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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Cittadinanza Attiva: “Saremo il cane da guardia di Palazzo di Città"

Le associazioni del capoluogo dauno alzano la voce e in vista della verifica politica stilano un documento programmatico: Pug, raccolta rifiuti, legalità, trasparenza e democrazia partecipata

Un invito alla “catarsi”, sotto tutti i punti di vista, di una città sofferente, che certamente merita di più. Un rinnovamento etico e generazionale per una migliore qualità della politica che si traduca in migliore qualità della vita e della partecipazione dei cittadini. E sviluppo, da subito. 6 mesi di tempo per il Piano Urbanistico Generale, la prima di una serie di istanze non più differibili. “Basta con la logica dell’emergenza. Basta con varianti ed accordi di programma. Foggia impari a pianificare“.

Le associazioni di Cittadinanza Attiva del capoluogo dauno alzano la voce. Consapevoli di quanto decisiva per la fase 2 del mandato Mongelli sia la settimana che si apre oggi (non solo la verifica politico-programmatica giunta alla snodo finale ma Amica, con la Corte d‘Appello che si pronuncerà domani sull‘ammissione o meno all‘amministrazione straordinaria dell‘azienda di igiene urbana) si riuniscono al Ristorante in Fiera e chiamano la stampa: “Abbiamo deciso di uscire dal silenzio e parlare perché è giunto il momento di diagnosticare la malattia di questa città. Non possiamo più limitarci a curarne solo i sintomi“. “Se non ora quando?” l’architetto Chiarastella Fatigato riprende lo slogan che ha accompagnato la “rivoluzione rosa” delle “indignate“ scese in piazza a Roma lo scorso febbraio.

Una quindicina in tutto, in rappresentanza dei settori più disparati:dal WWF a Legambiente, al Centro Studi Naturalistici, da Donne in Rete a Capitanata Futura, ad Agedo, Aics, Arci ma anche il Fai, il Cerchio di Gesso, il Gaas, L’Aquilone, i Cicloamici, il Forum dei Beni Comuni, il Teatro dei Limoni. Al sindaco danno atto degli sforzi compiuti sino ad ora per evitare il rischio dissesto ma, al contempo, chiedono un immediato cambio di passo. Una sterzata. Negli uomini e negli atti. E illustrano il loro contributo: un documento programmatico nel quale sintetizzano, in pochi precisi punti, le istanze non più differibili della città. E questa volta con tanto di scadenze. L’urbanistica è in cima alla lista: 6 mesi per il Pug e riattivazione immediata del relativo laboratorio. E 6 mesi per un efficiente servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, che passi attraverso una nuova gestione del servizio “lontana dalle ingerenze dei partiti e dalle pressioni indebite dei gruppi di potere” e la raccolta differenziata “porta a porta”.

E poi legalità e trasparenza, con accesso agli atti comunali e tavoli permanenti di consultazione con la città; una più efficace comunicazione istituzionale da Corso Garibaldi; democrazia partecipata con tanto di bilancio sociale e di forum tematici. Bocciano anni di politiche sbagliate “redatte nelle stanze chiuse della politica che hanno fatto regredire Foggia in basso a tutte le classifiche“.

Non escluse le più recenti, come l’aumento della Tarsu (che non ha adeguato tornaconto in termini di servizio) e il Piano parcheggi (bocciato soprattutto nel metodo, poco concertato). Si appellano a Mongelli. Sanno che il momento è cruciale, in particolare dal punto di vista politico. Le consultazioni con i partiti sono terminate. Il sindaco dovrà presto sciogliere la riserva sulla nuova squadra che lo affiancherà fino al 2014. Chiedono un cambio di passo. A partire da un maggior rispetto della parità di genere. “Basta con i soli volti, è tempo di innovare, di puntare su competenza ed autorevolezza”.

Nel mirino finisce anche la tecnostruttura (“non si capisce bene oggi chi sia il dirigente e chi l’assessore“) e il management delle aziende comunali, ridotte a brandelli, dalle quali “la politica deve sparire”. “Quel portone d’ingresso di Palazzo di Città deve sparire. L’amministrazione dialoghi. Il cittadino vuole contare”. E controllare. “Da oggi saremo il cane da guardia di Palazzo di Città. Foggia deve ripartire”. E avvertono: “Siamo pronti, se necessario, anche ad alzare barricate. Ma non è così che si farà il bene della città”.
 

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