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Terremoto nei FdI, La Salandra rimette il partito nelle mani dei vertici nazionali. Governo Landella sempre più in bilico, Forza Italia valuta addio

Giandonato La Salandra si è dimesso dalla presidenza di Ataf e ha chiesto ai vertici del partito - nel frattempo compatto su Ventura presidente del Consiglio - un garante per gestire questa fase. Scapato potrebbe lasciare la vicepresidenza. I vertici regionali di Forza Italia valutano se staccare la spina

Terremoto nei Fratelli d’Italia di Foggia e, a cascata, nella maggioranza Landella. Il segretario provinciale del partito di Giorgia Meloni, Giandonato La Salandra, ha rimesso la carica politica nelle mani dei vertici nazionali - ai quali ha chiesto di inviare un garante per gestire questa fase - e, contestualmente, ha rassegnato la dimissioni da presidente dell’Ataf, l’azienda di trasporto pubblico locale foggiana.

Nessuna illazione ma un atto di coerenza e responsabilità dovuto, alla luce delle ultime emergenze che si pongono in contrasto con l'indirizzo politico del mio ruolo di presidente del Cda Ataf SpA”: è lo stesso Giandonato La Salandra che spiega i motivi delle sue dimissioni dall'incarico di presidente del Cda di Ataf Spa, l'azienda municipalizzata del trasporto pubblico del capoluogo.

Avendo chiesto alla dirigenza nazionale la nomina di un garante, a salvaguardia e tutela dell'immagine e dell'integrità del partito Fratelli d'Italia, che rappresento a livello provinciale, - spiega l'avvocato foggiano - ho rinunciato alla carica, che aveva una sua intrinseca e ovvia natura politica. Ringrazio gli altri componenti del Cda per il costante supporto, la dottoressa Piarullo e l'ingegnere Ciuffreda, il Collegio sindacale e tutti i dipendenti, con cui abbiamo lavorato serenamente, con correttezza e lealtà, nonostante un anno devastato dalla pandemia Covid”.

Uno smarcamento dall’amministrazione che guida la città di Foggia a trecentossessanta gradi e un fulmine a ciel sereno per il centrodestra che governa la città e che, contemporaneamente, era riunito per verificare la tenuta dei numeri sulla presidenza del consiglio comunale.

Oggi, infatti, l’aula sarà chiamata a ratificare una decisione sofferta, presa con affanno all’indomani della destituzione di Leonardo Iaccarino, sull’unico nominativo capace di mettere d’accordo la sconquassata maggioranza come quello del veterano Lucio Ventura (eletto con una civica del sindaco).

E dovrà farlo in assenza delle opposizioni che, ieri sera, hanno deciso che per ribadire il proprio totale disaccordo sulla prosecuzione stessa del governo Landella dopo l’insediamento della commissione Antimafia non dovrebbero presentarsi in aula.

C’è di più: perchè il vicepresidente del consiglio comunale, Giulio Scapato, si starebbe dimettendo per le stesse ragioni.

Landella mantiene la barra dritta malgrado tutto sembri crollare e galvanizza i suoi consiglieri a proseguire una “consiliatura senza macchia e senza vergogna”. Così vanno ribadendo i due Popolari pugliesi, Capotosto e Rignanese, che Landella è riuscito a riportare alla sua causa.

Ma la sensazione è che in parecchi stiano pensando di abbandonare la nave che affonda. Dopo i ragionamenti in tal senso in seno a Forza Italia regionale, ci sta pensando Fratelli d’Italia.

A questo dovrebbe esser riconducibile il disimpegno di La Salandra di cui sopra. In accordo coi vertici nazionali, sarebbe ormai intenzionato a lasciare Landella al suo destino ma avrebbe incappato nel niet del gruppo consiliare, decisamente contrario a chiudere l’esperienza amministrativa.

Infatti, i consiglieri meloniani dovrebbero esser oggi coesi e asserragliati sul voto pro Ventura, pur di continuare. Anche la stessa Liliana Iadarola, malgrado la vicenda delle intercettazioni che l’hanno travolta negli ultimi giorni e per le quali si era autosospesa dal partito. 

Balbetta invece la Lega, partito del sindaco, che osserva gli eventi e resta in silenzio. A questo punto vien da chiedersi: il governo Landella mangerà la colomba pasquale?

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