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Ex Ilva, Emiliano "assolve" Vendola: "Dal 2005 Regione Puglia unica istituzione ad aver concretamente agito per fermare scellerata gestione"

Processo ex Ilva di Taranto 'Ambiente Svenduto'. Condannati i Riva e Nichi Vendola. Le dichiarazioni del governatore della Regione Puglia Michele Emiliano

Nessun commento sulla condanna di Nichi Vendola a tre anni e sei mesi di reclusione nel processo 'Ambiente Svenduto' dell'ex Ilva di Taranto da parte del governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, che in maniera elegante "assolve" il suo predecessore e conterraneo nel passaggio della nota stampa in cui puntualizza che la Regione Puglia dal 2005 in poi – ergo dal primo governo Vendola - “è stata l’unica istituzione ad aver concretamente agito per fermare quella scellerata gestione della fabbrica, almeno fino a quando non è stata estromessa per legge da ogni possibilità di intervento sui controlli ambientali, con leggi nazionali che hanno fatto eccezione alle regole in vigore per il resto d’Italia”.

Vendola accusato di concussione aggravata in concorso. Secondo la tesi degli inquirenti, "avrebbe esercitato pressioni sull'allora direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, per far "ammorbidire" la posizione della stessa Agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall'Ilva"

Emiliano non risparmia però i Riva, condannati a 20 e 22 anni di carcere: “La giustizia ha finalmente fatto il suo corso accertando che i cittadini di Taranto hanno dovuto subire danni gravissimi da parte della gestione Ilva facente capo alla famiglia Riva. I delitti commessi sono gravissimi e sono assimilabili a reati di omicidio e strage non a caso di competenza della Corte d’Assise al pari di quelli per i quali è intervenuta la pesantissima condanna. La sentenza è un punto di non ritorno che deve essere la guida per le decisioni che il Governo deve prendere con urgenza sul destino degli impianti.

Gli impianti a ciclo integrato, che hanno determinato la morte di innumerevoli persone tra le quali tanti bambini, devono essere chiusi per sempre e con grande urgenza per evitare che i reati commessi siano portati ad ulteriori conseguenze e ripetuti dagli attuali esercenti la fabbrica. L'attività industriale attuale a ciclo integrato a caldo va immediatamente sospesa e si deve decidere il destino dell'impianto e dei lavoratori.

La Regione Puglia, parte civile, ha richiesto ed ottenuto la condanna degli imputati e della società al risarcimento dei danni che saranno quantificati in separata sede ottenendo una provvisionale di 100mila euro. E pertanto ha titolo per iniziare una causa civile contro tutti coloro che hanno provocato il danno e contro coloro che eventualmente stanno continuando a cagionare danni ambientali e alla salute.

Non ci arrenderemo mai alla sottovalutazione colpevole della tragica e delittuosa vicenda ex Ilva e agiremo su tutti i fronti che le normative italiane ed europee ci concedono. Sarà guerra senza quartiere a tutti coloro che in ogni sede hanno colpevolmente sottovalutato o agevolato i reati commessi.

Per quanto riguarda il risarcimento che la Regione Puglia deve assicurare per fatti accaduti prima della attuale amministrazione, siamo pronti a far fronte alla richiesta risarcitoria ove essa sia confermata dalla sentenza definitiva”.

A LaPresse l'avvocato di fiducia dell'ex leader e fondatore di Sel, il penalista Vincenzo Bruno Muscatiello del foro di Foggia spiega: "Avverto un forte rammarico e intenso dolore per non essere riuscito a dimostrare l'innocenza di Nichi Vendola, della quale io sono assolutamente certo. Spero nel prossimo grado di giudizio di riuscire in questo compito e restituirlo alla scena politica italiana"

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