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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

"La Capitanata è un luogo insicuro": in Consiglio regionale se ne discute per 4 ore ma senza deliberare

Dopo quattro ore di dibattito in aula non è stato votato alcun ordine del giorno. Ha partecipato il vice ministro alla Giustizia Sisto

“Perché i consiglieri di Capitanata hanno chiesto un dibattito pubblico, con la presenza del Governo? Perché la Capitanata è un luogo insicuro: questa è la risposta principale. È un luogo insicuro, e non c’è aeroporto che tenga che possa renderla sicura. Il punto principale cioè è che noi dobbiamo dare una risposta alla domanda di insicurezza”. Lo ha detto il vice ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, concludendo i lavori del Consiglio regionale monotematico sullo sviluppo della Capitanata. Dopo tre ore e mezza di dibattito in cui si è parlato, tra le altre cose, anche di approvvigionamento idrico, aeroporto Gino Lisa, zone economiche speciali e autonomia differenziata, il vice ministro pugliese del Governo Meloni non risparmia una stilettata sull’esercitazione dialettica di “sciorinare i panni di quello che è stato fatto, uno sport abbastanza inutile”. Conviene con gli intervenuti che “esaurita la fase di emergenza del Governo sia indispensabile rivedere la geografia giudiziaria”. Il Governo ha ascoltato, come ha osservato nelle sue conclusioni, “ha ascoltato con attenzione, con puntualità. I settori in cui si chiede un intervento sono la sicurezza e l’ordine pubblico, la giustizia, le infrastrutture e l’energia”. Non è stato votato alcun ordine del giorno, né approvato alcun documento.

La presidente del Consiglio regionale Loredana Capone ha introdotto il tema scegliendo di partire della bellezza: “Possiamo immaginare un nuovo presente, possiamo costruire un futuro migliore. L’antidoto è investire sulla bellezza, che già c’è, e fare in modo che repressione faccia sempre rima con prevenzione – ha affermato nel suo intervento - La mafia non si combatte solo nei tribunali, ma anche costruendo un tessuto sociale che resista alla sua capacità di penetrazione nelle Istituzioni, nella società, nei quartieri”.

Ha anticipato alcuni temi all’ordine del giorno: “Certamente da questo Consiglio partirà la richiesta di incrementare le Forze dell’ordine perché, come emerso dalla nostra Commissione criminalità – il Presidente Perrini è seduto qui tra i nostri banchi – nel 2021 sono stati presi in forza 31 poliziotti, signor vice ministro, a fronte di 65 tra pensionati e trasferimenti ad altre sedi, nel 2022 andranno in pensione 60 poliziotti, e ad oggi ne sono stati presi in forza solo 33”. Come sarebbe emersa l’esigenza di “ripristinare i presìdi giudiziari periferici soppressi, anche in virtù delle difficoltà di collegamento tra i centri delle aree interne e le sedi dei tribunali. Ma contemporaneamente bisogna garantire al territorio foggiano infrastrutture viarie, ferroviarie e marittime, promuovere il superamento dei conflitti tra la Puglia e le Regioni confinanti per la gestione delle risorse idriche, così da favorire la programmazione di opere e servizi a carattere interregionale”. Ed effettivamente, il canovaccio è stato questo.

È toccato al prefetto dipingere l’articolato quadro criminale della provincia. Nella mappa delle consorterie mafiose, il prefetto aggiunge ai tre poli nevralgici della società foggiana, dmafia cerignolana e mafia garganica quello della mafia sanseverese che “come dimostrato dalle importanti operazioni investigative di contrasto, sembra aver acquisito una sua autonoma configurazione identitaria”.

