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Elezioni comunali 2021 Manfredonia

"Manfredonia ha vissuto col freno a mano tirato". Fresca torna nella sua città natale per "ridestarla dal torpore"

È la candidata alla carica di sindaco della coalizione 'Progetto p.e.r. la città'. A Cosenza è stata un 'assessore scomodo': sei anni fa, ha segnalato presunti illeciti nei lavori di opere pubbliche finite al centro di inchieste

"Manfredonia ha avuto un tempo diverso, è come se avesse vissuto tutti questi anni col freno a mano tirato". È la netta sensazione di Giulia Fresca, ingegnere, calabro-lucana nata a Manfredonia 49 anni fa. Si è fermata a Cosenza dopo aver frequentato l'università e lì ha aperto il suo studio, ma ha lavorato in giro per il mondo - Oman, Emirati, Paraguay, solo per citare alcuni posti - innamorata della sua attività professionale, con un curriculum da 35 pagine, e può guardare con occhi diversi quel Golfo, che è anche il suo.

"Sono sempre venuta a Manfredonia perché legata a questa città, è sempre stata un punto saldo della mia esistenza - racconta - ci ho portato anche le mie figlie, ho partecipato ad eventi pubblici per portare le mie competenze e conoscenze su tematiche che affiggono la città, in particolar modo Energas e la bonifica ambientale". E Italo Magno, presidente onorario di Manfredonia Nuova, associazione culturale e ambientalista, l'ha riportata in città alle soglie della campagna elettorale. "Non ero venuta qui con l'idea di fare il sindaco di Manfredonia e, infatti, non ho ricevuto una richiesta di candidatura. È cresciuta in maniera spontanea, dopo un mese di presenza. Abbiamo realizzato insieme una serie di eventi e poi, in un'assemblea degli iscritti di Manfredonia Nuova e di Agiamo, è stata posta una semplice domanda: che ne dite se sosteniamo Giulia come candidata sindaco? C'è stata l'unanimità e io mi sono sentita investita di questa responsabilità, consapevole di quello a cui andavo incontro, dovendo fare i conti anche con la mia attività professionale e con la mia famiglia. Devo dire la verità, l'unica cosa che non avevo messo in conto era il livello basso della competizione elettorale".

È nato così il 'Progetto P.E.R. la città', dove la preposizione è l'acronimo di persone, esperienze e rinascita. Il suo main sponsor è il parlamentare Antonio Tasso. La coalizione si compone di tre liste: Agiamo, Manfredonia Nuova e Sipontum.

Giulia Fresca ha già maturato un'esperienza amministrativa: sei anni fa, per meno di un anno a causa dello scioglimento anticipato per le dimissioni dei consiglieri, è stata assessore tecnico alla Riqualificazione Fisica della Città attraverso le opere pubbliche e alla Mobilità sostenibile del Comune di Cosenza. "In quel periodo ho avuto 400 milioni di opere cantierate che ho seguito anche personalmente e dalle quali poi ho rilevato delle problematiche serie dal punto di vista delle infrazioni che venivano commesse". Irregolarità che segnalava, tanto che il suo nome figura nelle intercettazioni dell'inchiesta Lande Desolate sugli appalti pubblici, perché era un assessore scomodo e non volevano che entrasse nei cantieri. Le sue denunce innescarono anche la successiva inchiesta Piazza Sicura, su piazza Bilotti, altro scandalo che ha travolto l'amministrazione.

Qual è la percezione degli incontri con la gente in questa campagna elettorale?

L'incontro con le persone è assolutamente meraviglioso. Ho notato veramente un aumento dei consensi, giorno dopo giorno, ma poi una amabilità e una benevolenza nei miei riguardi che è veramente commovente. Ieri sera un signore mi ha detto: "Sei più manfredoniana di noi, checché ne dica qualcuno, perché noi siamo così avvolti in una sorta di nebbia che non riusciamo a percepire effettivamente come stiamo vivendo, tu invece ci stai svegliando da questo torpore, dandoci delle speranze". Molti, all'inizio di questa campagna elettorale, non si volevano esporre, erano un po' timorosi: vogliono poter esprimere un voto libero, ma nel segreto dell'urna, e questo la dice lunga. 

Avendo guardato la città dall'esterno, pensa di poter esprimere, semmai, valutazioni con il giusto distacco?

Non è tanto il distacco, anche i manfredoniani che si spostano per qualche giorno e ritornano in città si rendono conto delle differenze. Basta andare da Manfredonia a Vieste e notano che c'è un abisso, sotto tanti punti di vista. Solo che l'analisi critica della situazione da chi ha vissuto fuori porta a fare una valutazione oggettiva. Non è che Manfredonia sia indietro, ha solo vissuto un tempo rallentato. Manca una visione strategica. Non è che vengo da fuori e punto in dito contro le cose che non vanno: apro ad una riflessione diversa rispetto a ciò che è stata Manfredonia fino ad oggi.

Come vede gli avversari?

Loro, forse, si aspettavano di trovarsi una persona che fosse uno specchietto per le allodole, che non entrava nel merito delle soluzioni alle problematiche. Dialettica e confronto politico sono assolutamente deludenti, sotto tutti i punti di vista. Non esprimo giudizi o considerazioni su quelli che sono gli altri candidati, non li voglio neanche definire avversari perché non c'è proprio questo confronto sulle basi politiche. Certo è che si sono veramente dequalificati tutti, nessuno escluso, ai miei occhi, considerati gli attacchi personali continui, reiterati e millantatori. Sento continuamente un disco rotto, hanno addirittura messo in dubbio il mio curriculum: è un atto pubblico, non scherziamo, se loro sono abituati a mentire su ciò che scrivono o ad omettere non è detto che lo faccia Giulia Fresca. Evidentemente sono così accecati dalla paura di perdere e dal timore di un eventuale sconfitta dovuta ad una persona che loro continuano ad etichettare come forestiera, sconosciuta, che non ha niente a che vedere con la città, che non portano avanti istanze e, allorquando si sono permessi di dare qualche soluzione ai problemi non aveva alcun senso.

