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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Bilancio al fotofinish, maggioranza sul filo di lana: così Landella sfida l’incubo ‘Corte dei Conti’

Si vota il Bilancio Consuntivo, venerdì e sabato in seconda convocazione. Cataneo e Pertosa verso il no, Nicola Russo forse si astiene

16 a 15. Sarebbe questa la partita numerica che si giocherà in aula al Comune di Foggia i prossimi 9 e 10 giugno suo bilancio consuntivo. 16 voti a favore, 15 contrari. Della serie, se scappano uno o due mal di pancia, si va sotto. Con tutte le conseguenze del caso. E contro, questa volta, ci sarebbero anche Pasquale Cataneo e Giuseppe Pertosa (ex Ncd). Mentre dalle fila di Forza Italia pare si asterrà Nicola Russo. 

I numeri sono stati messi nero su bianco ieri dai consiglieri che hanno partecipato alla riunione di maggioranza convocata in via Gramsci, alla presenza del dirigente finanziario Carlo Di Cesare. Convincere al voto favorevole non è operazione facile. Sui conti, infatti, pende l'ultima deliberazione della Corte dei Conti, quella che paventa il dissesto finanziario.

Compito di Di Cesare è stato quello di rassicurare in qualche modo, soprattutto i più recalcitranti, elencando i correttivi che tecnostruttura e politica sono chiamate a mettere in campo da subito. "Io una mia idea ce l'ho rispetto al voto ma la dirò solo in aula", non si sbottona Cataneo a Foggiatoday. Dovrebbe votare a favore, invece, Civica per la CapitAmata, quella che in questi mesi più filo da torcere ha dato a Landella (evidentemente l'accordo sul rimpasto di giunta subito dopo il consuntivo ancora regge). Da monitorare ovviamente anche Ncd, rimasta con tre consiglieri in aula (dopo la debacle sul preventivo, come minimo il gruppo dovrà votare compatto sul consuntivo per difendere le postazioni di governo). 

Dal canto suo, Dicesare ha illustrato l'emendamento alla presa d'atto della relazione della Corte dei Conti, che dovrebbe essere fatto proprio dal sindaco, con tutta una serie di esortazioni (in verità giunte anche in passato, col precedente consuntivo) rispetto a debito fuori bilancio, entrate tributarie, aggiornamento inventari, puntuale monitoraggio e distacco delle utenze elettriche non istituzionali (stessa operazione per i fitti).

Per Dicesare andrebbe esperito anche il tentativo di una risoluzione non giudiziale della controversia con la curatela fallimentare ex Amica (vale da sola 57 milioni di euro) oltre che un monitoraggio continuo e costante della situazione aziende partecipate e, dopo la segnalazione del consigliere Mainiero alla Corte dei Conti, anche la risoluzione del "pregiudizio economico" derivante dal rapporto con l'Assori (che sorge su terreni comunali; una convenzione datata fa prevedeva l'acquisizione da parte dell'ente comune di una parte dell'immobile successivamente costruito. Circostanza mia avvenuta. "Inaccettabile" scrivono i magistrati nella relazione, rimproverando l'ente di non aver mai preteso ciò che avrebbe dovuto essere suo per 22 lunghi anni).

Proprio le denunce del capogruppo dei Fratelli d'Italia hanno aperto ai magistrati lo scenario di Amgas (anch'essa in piano di ristrutturazione dal 2011) e di quel prestito da 3 milioni di euro deliberato dal Comune di Foggia per ottenere la cd falcidia dai creditori, alla cui prima rata di rimborso la società non ha ancora ottemperato (nè ha sottoscritto l'accordo). Per la Corte si tratta di un finanziamento che non era sostenibile per un Comune nelle condizioni in cui è quello di Foggia, sul quale l'ente avrebbe dovuto prevedere garanzie di restituzione trattandosi di soldi della collettività, e soprattutto non poteva avvenire per ripianare perdite di gestione corrente. 

Ai rilievi dei magistrati ha provveduto a rispondere Amgas Spa in queste ore con una nota indirizzata a Sindaco, Collegio dei revisori, Assessore al Bilancio e segretario generale in cui si rigetta la proposta avanzata dal dirigente partecipate di istituire un "pegno" su Amgas Blu quale garanzia di rimborso dei 3milioni di euro (costituirebbe, scrivono, una violazione dell'accordo col  ceto creditorio) e si chiede la postergazione del pagamento delle rate (il Comune di Foggia, insomma, deve mettersi in coda rispetto ai creditori). Non solo. Perché, nell'assicurare come i 3 milioni siano ancora tutti nelle casse di Amgas (a riprova che non sarebbero stati utilizzati per la gestione corrente), illustrano una nuova sorpresa "debitoria" emersa in capo ad Amgas, causa del differimento della firma col certo creditorio del Piano di ristrutturazione utile a ottenere la falcidia: una intimazione a pagare da parte della Agenzia delle Entrare pari a 1,8 milioni di euro. Una botta, insomma, che costringe ora il Cda a rivedere il piano e il Comune di Foggia ad attendere il suo turno.

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