Le organizzazioni, ha evidenziato, “si stanno innovando molto, perché stanno acquisendo una diversa connotazione operativa che si sta infiltrando massicciamente nell’economia legale del territorio per condizionarle dalle fondamenta e indirizzarla verso finalità illecite”. Lo Stato, però, “sta facendo la sua parte, sta facendo sentire la sua forza”, e “la questione foggiana ha vissuto una centralità strategica”. In merito alle aspettative sul potenziamento degli organici sostiene che il dato complessivo delle risorse delle forze di polizia, “rispetto a tante altre realtà del territorio nazionale, sia abbastanza adeguato numericamente”: ammonta a circa 2.400 unità, di cui più di 800 sono della Polizia di Stato tra Questura e vari commissariati, 950 del Comando provinciale dei Carabinieri a cui si deve aggiungere tutto il personale di rinforzo per ulteriori 54 unità, 560 della Guardia di Finanza, compresi i reparti speciali. Si registra, fa sapere, un leggero calo dei delitti a Foggia e Provincia, rispetto all’anno scorso, del 5,46 per cento.

“La situazione della criminalità del Foggiano è grave e continua ad esserlo nonostante le tantissime e ripetute risposte che lo Stato con le forze dell’ordine e la magistratura hanno dato, stanno dando e continueranno a dare anche nei prossimi giorni e nei prossimi mesi”, ha esordito il procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro, anche lui in video-collegamento. “È grave perché c’è una compromissione – lo dico ovviamente con dispiacere da foggiano - del tessuto sociale e del tessuto economico”. Il suo appello si è concentrato sull’attuale situazione degli uffici giudiziari foggiani: “non può andare avanti così”. Ha ricordato come nel territorio della provincia di Foggia e  del circondario siano stati chiusi la Procura e il Tribunale di Lucera, le sezioni distaccate di Rodi Garganico e di Apricena, di San Severo, di Manfredonia, di Cerignola e di Trinitapoli. Risultato: “Oggi sono pendenti circa 13mila processi, per l’esattezza 12.250 davanti al giudice monocratico e oltre 500 davanti al Collegio. Un numero esorbitante. Soprattutto ciò che preoccupa è che le sopravvenienze, anno dopo anno, sono maggiori di quella che è la capacità di smaltimento del tribunale”.

 A suo avviso, bisogna istituire nuovamente altri due tribunali nella provincia di Foggia e, perlomeno, bisogna riaprire le sezioni distaccate. “Occorre nuovamente celebrare i processi a San Severo, a Cerignola, a Manfredonia”. Ha lanciato il suo “grido accorato” affinché si celebrino i processi in provincia di Foggia, dotandola di ulteriori presidi giudiziari: “Credo che i cittadini della provincia di Foggia abbiano fame di giustizia. Sono ingiustamente prevaricati rispetto a tutti i cittadini di altrettanti parti d’Italia”.

Subito dopo, la parola è passata alla politica. “Lo sviluppo debole del nord della Puglia, della Capitanata, incide  su tutta la Puglia. Quindi, la questione Foggia, la questione Capitanata, come quella di Taranto, va certamente inquadrata e analizzata su un piano di governo regionale e nazionale”, ha detto il vice presidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese. Il momento è propizio, per lui, perché in campo ci sono le tante risorse del Pnrr e quelle della programmazione dei fondi europei 2021-2027: “Vanno indirizzate per dare una svolta che riguardi anzitutto lo sviluppo economico e il lavoro, perché la provincia di Foggia resta la provincia pugliese con il maggior numero di disoccupati”. Poi è partito il pressing sul Governo: “Abbiamo già chiesto al Governo nazionale di darci una mano su tre punti che riguardano l’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia. I soldi li abbiamo messi noi, per i costi di gestione e quant’altro. Investiamo 10 milioni di euro. La Caserma dei Vigili del fuoco, per fare in modo che la categoria dell’antincendio possa aumentare e possa, quindi, fare in modo che quell’aeroporto possa avere maggiore espansione. Questa è una dinamica che dipende dal Governo centrale. Noi abbiamo già chiesto gli slot per far atterrare gli aerei a Milano Linate, che è più vicina al centro di Milano. Chiediamo che il Progetto Resalio, sulla Protezione civile, al Villaggio Azzurro, che abbiamo acquisito dall’Aeronautica militare, possa rientrare nei finanziamenti messi a disposizione. Su questo abbiamo bisogno di voi”. 

