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Giovedì, 18 Aprile 2024

Crisi al Comune di Bovino, si dimettono sei consiglieri: "Una parte della maggioranza non ha condiviso le scelte del sindaco"

Allo stato attuale, la massima assise non si può riunire perché è composta da meno della metà dei membri assegnati e, in caso di impossibilità di surroga, ricorre la fattispecie prevista dall'articolo 141 del Testo Unico degli Enti Locali che prevede lo scioglimento quando non può essere assicurato il normale funzionamento degli organi

Il sindaco di Bovino Vincenzo Nunno non ha più i numeri per tornare in aula. Ieri pomeriggio, sei consiglieri - quattro di minoranza e due di maggioranza - hanno presentato le dimissioni contestuali al protocollo del Comune. Precedentemente, il 9 dicembre, aveva rassegnato le dimissioni un altro consigliere comunale di maggioranza, cognato del dirigente arrestato per peculato e autoriciclaggio il 12 novembre scorso.
Allo stato attuale, la massima assise non si può riunire perché è composta da meno della metà dei membri assegnati e, in caso di impossibilità di surroga, ricorre la fattispecie prevista dall'articolo 141 del Testo Unico degli Enti Locali che prevede lo scioglimento quando non può essere assicurato il normale funzionamento degli organi.
"Al di là dei tecnicismi, c'è una questione politica - spiega Stefania Russo, capogruppo di Alternativa per Bovino - una parte della maggioranza evidentemente non ha condiviso le scelte del sindaco e la mancata comunicazione riguardo a fatti gravissimi che hanno interessato, per ora, soltanto l'ex responsabile. Noi non vogliamo accusare nessuno, però proprio una mancata comunicazione ha portato ad una crisi interna alla maggioranza e ad un malcontento molto diffuso nella popolazione bovinese che ci chiedeva un atto forte quale quello delle dimissioni contestuali".
Il silenzio sull'arresto in relazione a un ammanco da 1,2 milioni di euro ha contribuito a inasprire gli animi. Peraltro, alcuni consiglieri di maggioranza avevano rimesso le proprie deleghe al sindaco, accusato di non aver mai voluto affrontare la questione. Due riunioni del Consiglio comunale sono andate deserte.
A pesare, anche il mancato coinvolgimento dei consiglieri nella redazione del piano di riequilibrio: "Abbiamo avuto il piano cinque giorni prima della convocazione del Consiglio - riferisce Stefania Russo - lo abbiamo letto e studiato nel dettaglio e c'erano molte cose che non ci convincevano".

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