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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il centrodestra spera nell’onda lunga. La proposta di Di Mauro: "A Foggia un governo di salute pubblica"

Il segretario provinciale di Forza Italia pensa a “una figura dall’alto profilo istituzionale” da candidare a sindaco

Il centrodestra è galvanizzato dalla performance ai ballottaggi. Il commissario regionale di Forza Italia, l’onorevole Mauro D’Attis, è al settimo cielo per la vittoria nella sua città, Brindisi, e parla di un modello replicabile.

Il partito di Berlusconi spera di continuare a navigare a favore di vento, ma le acque di Foggia potrebbero rivelarsi perigliose.

Il segretario provinciale, Raffaele di Mauro, pensa ad “uno schema nuovo, almeno in questo momento, poi fra cinque anni si torna tutti a competere nella propria metà campo”. Ha due opzioni in mente, e la prima comporta un superamento degli steccati ideologici, esercizio che dovrebbe coinvolgere “le forze responsabili della città”.   

Nel caso, invece, si configurasse la tradizionale contrapposizione tra gli schieramenti, guarda con interesse a quelle forze trasformate in liste civiche, espressione delle professioni, del sociale, del terzo settore, e quel mondo, per lui, dovrebbe partecipare anche all’individuazione del candidato sindaco.

L’astensionismo è il solito spauracchio che preoccupa, e non poco.

Il risultato delle Comunali cosa significa, per voi, in prospettiva del voto a Foggia?

Il voto delle Comunali penso vada in continuità con quello espresso per la formazione del Governo. Vuol dire che l’indice di gradimento del governo Meloni, in tutta Italia, è ancora abbastanza alto. Questo, a lungo andare, potrebbe portare anche dei risultati per le Comunali di Foggia. L’onda lunga arriverà a ottobre e novembre, fermo restando che la situazione di Foggia è particolare.

Il tavolo della coalizione si è già riunito?

Non ci siamo ancora incontrati in maniera ufficiale. Ci sono stati dei tavoli esplorativi, di conoscenza anche con delle forze civiche afferenti, o comunque che si riconoscono nel centrodestra, e pensiamo che, massimo nel giro di una settimana, si aprirà un tavolo ufficiale delle segreterie provinciali, perché oltre a Foggia ci sono anche importanti comuni che vanno al voto nel 2024, quindi diciamo che il pretesto, che poi è il motivo principale che è Foggia, ci consentirà di parlare anche di San Severo, San Giovanni Rotondo, Torremaggiore. Quindi, urge un tavolo provinciale.

Ultimamente si incalzano i partiti, accusati di starsene in silenzio. Come lo motivate questo silenzio?

In questo momento, questa è una mia visione personale, sì i partiti devono avere il proprio ruolo, ma più che di partiti io parlerei di forze responsabili. Foggia esce da una fase commissariale che supererà i due anni e, soprattutto, da una situazione piuttosto critica, perché c’è stato uno scioglimento per infiltrazioni mafiose. Secondo me, le forze responsabili, politiche e sociali di questa città dovrebbero avere una visione molto più ampia. Cioè, in questo momento servirebbe davvero cercare di mettere tutti intorno ad un tavolo, innanzitutto per impostare in maniera chiara le ‘regole del gioco’, che determineranno la competizione elettorale e, perché no, fare un ragionamento che vada oltre ogni steccato. Addirittura, andando ad individuare una figura che può rappresentare la più ampia fetta di città, una figura dall’alto profilo istituzionale che possa rappresentare, a prescindere dalle divisioni ideologiche fra centrodestra e centrosinistra, una rinascita vera e propria per la città. Se non si dovesse riuscire a mettere in atto questo percorso, bisognerà affrontare la partita con gli schieramenti che abbiamo sempre conosciuto, cioè con il centrodestra e il centrosinistra e poi con queste realtà civiche che andranno spuntando e si dovranno, causa forza maggiore, andare a riconoscere da una parte o dall’altra. Noi siamo pronti ad affrontare sia l’uno che l’altro ragionamento. Io, però, auspico che ci sia un ragionamento di più ampio respiro.

Intende un governo di salute pubblica?

Ipotizzare un governo di salute pubblica non sarebbe in questo momento sbagliato, e non perché il centrodestra si voglia sottrarre alle proprie responsabilità politiche, ma perché, siccome gli effetti di quello che è successo a Foggia provengono da 20-25 anni di gestione della cosa pubblica nella nostra città, oggi andare a parlare delle responsabilità che ha una parte piuttosto che l’altra diventa il solito gioco da campagna elettorale.