Poi è stato il turno dei consiglieri regionali foggiani. A promuovere la riunione monotematica era stato il consigliere regionale Antonio Tutolo: “Io non vorrei che fosse confuso questo Consiglio per il problema della criminalità, per il problema della giustizia e della sicurezza. No, c’è questo problema, ma è chiaro che deve camminare di pari passo lo sviluppo di un territorio, perché se vogliamo parlare di sconfiggere seriamente la mafia, di sconfiggere seriamente la criminalità, bisogna avere un’occasione di sviluppo, in una terra – attenzione – che non è una terra arida”. Poi si è rivolto direttamente al viceministro: “Nell’agenda politica, che sia quella nazionale, che sia quella regionale, non ho mai avuto il piacere di ascoltare una questione Capitanata”. Mette la sicurezza al primo posto nella sua idea di sviluppo e poi c’è l’agricoltura. “Ma fare agricoltura seriamente senz’acqua significa prenderci in giro. Attenzione, quella che ho sentito della condotta sul Liscione va benissimo, ma è assolutamente inadeguata e insufficiente”, ha evidenziato. E qui ha tirato in ballo anche la Diga di Piano dei Limiti. E poi i Monti Dauni dimenticati dal punto di vista turistico. 

“La situazione della nostra Provincia è una situazione emergenziale, che richiede risposte emergenziali”,  ha detto l’assessora al Welfare Rosa Barone. Ha strappato applausi anche durante l’intervento, non previsti dal regolamento. “Perché Foggia non può avere la Sezione distaccata della Corte d’appello di Bari, quello che, invece, ha Taranto su Lecce? A Taranto esiste la Sezione distaccata della Corte d’appello e Foggia non può avere la Sezione distaccata della Corte d’appello. Io ve lo chiedo, perché questa è una volontà politica di accettare o non accettare. Se avessimo, come Taranto su Lecce, la Sezione distaccata della Corte d’appello, potremmo avere la Direzione distrettuale antimafia, potremmo avere il Tribunale dei minori. Questa è una battaglia politica”. L’assessora Barone e i Cinquestelle non  arretrano: Foggia deve necessariamente avere la Direzione distrettuale antimafia.

A nome dei sindaci, in tanti presenti con la fascia tricolore accanto ai parlamentari, è intervenuto il presidente della Provincia di Foggia Nicola Gatta: “Questo territorio sconta tantissimi ritardi, numerosi problemi da risolvere. vere e proprie emergenze, ma la più importante è sicuramente quella della criminalità organizzata, molto forte, molto agguerrita e molto violenta. L’ho detto spesso: la provincia di Foggia è stata occupata dalla mafia e va liberata. Lo Stato sta facendo sentire tutto il suo impegno, e per questo non possiamo non ringraziare la squadra Stato, che sta facendo un lavoro straordinario, ma serve un ulteriore sforzo, servono più uomini e mezzi, così come occorre una riorganizzazione della geografia giudiziaria, perché una Provincia vasta come la nostra non può reggersi sul funzionamento di un solo tribunale”, ha affermato sintetizzando le istanze delle comunità. “Occorre mettere in campo serie politiche di sviluppo e occupazionali, che consentano di creare quelle condizioni capaci di dare risposte ai tanti giovani del nostro territorio, che spesso sono costretti ad andare via, a lasciare la nostra terra. Chi decide di rimanere spesso diventa manovalanza della criminalità organizzata”, ha evidenziato. Poi ha passato in rassegna il tema delle infrastrutture: “A mio avviso, sono la chiave di volta per rimettere in moto l’economia della Provincia”. Ha dedicato un passaggio anche alle Zes, le zone economiche speciali: “Purtroppo, è da anni che non riusciamo ad attrarre investimenti nelle nostre aree industriali. Le nostre aree industriali, da Foggia a Incoronata, da Manfredonia a Lucera e San Severo, sono diventate dei cimiteri. È su questo che le zone economiche speciali possono dare una grande prospettiva, una grande speranza, soprattutto dal punto di vista occupazionale”. 

