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La maggioranza non ha i numeri, anche arrivare a 11 è un'impresa

L'opposizione non intende fornire alcuna stampella e la seduta del Consiglio comunale di Foggia in prima convocazione andrà deserta. I consiglieri di maggioranza che oggi hanno partecipato alla riunione parlano di "atti amministrativi" scindendo le questioni politiche

La seduta del Consiglio comunale di martedì 11 maggio, secondo i pronostici, andrà deserta. L'opposizione non entrerà nella riunione su Zoom dedicata alle surroghe di tre dimissionari e alla nomina temporanea per la supplenza dei due consiglieri sospesi dalla carica a seguito dell'applicazione di misure cautelari nei loro confronti. La maggioranza da sola non ha i numeri, anche se partecipasse al completo, ridotta a 15 consiglieri.

In prima convocazione, il Consiglio comunale non può adottare deliberazioni se non sono presenti almeno 16 consiglieri. La seduta di seconda convocazione è valida se è presente almeno un terzo dei consiglieri assegnati per legge, con eventuale arrotondamento all'unità superiore, vale a dire 11 consiglieri. Anche se il sindaco non fosse stato dimissionario, non sarebbe stato computato comunque.

Di certo, domani non ci saranno i Popolari Pugliesi Danilo Maffei e Massimiliano Di Fonso, poi, si vedrà: "Aspettiamo i risvolti di tante situazioni", dice oggi Di Fonso, lasciando presagire che potrebbero esserci ulteriori evoluzioni.

Il secondo tentativo è già fissato per mercoledì 12 maggio alle 16:30. Se cinque consiglieri della maggioranza daranno forfait non si potrà procedere. Se i Popolari Pugliesi non dovessero cambiare idea e mancassero all'appello tre leghisti che sembrano orientati a non partecipare - Salvatore De Martino, Concetta Soragnese e Amato Negro - salterebbe il banco e niente surroghe. Trovati i sostituti potrebbe rivelarsi un'impresa arrivare a 11.

Il consigliere comunale Francesco Paolo La Torre (Lega) scinde gli adempimenti dalle questioni politiche: "Chi vuole esserci ci sarà, ognuno è libero, non c'è un indirizzo di partito. Sono atti amministrativi. Numeri o no non cambia nulla, perché se il sindaco ad oggi ha dato le dimissioni che ci siano o meno le surroghe non ha importanza". La filosofia, però, è che la surroga è un "atto dovuto", parole di Gino Fusco a margine dell'incontro.

La Torre oggi era a Palazzo di Città per la riunione di maggioranza, come il segretario provinciale del partito Daniele Cusmai. Ed è lui a riferire che nell'incontro, che sembrava più orientato a contarsi, si è parlato della "situazione politica". Cosa si siano detti non è proprio chiaro. L'invito a partecipare era arrivato dall'Ufficio di Gabinetto ma il sindaco dimissionario non si è presentato. Hanno partecipato, tra gli altri, gli assessori, il presidente del Consiglio comunale Lucio Ventura, Pasquale Rignanese che, intervenuto durante la riunione, risponderà anche all'appello su Zoom, i Fratelli d'Italia Gino Fusco e Ciccio D'Emilio. Assenti il capogruppo e segretario di Fratelli d'Italia, Raffaele Di Mauro, proprio come annunciato dal partito alla vigilia, e i leghisti controcorrente Salvatore De Martino e Concetta Soragnese.

I partiti si sono espressi: per la Lega la consiliatura è finita quando il sindaco Franco Landella ha rassegnato le dimissioni, Fratelli d'Italia guarda già oltre e considerava conclusa la propria esperienza nell'amministrazione il 15 aprile con l'uscita dalla Giunta e dalle partecipate. Se fosse un capitolo chiuso, però, non avrebbe senso partecipare alle riunioni di maggioranza e provare a rimpiazzare dimissionari e sospesi. Non ci sarebbe fretta, poi, se per l'appunto il sindaco fosse orientato a non ritirare le dimissioni, considerato che il termine dei dieci giorni per la surroga è da ritenersi acceleratorio e non perentorio.

Per Forza Italia le dimissioni di Landella "non sono uno scherzo o un gioco di strategia politica, ma un atto serio, importante".  Da ultimo si è espresso anche l'Udc: sentiti i vertici nazionali e regionali, il coordinatore provinciale Francesco D’Innocenzio e il commissario cittadino Simona Roselli prendono le distanze dall'amministrazione. "Questa esperienza deve essere archiviata", affermano, e accolgono con piacere l'ingresso di Eugenio Iorio perché "ha già dichiarato che lavorerà esclusivamente per accompagnare tale amministrazione verso le proprie dimissioni”. 

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