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"Landella non ha capito la gravità del momento". I consiglieri di minoranza tornano alla carica: "Dimissioni subito"

L'opposizione al completo mette in fila "arresti, inchieste, intercettazioni, dimissioni, divisioni e insulti sui social": guardano al Palazzo di Città come all'epicentro di un terremoto politico-giudiziario che produce continue scosse. E in questo scenario "il sindaco non trova di meglio che attaccare a testa bassa alleati e predecessori"

"Il sindaco si dimetta, subito! Compia quest'atto dovuto a tutela della dignità della città che dice di amare". Tornano alla carica i gruppi di minoranza al completo che invocano le dimissioni di Franco Landella.

"Il Comune di Foggia è diventato l'epicentro di un terremoto politico-giudiziario che sta producendo continue scosse. Arresti, inchieste, intercettazioni, dimissioni, divisioni, insulti sui social e la città assiste attonita ed incredula, desiderosa di un cambiamento. E mentre forze dell’ordine, autorità giudiziaria e prefettura si attivano per svelare attività illecite e commistioni, il sindaco non trova di meglio che attaccare a testa bassa alleati e predecessori".

Il documento sulla fase amministrativa e politica al Comune di Foggia è firmato dai consiglieri comunali del Pd Pasquale Dell’Aquila, Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo, Annarita Palmieri, Pippo Cavaliere, ex candidato sindaco del centrosinistra, i Cinquestelle Giuseppe Fatigato e Giovanni Quarato, i civici Rosario Cusmai (Italia in Comune), Sergio Clemente (Popolari per Emiliano), Antonio De Sabato (Senso Civico) e Giulio Scapato (La Città dei Diritti). A sostenerli, i segretari provinciali e cittadini di otto partiti: Davide Emanuele (PD Foggia), Michele Bruno (Foggia Popolare), Fabrizio Cangelli (Verdi), Gianni De Rosa (Italia in Comune), Mino Di Chiara (Partito Socialista Italiano), Luigi Di Claudio, (Socialismo Dauno), Mario Nobile (Sinistra Italiana) e Gianluca Ruotolo (Articolo 1).

"Le stizzite e scontate repliche di Landella suonano come un disco rotto. Nelle sue parole, ancora una volta, non si percepisce la minima consapevolezza della responsabilità connessa al suo ruolo - al punto di dichiarare che l’insediamento della commissione di accesso costituisce 'una buona notizia per la città' - e della drammatica gravità del momento, che sta ulteriormente pregiudicando l’immagine della città a livello nazionale".

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