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel suo intervento, ha dedicato un passaggio al Comune capoluogo commissariato: “Vi ricordo una cosa che non abbiamo detto, forse per pudore: il capoluogo della Capitanata è stato sciolto per mafia. È una di quelle cose che ancora mi brucia, e mi brucia per moltissime ragioni. A parte l’impatto di immagine generale, è tutto quello che ne sta conseguendo. A Foggia una decisione, che noi abbiamo tentato – è vero, Sebastiano? – di osteggiare in tutti i modi, cioè la chiusura di molte scuole dell’infanzia, si è realizzata, e basta. E non c’è stato verso di venirne fuori. Anche questo, ovviamente dopo il commissariamento, è un segno di un metodo semplicistico di affrontare le cose. La stessa cosa è avvenuta pari pari – io non l’ho vissuta perché non ero Presidente – sugli uffici giudiziari, che vedo non solo perché molti degli interventi vengono da professionisti delle professioni forensi, ma è una cosa che brucia, è manifesta questa iniquità che è stata perpetrata, quasi fosse sullo stesso livello della chiusura delle scuole dell’infanzia per la città di Foggia dopo lo scioglimento, cioè come se si trattasse quasi di una sanzione nei confronti della cittadinanza incolpevole di quanto avvenuto”. 

Al Governo ha presentato la sua lista della spesa: “La Capitanata combatte bene, abbiamo effettuato grandi sforzi per metterla in sicurezza dal dissesto idrogeologico, poi per collegarla aprendo l’aeroporto; stiamo cercando di utilizzare al meglio l’acqua delle sue dighe, ma il governo che ne è ancora titolare attraverso alcune società deve darci una mano almeno ad aprirle. C’è bisogno di un impegno comune. Dobbiamo realizzare le nuove strade del Gargano e dei Monti Dauni anch’esse di competenza del governo e dobbiamo avere più medici e più soldi per la sanità: la provincia di Foggia è immensa e con diversi problemi dal punto di vista montuoso, e dunque serve un finanziamento del Governo che tenga conto di queste difficoltà”. E non finisce qui, perché al governo ha chiesto di “raddoppiare l’organico della magistratura foggiana, di aprire le sedi giudiziarie, soprattutto sul Gargano e nei Monti Dauni. Bisogna collaborare”. 

A margine del Consiglio regionale, per quanto possa attribuirsi il merito di aver costretto il Governo nazionale e regionale a 'ragionare' insieme sulle prospettive di investimento, Tutolo non può dirsi del tutto soddisfatto: "Mi è piaciuto l’intervento del Viceministro Sisto su più punti, per esempio, quello sulla autonomia differenziata, ma non il passaggio sulla revisione della geografia giudiziaria, in particolare quando ha detto che quello è un intervento che bisogna fare a livello nazionale; la Capitanata non ha gli stessi problemi delle altre zone ed è qualcosa di eccezionale, lo sanno tutti. Posso capire che lui non se la sentiva di impegnarsi e questo è un fatto di serietà, però va affrontato quel tema, perché quella è stata una riforma sciagurata. E ne sono talmente convinto che l'eco delle nostre rimostranze inascoltate si sentirà di nuovo, in forme diverse dal passato. Dopodiché, ho sentito da altri cose poco interessanti, ma soprattutto non vedo voglia di incidere, non vedo quell’ardore determinante per cambiare le cose. La dimostrazione è che non è stato deliberato alcun ordine del giorno".  

Tranchant nelle conclusioni: "Il non aver concesso la parola ai parlamentari pugliesi presenti oggi e ai sindaci è stato un grave errore, frutto di un’organizzazione di questo Consiglio particolarmente lacunosa, perché quando uno non vuol fare qualcosa ed è costretto a farlo questi sono i risultati. La verità è che la seduta di oggi non interessava a tutti - dice Tutolo - e, anzi, a qualcuno non fregava proprio".  

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