A proposito delle  critiche, c'è stata anche quella relativa al programma fotocopia del sindaco di Savona. Cosa risponde?

Non c'è nessun programma copiato. Le fotografie, ad eccezione di una o due, sono le mie. L'albero che è stato messo è quello dell'Agenda 2030 e fa riferimento più che altro ad un format, che è la pianificazione strategica 2030 sulla quale si vuole plasmare una visione delle nuove città per poter ottenere dei finanziamenti. La possibilità di candidare Manfredonia come Capitale italiana della Cultura per il 2026 è stata addirittura benedetta da Franco Arminio, che si sta occupando della candidatura della sua città per il 2024. La cosa che mi lascia veramente perplessa, e sgomenta sotto certi aspetti, è che nessuno sia andato a leggere le ben 22 pagine che riguardano Manfredonia nello specifico, con le soluzioni ai problemi, e si siano invece limitati a guardare delle linee generali ed una grafica che può essere similare. Sinceramente questa cosa è assolutamente paradossale. In compenso, qualche candidato ha fatto un programma di scarse sei paginette, sbagliando anche i nomi delle frazioni, qualcun altro ha messo giusto degli slogan, e quelle stesse persone avevano anche dichiarato che i programmi non servono a niente, sono soltanto degli atti burocratici che servono ai fini della presentazione delle candidature.

Quali sono le priorità che ha individuato per Manfredonia?

Manfredonia non ha soltanto problemi - i problemi, lo dicono da ingegnere, ammettono soluzioni - ma ci sono anche delle criticità. Quando si parla dei giovani, non c'è un problema giovani. Non si può trovare una soluzione univoca per risolverlo, bisogna entrare nello specifico di diverse criticità: aiuto alle famiglie, alle istituzioni scolastiche, la predisposizione di spazi che possano aiutare questi ragazzi a svagarsi, a distrarsi ma anche a sfogarsi se vogliamo, dare loro una visione del futuro. Diciamo che le priorità sono proprio legate a questo, non a caso le faccio l'esempio dei giovani perché il primo atto che intendo sostenere nel momento in cui sarò eletta sarà proprio l'istituzione del Consiglio Comunale delle bambine e dei bambini, che non è uno slogan, ma un impegno morale per la continuità della città, perché un consiglio comunale di 13enne e 14enne fra 5 anni offrirà dei maggiorenni che avranno già acquisito nel tempo questo testimone, sia come futuri elettori che come futuri candidati. La mia sarà un'amministrazione capace di dire anche dei no e credo che, stante la situazione a Manfredonia, se ne dovranno dire tanti, perché, uscendo da una condizione di infiltrazione mafiosa, per quanto si renda impermeabile il sistema, i tentativi di entrare sono sicura che non mancheranno. Sarà prioritario intervenire sulla macchina amministrativa eliminando e intercettando tutti quegli elementi che hanno consentito quelle infiltrazioni e che sono rimasti tali, ripristinare la legalità come l'elemento del diritto che manca da vent'anni forse. A cominciare dalle cose più banali, come la richiesta di una carta di identità, tutto passa attraverso la richiesta del favore, figuriamoci cosa potrebbe accadere per il permesso a costruire e le richieste che riguardano la sfera economica. Vogliamo riportare la normalità vera, partendo dalla macchina amministrativa e tentando di intervenire su quelle criticità che sono diventate purtroppo culturali. E poi bisogna restituire un'identità a Manfredonia, perché non ne ha più una, è diventata la città dell'ex Enichem. 

Cosa porterà dell'esperienza di assessore?

Quella esperienza mi ha portato ad essere minacciata di morte. Le due sole persone che mi sono state vicine sono state il procuratore Nicola Gratteri e il presidente della commissione antimafia Nicola Morra. Ho compreso quanto possa essere sottile l'infiltrazione all'interno della macchina amministrativa e quanto, purtroppo, lo stato di bisogno nel quale vengono poste le persone a tutti i livelli, a cominciare dai tecnici professionisti interni o esterni ad un'amministrazione, crei proprio questa rete di mutuo sostegno di fronte a illegalità e atti illeciti. Questo mi porta ad alzare ancor più il livello della vigilanza e del controllo all'interno della macchina amministrativa di Manfredonia e anche a circondarmi di persone che siano in grado di affrontare queste problematiche.

Perché i manfredoniani dovrebbero votare Giulia Fresca?

Se i cittadini vogliono cambiare le cose, liberarsi da un passato che ritorna e che non ha mai consentito in 25 anni un ricambio vero, con un'alternativa reale all'interno di questa città, questa è l'occasione. Qui si sta tentando in tutti i modi di portar via il futuro di Manfredonia. I ragazzi già non ci sono, stanno andando via e non hanno alcuna intenzione di ritornare. Questa città sta diventando vecchia senza motivazioni. Le persone che si commuovono, che veramente si ridestano da un torpore, sono quelle persone che vogliono effettivamente il cambiamento. Io mi metto in discussione, ci sto mettendo la faccia e le mie energie. Se sarò sindaco di Manfredonia, sarò ancora più orgogliosa di essere nata in questa città, se non lo sarò, porterò avanti un'opposizione nella difesa dei diritti dei cittadini ma potrò fare solo questo.

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