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Piazza Pulita si sgretola, è crisi nera a Palazzo Mozzagrugno. Pitta riflette: "Se non ci sono le condizioni non ho intenzione di rimanere"

A dare il primo scossone era stato il gruppo Con Lucera, che aveva abbandonato la maggioranza lo scorso 20 maggio. Si è sfilata anche la lista degli Agricoltori. Sfaldata la maggioranza in Consiglio, il sindaco ha perso anche due assessori che hanno rassegnato le dimissioni

"In questi giorni non mi sono occupato della situazione politica, ma sono stato impegnato a risolvere i problemi di carattere amministrativo di cui la città aveva bisogno. Adesso rifletto serenamente, anche perché non ho alcuna intenzione di rimanere se non ci sono le condizioni".

Parole del sindaco di Lucera Giuseppe Pitta, mentre spirano forti i venti di una crisi nera a Palazzo Mozzagrugno. Nelle ultime ore circolava voce che meditasse di gettare la spugna. Non ha presentato le dimissioni, "a meno che non si possa fare per interposta persona", dice oggi rivolgendosi probabilmente ai detrattori.

L'opzione, però, non è del tutto esclusa: "È una valutazione che farò nelle prossime ore". Sui social, solo ieri, parlava della necessità di "creare serenità e le condizioni per continuare ad amministrare", scagliandosi contro quelli che considerava avvelenatori di pozzi in un momento delicato. A soli sette mesi dalla sua elezione, la coalizione 'Facciamo Piazza Pulita', progetto messo su dall'ex sindaco Antonio Tutolo, si è sgretolata.

Ad aprire la crisi era stato il gruppo Con Lucera, capeggiato da Vincenzo Checchia, che nella riunione del Consiglio comunale del 20 maggio scorso in presenza al Teatro Garibaldi ha comunicato l'abbandono della maggioranza.

Il 24 maggio si è sfilata anche la lista 'Agricoltori per Lucera', annunciando la decisione "quanto mai sofferta". I due gruppi hanno indetto una conferenza stampa per sabato pomeriggio, nel piazzale della biblioteca comunale, per spiegare le loro ragioni e finanche i particolari della vicenda.

A conti fatti, il sindaco Giuseppe Pitta, per come stanno le cose, non ha più i numeri con cinque consiglieri in meno.

"Ho intenzione di valutare la situazione che si è creata, chiaramente. Avevo degli appuntamenti amministrativi importanti da assolvere, nell'interesse della mia città che viene prima di qualunque altra cosa: approvare i progetti, approvare il piano triennale delle opere pubbliche, costituire il piano sociale di zona, cosa che mancava da qualche anno, e candidare i progetti a finanziamento per la rigenerazione urbana - spiega Pitta a FoggiaToday - Avendo terminato queste cose, adesso, con serenità, valuterò il da farsi. Però per me viene prima l'interesse della città, poi vediamo se la questione politica si può ricomporre o meno".

Ad oggi, non è in grado di dire se ci siano i margini per ricompattare la maggioranza. "Non avendoci parlato, perché non ho ricevuto alcuna telefonata, non saprei. Io so solo che sono rimasti in giunta con me, dopo la fuoriuscita di Con, i loro assessori: Di Cesare è ancora assessore e si sta occupando dei finanziamenti, e sono stato anche io personalmente a chiederle di rimanere".

Il 25 maggio aveva rassegnato le dimissioni "con la morte nel cuore" l'assessore all'Istruzione Pierluigi Colomba, tra i più suffragati alle ultime elezioni, "dispiaciuto e amareggiato" aveva dovuto prendere atto della fuoriuscita dalla maggioranza del suo gruppo consiliare. In cuor suo, forse, pensava comunque che ci fossero le condizioni per andare avanti.

Nelle stesse ore si è dimesso anche il vice sindaco e assessore alle Attività Produttive Nicola Di Battista. Due su sei. "Anche se per motivi diversi - precisa Pitta - perché Colomba ha rassegnato le dimissioni perché in disaccordo rispetto a quanto fatto dal suo gruppo, Di Battista a seguito del passaggio in opposizione dell'unico consigliere della sua lista".

Le voci di un'apertura a destra, smentite sistematicamente ai suoi dal primo cittadino, hanno contribuito nelle ultime ore a ingigantire i malumori. L'operazione non troverebbe certo sponda nei più convinti sostenitori del progetto Piazza Pulita che già nel nome presupponeva una cesura. E alla fatidica domanda se ci siano stati o meno contatti con la minoranza, Pitta risponde così: "Come dicevo, io mi sono occupato essenzialmente di porre le basi per concludere gli iter amministrativi importanti, poi che abbia ricevuto tante telefonate da chiunque, da ogni lato, è normale".

Eventuali dimissioni potrebbero comunque rappresentare l'estremo tentativo di azzerare tutto, aprire un confronto con le forze politiche e provare a ripartire.

La 'scintilla' della crisi è rintracciabile nell'intervento del capogruppo di Con Lucera Vincenzo Checchia. Annunciato il voto favorevole al bilancio per senso di responsabilità, i quattro consiglieri avevano divorziato per primi, con "profonda amarezza e sconforto e soprattutto tristezza". 

"Negli ultimi mesi si è venuto a creare nelle file della maggioranza un clima di diffidenza, disagio e sospetto che oltre a logorare i rapporti di fiducia e cooperazione non hanno fatto altro che peggiorare la qualità del lavoro e, dunque, dei risultati, provocando un danno diretto alla città e ai cittadini - ha detto il consigliere - Non è facile mai spiegare le ragioni di una separazione, soprattutto se si viene da tanti anni insieme, anni in cui si sono condivisi progetti, sogni, successi ed anche frustrazioni per gli obiettivi non raggiunti, ma soprattutto si sono create relazioni umane basate sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Cosa è stato di quel grande progetto politico chiamato Facciamo Piazza Pulita che ha coinvolto, come non si vedeva più da tempo, vaste fette della popolazione cittadina, fino ad allora estranee ed ormai indifferenti ai discorsi politici, portandole ad interessarsi ai problemi della città e, in vari casi, da neofiti della politica, a metterci anche la faccia per cercare di risolverli? Noi eravamo sicuri, quando abbiamo accettato di candidarci a sostegno di Pitta sindaco, che questa consiliatura sarebbe stata la naturale prosecuzione di quel progetto politico, di quella comunione di intenti di quella visione condivisa degli obiettivi e delle battaglie in nome della città ed invece ci siamo sentiti, di giorno in giorno, sempre più estranei a certe dinamiche, a certi giochi di potere e di forza, a certe valutazioni e scelte che non ci sono mai appartenute: la perdita di finanziamenti importanti per la città, la mancanza di condivisone in molte scelte e l’assenza di coesione ed unità di una coalizione divisasi in tante correnti che non parlano tra loro e non sempre guardano nella stessa direzione, l’unica verso cui bisognerebbe guardare, cioè l’interesse della città, ci hanno fatto ormai sentire estranei, minoranza nella maggioranza".

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