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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Biccari non è comune montano. Sindaco fa le valigie e sale sul Monte Cornacchia

Gianfilippo Mignogna: “Immediati e ingenti danni economici e amministrativi ricadranno sulla popolazione. Provvedimento mette in ginocchia la popolazione”. Ufficio sul lago Pescara a 900 metri

Se il Governo definisce comuni montani solo quelli con sede ad oltre 600 metri sopra il livello del mare, Biccari fa le valigie e trasferisce la stanza del sindaco sul Monte Cornacchia. È accaduto questa mattina, quando provocatoriamente il sindaco Gianfilippo Mignogna ha traslocato dalla stanza del Municipio al rifugio sul punto più alto della Puglia, posto a 900 metri.

“Biccari – spiega il primo cittadino – da qualche ora, secondo la Legge di Stabilità dell’Esecutivo guidato da Matteo Renzi, ha perso caratteristiche e privilegi dei comuni montani, con immediati ed ingenti danni economici ed amministrativi che ricadranno sulla popolazione. Da qualche ora, Biccari, pur mantenendo tutte le caratteristiche e gli svantaggi che conosciamo, non è considerato più comune di montagna, perché la sede municipale è ‘solo’ a 450 metri di altitudine. Conseguentemente, il nostro ente ha appena subito un ulteriore taglio di 260mila euro di trasferimenti statali ed i nostri cittadini dovranno pagare l'IMU anche sui terreni agricoli entro il prossimo 15 dicembre, mentre fino a ieri sapevano di esserne esentati”. 

Insomma, i problemi di dissesto idrogeologico, di difficoltà e peculiarità agricole, di logistica restano. I soldi se ne vanno. Anzi, prima di Natale, i biccaresi dovranno sopperire alle mancanze dello Stato, con una maxi stangata di un’inattesa imposta municipalizzata sui terreni agricoli. “Siamo una realtà geografica centinaia di ettari di boschi, Area Sic e pascoli montani – osserva il sindaco – e un provvedimento simile mette in ginocchio un’intera popolazione. Il tutto, in poche ore, e ad assestamento di bilancio approvato in Consiglio solo qualche ora fa”.

Per questo, l’azione dimostrativa di civile dissenso rispetto al provvedimento del Governo Renzi. “Stiamo avviando una serie di proteste istituzionali e politiche – avverte Mignogna – semplicemente a difesa del nostro territorio e dei nostri cittadini. La prima, quella di stamattina, col trasferimento, per ora simbolico, dell’ufficio del sindaco sul Lago Pescara, a 900 metri, fieramente parte dell’estensione territoriale del nostro Comune. Dovrebbe bastare a far capire dove siamo ai poteri romani che partoriscono simili amenità, per far fronte ad improbabili impegni elettorali”.

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