirigente provinciale dell’Ufficio Finanziario, Rosa Lombardi, e cognata del manfredoniano Giuseppe La Torre.

Direzione Italia (Fratelli d’Italia + Noi con L’Italia ex Ncd) si classifica quinta, con 10507 voti, sufficienti per eleggere il capogruppo di Franco Di Giuseppe al Comune di Foggia, Luigi Fusco, nonostante quest’ultimo non abbia avuto dalla sua l’intero gruppo consiliare: due voti su tre consiglieri.  

Fanalino di coda l’Udc, che riesce ad eleggere un consigliere solo grazie al lavoro dell’eletto Giuseppe Mangiacotti. Poco gli giunge dal partito di Angelo Cera, che ieri a Palazzo Dogana andava minacciando la crisi a San Nicandro Garganico, Comune da cui i Cera’s si aspettavano molto di più. Lo scudocrociato deve fare i conti con numeri scarsissimi sul territorio provinciale. Mangiacotti pesca dal suo Comune (San Giovanni Rotondo), da Cerignola e da Foggia, ricevendo il pesantissimo voto di Leonardo Iaccarino.

Per ciò che concerne i consiglieri più suffragati, il primo è Cusmai. Secondo Mattia Azzone (FI) con 7818, terzo Ursitti con 6967, quarto Rignanese 6304. Lo scarto di misura tra Lega e Forza Italia porta i salviniani ad essere il primo partito del centrodestra: stando alla “regola” seguita sino ad oggi, ad Ursitti dovrebbe andare la vicepresidenza. Accadrà?

Qui infatti si apre un altro capitolo, che è tutto interno alla Lega: Ursitti riesce a spuntarla, nonostante sul suo nome era calato nei giorni della vigilia il “veto” del segretario regionale Andrea Caroppo, finalizzato a ridimensionare l’ala dissidente del partito. Ursitti non solo riesce a pescare bene nei Comuni medio-grandi ma riceve un gran mano su Foggia dai suoi colleghi Splendido e Vigiano, oltre che dal consigliere dei Fratelli d’Italia Giuseppe Mainiero. Il quinto voto foggiano dovrebbe appartenere a Salvatore de Martino. 5 voti ad Ursitti, 4 a Paolo La Torre: a Caroppo non riesce l’impresa di portare quest’ultimo ad indossare la fascia di primo degli eletti della lista. La vicepresidenza se la gioca Ursitti. In mattinata ci sarà una conferenza stampa.

Abbiamo già esplicitato come sia stato il Comune di Foggia a decidere molti dei destini. Qui la distribuzione è andata così. Tra voti mancanti e tradimenti, dalle urne esce un voto così ripartito: 3 voti vanno al candidato del Pd Augusto Marasco (il gruppo Pd vale 4 consiglieri, almeno uno in uscita quindi); 9 voti alla Lega ripartiti tra 4 a Paolo La Torre e 5 a Raimondo Ursitti (la Lega ne ha sei, Ursitti colui che ne ha goduto di più e che avrebbe preso anche il voto del capogruppo e subcommissario leghista Antonio Vigiano, oltre  che di Giuseppe Mainiero e Salvatore De Martino; Bruno Longo su La Torre); 9 voti a Forza Italia ripartiti tra Consalvo di Pasqua - 5 voti, Mattia Azzone 3 voti, Tiziana Casavecchia 1 voto. Anche qui diversi voti in entrata dalle parti di Saverio Cassitti, Lucio Ventura, forse Pertosa. Capitanata Civica prende 5 voti (su un gruppo di 2): 4 a Rosario Cusmai, 1 ad Angela Lombardi. Qui ci sarebbero anche i voti di Italia in Comune, ossia Rizzi e Sciagura oltre a Pasquale Cataneo. Udc 1 voto, che va a Giuseppe Mangiacotti (Iaccarino). Direzione Italia 5 voti, di cui due al capogruppo Luigi Fusco (su un gruppo di tre consiglieri), ben due all'ex sindaco di Celenza Valfortore Massimo Venditti, 1 a Edoardo Beccia di Troia (qui ci sarebbe anche il voto di Sergio Clemente). Si tratta ovviamente di ipotesi: il do ut des è stato trasversale. All’appello manca un voto, alle urne non si è recato Nicola Russo.

E se a Foggia fanno man bassa Forza Italia e Lega, per ciò che concerne la distribuzione sul resto del territorio, i piccoli comuni (fascia azzurra, fino a 3mila) vedono un testa a testa civici-Forza Italia (qui c’è la mano di Nicola Gatta); in fascia arancione (da 3001 a 5mila) Pd, Lega e Capitanata Civica; in fascia grigia (da 5001 a 10mila) i voti sono distribuiti tra Pd, Direzione Italia, Lega e Forza Italia; in fascia rossa (da 10.001 a 30mila) vince il Pd. In fascia verde (da 30.001 a 100mila, praticamente Lucera, San Severo, Manfredonia e Cerignola) fanno man passa Pd e Forza Italia: ben otto voti su 2 consiglieri azzurri soltanto a Cerignola a Natale Curiello, sul quale convergono buona parte dei voti dell'amministrazione Metta evidentemente, che avrebbe così bucato il suo candidato di maggioranza, Antonio Limotta. Curiello è terzo classificato in Forza Italia; una gran mano, come dicevamo più su, arriva anche da Lucera, che ha diviso i suoi voti tra queste due forze). Udc fanalino di cosa, non si distingue in nessuna fascia.

Ricordiamo che le elezioni sono di secondo livello, hanno votato solo gli amministratori dei Comuni di Capitanata. Non ha partecipato all'elezione il Movimento 5 stelle, in aperta contestazione (giustamente) con questa modalità di elezioni e col significato stesso oggi delle Province. "La legge Delrio del 2014, ha trasformato le Province in enti di secondo livello togliendogli la rappresentatività diretta. Questi organi politici adesso saranno composti da sindaci e consiglieri comunali che si eleggono tra loro. Le prossime elezioni provinciali si svolgeranno senza alcuna consultazione popolare, sarà il festival delle correnti e degli accordi nei partiti, tra i partiti. Il MoVimento 5 Stelle, coerentemente con quanto ha sempre sostenuto, non parteciperà a queste elezioni" si legge sul Blog delle Stelle.“

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