In questi giorni si fa sempre più insistente il nome di Rita Montrone, dalla Questura alla candidatura a sindaco. Ne avete discusso?

Non si è fatto assolutamente alcun nome. Anche perché significherebbe mancare di rispetto al nome che si fa, poi Foggia è un comune capoluogo di provincia ed esce da un commissariamento, e sarà anche all’attenzione dei vertici regionali e nazionali. Quindi oggi fare un nome piuttosto che un altro, significherebbe mettere in difficoltà l’interessato. Bisogna iniziare a vedersi anche per analizzare le cose da fare, perché usciamo da un momento difficile, complicato. Bisogna capire quale sarà poi il perimetro, perché se l’ipotesi A non si dovesse riuscire a realizzare, l’ipotesi B sarebbe quella del centrodestra che, però, secondo me, si deve aprire a quella parte laboriosa di Foggia e quindi al mondo delle professioni, delle associazioni, del terzo settore. Non possiamo rimanere arroccati al nostro interno, perché la chiusura sarebbe un errore. Dobbiamo aprirci a quelle realtà e anche con loro individuare il candidato migliore.

Nel caso dell’ipotesi B, e quindi del tavolo tradizionale della coalizione, c’è un partito che più degli altri avrebbe diritto di indicare il nome del candidato sindaco?

In questo momento, secondo me, più che chi deve indicare il candidato sindaco sarebbe interessante capire come individuarlo e dove. Poi, che questo lavoro lo faccia esprimendo il nome Fratelli d’Italia piuttosto che Forza Italia poco importa. Però, va individuato il profilo giusto del candidato che non solo possa vincere, ma che possa restituire ai cittadini anche la speranza, una idea di una città in ripresa, e che spinga la gente ad andare a votare, perché questo sarà l’ostacolo più grande.

Contate che i foggiani si siano ‘scordati il passato’ e, cioè, che a finire nel tritacarne dello scioglimento per infiltrazioni mafiose sia stata un’amministrazione di centrodestra?

Secondo me, i foggiani non si possono scordare che questa città ha bisogno di un buon governo e che è una città che oggettivamente presenta dei problemi. Se non c’è la collaborazione da parte di tutta la parte migliore della città, è naturale che questi problemi non si possano risolvere con la bacchetta magica.

Ma sentite di partire svantaggiati?

No. Se dovessimo ragionare su chi parte in vantaggio, i risultati a livello nazionale, il fatto che siamo forza di governo, ci dovrebbe far addirittura essere in vantaggio. Siccome, però, non voglio parlare di vantaggi e svantaggi, ma voglio parlare di Foggia e di quello che merita, vorrei una coesione da parte di tutte le forze responsabili che collaborino per la città.

Se non fosse per lo scioglimento con un’amministrazione in quel momento di centrodestra, data l’onda lunga di cui parlava prima, e considerato che l’elettorato di centrodestra, tradizionalmente, è stato sempre considerato preponderante, insomma, sarebbe un momento positivo per voi.

Ma lo è, fermo restando che, attenzione, Foggia prima degli ultimi sette anni è stata governata per dieci anni dal centrosinistra.

A proposito dello scioglimento, al di là delle incandidabilità, si farà un ragionamento nel tavolo di coalizione sulle persone che gravitavano intorno alla passata amministrazione?

Penso sia chiaro, appena si aprirà il tavolo di coalizione vedremo quali saranno le regole da impostare. Fermo restando che prima di Foggia è stata sciolta Manfredonia che era di centrosinistra. Il problema di questo territorio riguarda tutti, non può riguardare solo il centrodestra o solo il centrosinistra.

Ha rispolverato il movimento ‘È Foggia’. Quale sarà il suo ruolo in ottica Amministrative?

‘È Foggia’, per il momento, è un movimento di discussione politica fra ragazzi, giovani professionisti e professionisti non più tanto giovani, che non hanno mai affrontato l’esperienza amministrativa e si stanno incontrando per parlare delle cose che si possono fare in questa città. C’è dibattito fra gli iscritti. Se vorranno candidarsi all’interno di espressioni partitiche lo decideranno loro, se vorranno fare un esperimento di tipo civico, sempre nell’alveo che ci caratterizza, lo faranno. Per il momento è un semplice movimento di opinione politica, se poi domani dovesse diventare qualcos’altro si vedrà.

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