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Elezioni Politiche 2022

L'effetto Conte riporta Lovecchio a Montecitorio: “Difenderemo il Reddito di Cittadinanza"

Il portavoce M5S riconfermato rivendica i risultati della passata legislatura: “Senza di noi la Regionale 1 e la Statale 693 sarebbero rimaste nei cassetti”

Era terzo nel listino bloccato, eppure Giorgio Lovecchio ci ha creduto come la prima volta, conducendo una campagna elettorale da capolista, sempre sul pezzo. “Cittadini eravamo e cittadini siamo rimasti”, ha scritto sui social quando finalmente ha potuto tirare un sospiro di sollievo, dopo un’altalena di emozioni. È sceso giù dalla giostra solo la sera del 26 settembre, quando ormai i calcoli erano inoppugnabili. “Siamo il primo partito al Sud, ne sono certo”, andava ripetendo imperterrito in campagna elettorale. Con la pettorina Cinquestelle addosso, ha continuato a distribuire volantini.

Portavoce uscente M5S, è stato confermato cavalcando un’altra onda gialla. “L’elezione non era scontata assolutamente, perché con il taglio dei parlamentari sapevamo che non sarebbe stato facile – afferma oggi il deputato penta stellato - Poi, anche grazie all’effetto Conte, oltre ai voti del Movimento, la provincia di Foggia ha ottenuto un risultato eccezionale. La gioia è stata immensa. Tutto il giorno pensavo di non avercela fatta, poi, verso sera, sono stato contento di essere rientrato, anche perché mi sarebbe dispiaciuto mandare in fumo tutto il lavoro già avviato”.

In campagna elettorale non si è mai risparmiato. Qual è il momento esatto in cui si è accorto della rimonta?

Ho fatto una campagna elettorale a tappeto. Ho girato quasi tutta la provincia di Foggia con un volantinaggio, nei mercati rionali e settimanali, anche nei paesi più piccoli e, ovunque andassimo, mi rendevo conto che la gente voleva votare Conte. Lo sentivano nominare ed erano loro a chiedere il materiale elettorale. È stato bellissimo. Anche gli operatori del settore del commercio e gli ambulanti, tranne una esigua percentuale, si dimostravano interessati a votare Conte. A me le campagne elettorali piacciono, perché c’è un contatto diverso con la gente, c’è l’opportunità di parlare e anche di ascoltare le critiche. Abbiamo incontrato gente che, animata dalla propaganda, si lamentava di alcune misure che avevamo fatto, poi, una volta spiegate, qualcuno ha cambiato anche idea.

In questi quasi cinque anni di legislatura quali ritiene siano le sue battaglie più significative?

A livello locale mi sono battuto, per esempio, per la riapertura dell’istituto agrario Tor di Lama, ad Arpinova, perché una scuola agraria deve stare in un territorio dove c’è agricoltura, non in un sottoscala del Masi, e ora partiranno i lavori. E poi non era giusto che Foggia, città a vocazione agricola, non avesse un istituto agrario degno del territorio. Insieme ai colleghi, abbiamo cercato di accendere i riflettori sull’allarme criminalità, per troppo tempo derubricata a delinquenza comune. Abbiamo fatto massa critica per la riapertura dell’aeroporto dopo aver sbloccato il Sieg. Con il sottosegretario Traversi, riuscimmo a trovare i fondi per la SS693, poi la Regionale 1. Abbiamo dato un aiuto concreto a tutte le amministrazioni locali in difficoltà durante la pandemia. A livello nazionale, ci sono grandi temi che abbiamo portato avanti, uno su tutti il reddito di cittadinanza. Nei momenti più difficili che ha attraversato la Nazione, se non ci fosse stato il reddito ci sarebbero stati problemi di tenuta sociale. Un'altra misura importante è stato il Superbonus, che ha sbloccato un’economia stagnante, quella dell’edilizia. Da vent’anni il Pil non segnava quelle cifre, con un 6% in più. In un momento di crisi come quello della pandemia, la commissione Bilancio, di cui ero vice presidente, è quella che ha lavorato di più, perché si dovevano stanziare fondi e aiuti alle persone in difficoltà, ed è stato fatto.

Adesso promette un’opposizione dura, seria e intransigente. Però, all’opposizione è più difficile portare avanti battaglie.

Sicuramente non è facile, ma non sarà un’opposizione fatta per andare contro le scelte del governo a prescindere, ma un’opposizione costruttiva, dove si discute sui temi. Oggi, con il presidente Conte, essendo lui già stato presidente del Consiglio, abbiamo una voce diversa. Innanzitutto, dobbiamo difendere quello che è stato fatto, e già quello è difficile, ma se le proposte sono di buonsenso, come la legge sul salario minimo che portammo al premier Draghi, e vanno nella direzione di aiutare i lavoratori e le famiglie in difficoltà, penso che fino ad un certo punto possano rimanere inascoltate e che qualcosa la porteremo a casa.

Avvertite la responsabilità del mandato di ‘paladini’ del reddito di cittadinanza?

