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Riecco Trombetta, l'ex sindaco di Lesina striglia il centrosinistra per battere la Lega: "Così si perde, serve proposta unitaria"

Boccia la proposta di Nello Montoro e avverte: "Niente di personale". Parte dell'elettorato progressista, secondo lui, potrebbe scegliere anche questa volta l'astensione

"La proposta in campo non ha unito, ma esiste ancora una possibilità di costruirne una unitaria azzerando l'esistente e convocando un forum delle forze progressiste". La strigliata ad amici e compagni arriva da Antonio Trombetta, sindaco di Lesina dal 1995 al 2004 poi assessore nella giunta Tucci.

Per lui è tutto da rifare. Altrimenti, profetizza "una sconfitta storica" e dovrà assumersene "in solitudine la responsabilità" chi ha fatto le carte. Considerato da sempre influente nella scena politica locale, oggi si dichiara "uomo progressista e di centrosinistra senza simboli". A 62 anni sente di non averne bisogno, "anche perché a me i partiti hanno dato veramente poco, nonostante il mio impegno".

In una diretta social di un'ora ripercorre gli ultimi anni dalla batosta del 2019, quando l'onda leghista ha travolto tutti. Un anno dopo "per vincere bastava semplicemente presentare la lista". La coalizione "si è spappolata, abbiamo perso pezzi". Vuole ricomporre i cocci e, per la seconda volta, lancia l'idea di un grande forum del centrosinistra per costruire una proposta per i cittadini progressisti di Lesina.

Uomini e donne si sceglieranno dopo contenuti e metodi: "Il problema non è chi deve fare il sindaco ma il programma". E in giro non ha visto proposte programmatiche finora. Lui sventaglia qualche input, stimoli e suggestioni, come quella di un paese che sceglie le sfide dell'innovazione, e che si candida, per esempio, a rappresentare la più importante esperienza di produzione di energia alternativa. Appare come un manifesto.

"Ho semplicemente detto che ci sono in campo proposte che rischiano di mandare verso l'astensione una parte dell'elettorato progressista, in un paese in cui le forze di progresso, per vincere, hanno bisogno di racimolare fino all'ultimo voto. Ma bisogna anche non dividersi perché l'elettorato progressista - è stato dimostrato nel corso di questi ultimi 30 anni - si mobilita se vede una proposta unitaria". Ha aggiunto pure che non sarà lui la persona da poter utilizzare come capro espiatorio di una eventuale sconfitta.

Dopo il divorzio di Lesina Libera e L'Altra Lesina che si erano coalizzate per battere Primiano Di Mauro e Lesina Azzurra, con annesso reciproco scambio di accuse sull'imposizione del candidato, l'area centrista moderata ha ufficializzato la candidatura di Giovanni Florio e, poche ore dopo, è nata la lista civica Lesina al Centro, candidato sindaco Nello Montoro, sostenuto da Lesina Libera, Pd, M5S, Sinistra Italiana e Articolo Uno.

"Un grande bailamme - ha commentato Antonio Trombetta - che poi si è dimostrato un fuoco di paglia". In silenzio ha continuato a sperare che ci fosse "un rinsavimento collettivo". Niente di personale, avverte, nei confronti di Nello Montoro, "è chiaro che però la sua candidatura rappresenta ancora una volta un fossato".

Costruirà una sua lista? Si candiderà sindaco?

Io mi candido sindaco se riesco a costruire liste vincenti, e la lista vincente oggi può essere solo una lista unitaria. Questo significa che io lavoro per costruire per le forze progressiste una lista vincente e non vuol dire che io mi candido a fare il sindaco, ma significa che mi candido ad essere ancora la persona di cultura progressista che ci tiene che i progressisti vincano.

Nel caso fallisse il tentativo di costruire una lista unitaria e il quadro rimanesse invariato, con Nello Montoro, Giovanni Florio e Primiano Di Mauro candidati sindaci, cosa farà la componente che si riconosce nei suoi stessi valori?

Continuerà a lavorare affinché si trovi un'unità. Chi lavora per non trovarla si assumerà le responsabilità di quella che io pronostico come una sconfitta.

Su Primiano Di Mauro non ha detto nulla.

Non è una forza di progresso. Sono sempre Antonio Trombetta, parlo delle cose che riguardano il mio percorso.

Senza giri di parole, circola anche l'ipotesi di un eventuale sostegno a Lesina Azzurra.

Sono storielle che non possono stare né nella mia storia né nel mio futuro, queste cose non possono riguardare né il presente né il futuro di Antonio Trombetta.

Con tre candidati sindaci non si rischia forse una eccessiva frammentazione del voto?

Non mi devo preoccupare io se il centrodestra non trova unità, io mi preoccupo nel caso in cui non la trovassero le forze di progresso. So che l'elettorato progressista del paese si motiva e va a votare se percepisce che gli uomini e le donne che lo rappresentano vogliono vincere e questo si evidenzia solo se c'è una lista unitaria. In questa fase io non faccio l'analista politico, faccio il politico, quello che io so è che esistono le condizioni programmatiche affinché le forze progressiste rilancino un programma forte, motivante, attrattivo per il loro elettorato. Devono farlo, devono trovare il metodo e io mi sto spendendo affinché non pensino che tutto è perduto.

Dopo la sua diretta social, qualcuno ha risposto alla chiamata per il forum?

Le cose maturano con il tempo, siamo ancora a luglio, si vota a ottobre, e abbiamo alle spalle un anno di disastri dal punto di vista politico. Tra amici evitiamo di parlare di politica quando le cose non sono mature.

Dal suo osservatorio, pensa che la febbre leghista a Lesina sia passata?

Se un anno fa avessimo presentato la lista dopo la caduta dell'amministrazione Cristino, avremmo vinto alla grande, non ci sarebbe stata febbre leghista davanti ad una volontà delle forze di progresso di amministrare. Quando siamo stati uniti abbiamo vinto a Lesina. Mentre in tutta Italia vinceva Berlusconi, noi a Lesina, paese al 75% di centrodestra, abbiamo vinto candidando un comunista - e quel comunista ero io - che però ha costruito l'unità tra tutti quelli che aspiravano al cambiamento. A Lesina c'è bisogno di questo oggi ed esistono anche gli uomini e le donne per poterlo fare, ma devono recuperare umiltà.

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