Nel 2018, tra i punti del nostro programma c’era anche il reddito. Lo abbiamo portato avanti, siamo riusciti a realizzare buona parte di quel programma e l’elettore non era abituato a questo. Normalmente, si porta un programma e se ne fa un altro. Chi ha votato il Movimento 5 Stelle, lo ha fatto con consapevolezza rispetto al 2018, quando poteva essere interpretato come un voto di protesta. Oggi è un voto consapevole: sa cosa ha fatto e cosa fa il M5S. Ci hanno votato per il reddito? Ma quante persone hanno votato il centrodestra perché, semmai, ha promesso l’abbassamento delle tasse al 15%. Ognuno si presenta con un programma e l’elettorale sceglie. E quando noi diciamo qualcosa abbiamo la credibilità per dire che quello che abbiamo annunciato lo facciamo. Non penso che abbiano votato noi soltanto per il reddito, ma anche per il Superbonus, perché abbiamo fatto una misura eccezionale che ci hanno copiato la Spagna e la Germania. Anche molti professionisti e molte aziende hanno votato noi.

Pensa che riuscirete a difendere il reddito di cittadinanza?

Noi cercheremo in tutti i modi di salvaguardarlo. Poi se vogliono apportare delle modifiche va bene, qualunque misura poi subisce correttivi. Però, eliminare oggi il reddito è una grande responsabilità. Noi stiamo andando incontro ad un periodo veramente difficile per l’Italia. Come si fa a dire ad una persone che prende 400-500 euro che domani non avrà più niente? Anche perché sappiamo benissimo che molte aziende stanno chiudendo per il caro energia. Come si fa a dirgli di andarsi a trovare il lavoro quando è sempre meno in un momento come questo? Ora la polemica reddito sì, reddito no va bene. Però, poi, chi governa deve avere anche il polso della situazione. Peraltro, la maggior parte dei percettori di reddito sono pensionati e inabili al lavoro, quindi, alla fine, parliamo di una esigua parte di gente che può lavorare e non lo fa.

Cosa si ripromette in particolare per questa legislatura?

Ho un’esperienza completamente diversa. Dal primo giorno posso continuare con il lavoro lasciato in sospeso. Mi riprometto sicuramente di accelerare e di portare avanti ancor di più, con forza, le istanze del territorio, perché quelle mi interessano. Cioè, dare voce al territorio che, purtroppo, per tanti anni è stato tagliato fuori da alcune dinamiche, come quelle infrastrutturali. Nella passata legislatura sono state finanziate due opere importanti: la SS693, che avrà una ricaduta di un miliardo sul territorio, e la Regionale 1 che va da Poggio Imperiale a Candela, che è una strada che si attendeva da decenni. Con il presidente Conte e Invitalia è stata finanziata la progettazione e alcuni lotti verranno completati fino alla realizzazione dell’intera strada. Sono due opere importanti e se non ci fossimo stati noi, forse, sarebbero rimaste nei cassetti dimenticate. Parliamo di quasi un miliardo e mezzo. Dobbiamo continuare a portare avanti le istanze sul problema che ci attanaglia della criminalità. Devono prendere provvedimenti. Siamo riusciti a dare 70 milioni di euro per la cittadella della giustizia. Il tribunale è al collasso e c’è una proposta di legge a firma mia e di tante altre forze politiche per la riapertura dei tribunali nelle zone più disagiate.

Se non ce l’avesse fatta, si sarebbe candidato alle Comunali?

Può essere. Però in quel momento non pensavo a questo. Sicuramente avrei pensato a dare una mano alla città con l’esperienza maturata, ma in quel momento pensavo ad essere rieletto. Dobbiamo sicuramente riprendere in mano il Comune. Non si può andare avanti come negli ultimi trent’anni. Foggia deve essere rappresentata in maniera degna e noi abbiamo le carte in regola per farlo in questo momento.

Se dovesse fare una stima di quanto hanno inciso sulla sua rielezione l’effetto Conte, Superbonus e reddito di cittadinanza, il suo impegno, il peso del Movimento 5 Stelle in provincia di Foggia, cosa ha contato di più?

Questa volta, ha inciso molto l’aiuto di Conte. Ha dato una grande mano sul territorio, perché la differenza si è vista. La sua presenza ha dato quella marcia in più. Se non ci fosse stato lui, forse non avremmo raggiunto quel risultato. Poi ci sono stati una serie di fattori. Abbiamo avuto un grande vantaggio con Conte, però siamo stati sempre presenti. Molte aziende ci hanno chiamato e hanno detto che avrebbero votato noi perché hanno avuto una grande mano per il settore dal Superbonus. Poi il reddito di cittadinanza: l’abbiamo fatto per aiutare i più deboli. Chi prende il reddito riconosce al Movimento il grande merito di aver ridato dignità a tante persone che prima erano invisibili.

C’erano tutti i fattori, in questa campagna elettorale, semmai anche un po’ di fortuna, mancava solo il suo papa.

In tutto questo, è mancata la vicinanza di mio padre, che comunque, sicuramente, ci ha messo del suo anche da lassù.

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